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La Conferenza Stampa di Yoshiyuki Tomino al 62 Festival di Locarno 2009 II Parte ( Tomino al Manga Impact)

Pubblicato il 25 settembre 2009 alle 15:04 da Debris


II parte della conferenza stampa di Yoshiuki Tomino.

Nanoda ha messo on line la seconda parte della conferenza Stampa di Yoshiuki Tomino al 62 Festival di Locarno.

In questa seconda parte Tomino risponde ad una serie di domande…

Ancora una volta vi è un’avvertenza del traduttore,Gualtiero Cannarsi:

Il testo dell’intervista è stato tradotto a partire da una trascrizione inglese. Poiché l’originale giapponese non è risultata disponibile, e quindi non verificabile, è possibile che la traduzione italiana riporti errori derivati dalla trascrizione inglese.

Nanoda non consente di riportare per intero le domande che sono state poste al regista quindi citerò solo quelle che sembrano – a nostro giudizio le più significative…

Ma non è detto che lo siano in realtà…
Questa sezione dell’intervista è in effetti molto interessante e bella..e consiste in un vero e poprio botta e risposta fra Tomino e i giornalisti

I video che vedete sono nostra elaborazione.

DOMANDA 3:

Siamo al trentesimo anniversario della serie di Gundam; a cosa ne attribuisce la longevità? E se posso riferirmi a una cosa prima menzionata, Lei ha detto che apprezzava le tecnologie delle prime animazioni Disney, ma le storie erano un po’ semplicistiche. Potrebbe spiegare in che modo si potrebbe vedere la storia di Gundam come più avanzata?


RISPOSTA 3:


In merito alla sua prima domanda, su quello che io credo essere il motivo per cui Gundam è stato popolare per trent’anni, se conoscessi la risposta non starei a lottare ogni giorno. Se conoscessi la risposta, starei già lavorando alla mia prossima opera, che verrebbe pubblicata l’anno prossimo. E’ perché non conosco quella risposta che sto cercando e dubitando e interrogando e lottando e provando a trovare la risposta.
Prendo semplicemente ogni giorno come viene.

….. quando inziai in questo campo, il campo incentrato sui robot giganti, o robot dalle sembianze umane, questi tendevano ad apparire un po’ strani. Erano considerai personaggi, non persone reali, e non erano presi seriamente. Come mio unico sfoggio di brillantentezza e talento, presi questo concept e non parlai veramente di robot, o robot antropomorfi. Parlai di ‘Mobile Suits’. Credo che il segreto del nostro successo risieda in questo.


In altre parole, coniando questa nuova definizione, ‘Mobile Suit’, credo che fummo in grado di conferire alla serie di Gundam un aspetto completamente diverso, che lo differenziò dalle storie di robot che sembravano solo per bambini. Credo che fummo in grado di sviluppare una base di appasionati che vedeva questi robotici ‘mobile suit’ come molto diversi di quanto fosse stato proposto prima. Infatti, in Giappone, quando si pensa alla serie di Gundam, non la si pensa come una storia di robot, ma come una storia di real-robot, che viene considerata un sottogenere un po’ diverso.


Prima nel mio discorso ho detto che pensavo che le storie Disney fossero troppo semplicistiche. Ciò detto, tuttavia, vorrei anche far notare che se si racconta una storia, questa deve essere fondamentalmente molto semplice.


Ma una cosa che credo sia davvero unica nella serie di Gundam è che ci sono protagonisti e ci sono antagonisti, ma sono entrambi visti come persone con i loro problemi. Sono visti entrambi equamente. Prima che iniziasssi a lavorare con questo genere, tutti i nemici erano sempre agenti alieni. Il fatto che per la prima volta noi introducemmo esseri umani sia come protagonisti che come antagonisti significa che nel tempo, col procedere della storia, talvolta delle persone avrebbero cambiato fazione. Come si vede questo fu un approccio del tutto radicale al genere. Infatti, posrtò queste storie nel regno dei normali drammi umani, e penso che questo sia un passo che persino i film Disney, a dispetto della loro grande tecnologia, non furono in grado di compiere.



Quindi non penso che cominciammo col cercare di creare una storia semplice solo perché sarebbe stata per bambini. Quello non fu affatto l’approccio che prendemmo. Quello che stavamo cercando di fare era di raccontare un storia di guerra. Come risultato, i tipi di personaggi che apparvero erano quelli. Il fatto che quei personaggi fossero un po’ diversi da persone reali, e che avessero a che fare con quei mobile suit, fu solo una specie di effetto collaterale. La storia originale trattava di esseri umani.


Io vengo da un background cinematografico. Ho una semplice convinzione in merito ai film. E cioé che si tratti di immagini in movimento. Le immagini in movimento devono essere utilizzate per narrare delle storie, non importa molto se il pubblico finale sarà gente di una certa età, o bambini, o adulti, ecc. I penso che fondamentalmente, se si ha una storia da raccontare, la si dovrebbe raccontare e basta.

DOMANDA 4:
Forse a cominciare con Gundam, ma di certo da serie come Evangelion e Macross e molte altre, i personaggi principali tendono a trovarsi nella loro prima adolescenza, gettati nel mezzo di una guerra, sbattutti dentro a un robot gigante che d’improvviso riescono a intendere. Quali erano le ragioni culturali dietro all’essere tanto popolare di questo genere di personaggi?

RISPOSTA 4:

Perché i finanziatori erano produttori di giocattoli. State tutti ridendo perché avete pensato che stessi scherzando, ma in effetti quella è più del 50% della verità sulla faccenda [NdR i famosi Giocattolai di Tomino]

Su di noi sentivamo simili vincoli. Dovevamo fare qualcosa per soddisfare questi produttori di giocattoli che finanziavano, quindi dovevamo creare una storia che sarebbe stata in grado di impiegare dei robot che questi produttori di giocattoli volessero vendere.


Pensandoci in logica ipotetica, avendo da un lato questi robot alti 18, 20 metri, che possono essere manovrati e appaiono come esseri umani, non ci si può aspettare di essere in grado di muovere questi robot in un mondo come la Terra, dove c’è troppa gravità. Quindi, procedendo per esclusione, bisognava farli muovere nello spazio, dove non si hanno problemi di gravità. Avevamo bisogno di ambientare le battaglie nello spazio.


Avevamo anche un altro vincolo, e cioé che i produttori di giocattoli volevano essere in grado di rilasciare giocattolo dopo giocattolo dopo giocattolo, il che significava che ogni settimana bisognava essere in grado di introdurre un nuovo mobile suit e nuove armi. Questo significa che nel concept della storia ci doveva essere una grande dovizia di risorse finanziarie per pagare cose simili, il che significava che dovevano essere coinvolti dei governi, il che significava che degli enormi governi sarebbero stati coinvolti in un enorme conflitto spaziale.

E come ho detto, non avremmo potuto far muovere questi robot sulla Terra a causa della gravità. Persino sulla Luna c’è una grande dose di gravità, quindi volevamo usare in qualche modo lo spazio tra la Terra e la Luna. E allora sorse la domanda: “possiamo creare un qualche governo che esisterebbe in questo spazio?”, e ovviamente trovammo la risposta: costruire una colonia spaziale.

E ovviamente, in merito di questi ragazzi non addestrati, com’erano in grado di pilotare questi enormi e complessi mezzi equipaggiati, si trattasse di robot, carri armi o armamenti? Ecco perché dovemmo inventarci un qualche tipo di spiegazione. La spiegazione che trovammo fu che loro avevano un qualche tipo di percezione extra-sensoriale. …..Il NeWtype. ‘NewType’, dotato di poteri ESP. Anche se li chiamammo NewType, fu molto difficile definire cosa ‘NewType’ significasse. E’ stato solo di recente che siamo stati in grado di definire questo concetto.

L’eterna lotta dei Newtype

Il resto dell’intervista…davvero molto corposa,potetete leggerla su Nanoda a questo indirizzo

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