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Yoshiyuki Tomino: il Giappone non è più un leader nell’animazione

Pubblicato il 26 dicembre 2021 alle 10:01 da Debris


..Il Giappone non è più una nazione leader nel campo dell’Animazione“.

Con questo lapidario giudizio il regista Yoshiyuki Tomino ha unito la sua voce a quella di molti altri autori giapponesi, sul futuro dell’animazione giapponese. Un futuro non più certo, nè così roseo, come le ingannevoli cifre della produzione di Anime e di vendite di merchandising, di questi anni, potrebbero far credere.

Yoshiyuki Tomino al Romics 2017

Ma basta grattare sotto questi numeri per rendersi conto del vero stato disastroso dell’industria dell’animazione.

Il regista ha espresso in modo molto schietto la sua posizione durante un’intervista rilasciata in occasione della visita all’ Hokkaido Museum of Modern Art di Sapporo, dove è in svolgimento l’ultima tappa del 2021 della mostra: “World of Yoshiyuki Tomino” ( fino al 23 Gennaio)

In questo link Twitter trovate alcune foto…

Il regista di Mobile Suit Gundam – e non solo di Gundam come ci ha ricordato proprio questa mostra- ha sviluppato il suo discorso dopo aver parlato dei diversi artisti nati in Hokkaido con i quali ha cooperato nel corso degli anni partendo da Yoshikazu Yasuhiko (Mobile Suit Gundam), a Tomonori Kogawa (Space Runaway Ideon) e Akira Yasuda (Turn A Gundam). ( in effetti sono davvero tanti gli artisti dell’animazione e del manga nati in Hokkaido, qualcuno un giorno o l’altro dovrà fare una mostra per celebrarli N.D.R. ) Dopo questo breve escursus, ha voluto trattare delle sfide che stanno davanti al mondo dell’animazione giapponese….

  • Man mano che le tecniche digitali si evolvono, sento che la posizione dell’industria dell’animazione diventerà precaria“, ha affermato, ricordando ai presenti le animazioni di alta qualità nei video musicali realizzati dai singoli artisti in modo autonomo come esempio di progresso tecnologico.”Come persona dell’industria degli anime, mi irrita che siano arrivati così lontano da poter persino fare animazione da se ( si riferisce ai singoli artisti, come risulta dall’intervista. ).

    “Ma questi (video) dimostrano come, usando l’animazione digitale, anche un singolo individuo ( senza molta esperienza nel campo) può creare un’opera di grande interesse, senza doversi affidare ad un Team di specialisti. La domanda da porsi ( per noi addetti all’animazione) è come, la produzioni di anime giapponese, che si occupano di serie e opere basate sulla trama, possano affrontare questi sviluppi ?”

  • Yoshiyuki Tomino ha affermato di percepire una certa indifferenza della Sunrise nei confronti di queste innovazioni tecnologiche ( e le loro ricadute) e che pensa che sia lui che lo studio abbiano una responsabilità nella ricerca proattiva di nuovi talenti.Tuttavia, a un livello fondamentale, spera che le cose possano evolversi a un livello tale che le opinioni di vecchi come lui non siano più necessarie per portare avanti le cose.

Come meri cultori e spettatori temiamo però che la Sunrise stia spostando la sua attenzione soprattutto sui film, trascurando le serie, il progetto di Mobile Suit Gundam The Witch of Mercury potrebbe essere un banco di prova importante, la prima serie di Gundam dopo quasi sette anni, per capire se il sentiero della cinematografia sia la via che la società intende percorrere. Una produzione a carattere internazionale nella quale il gruppo pare voler investire. QUi sotto il nuovo Logo, apparso di recente sul sito della serie N.d.R.

    Yoshiyuki Tomino – continuando – spera anche che la generazione digitale a sua volta possa abbracciare gli ambienti di lavoro di squadra degli studi al fine di creare cose che non siano solo progetti personali, ma che possano anche essere considerate “intrattenimento aperto” dal pubblico.

    Tomino ha poi proseguito sottolineando i rapidi sviluppi dell’animazione a Pechino, affermando che “stanno sviluppando opere di intrattenimento commerciale molto raffinate“.

    Aggiungendo come gli appassionati di animazione che avevano frequentato le sue lezioni all’Università di Pechino 10 anni fà, ora lavorano come professionisti nell’attuale industria dell’animazione cinese.
    La cosa spaventosa è che anche intellettuali di università famose come l’Università di Pechino sono entrati nel mondo degli anime“.

    Inoltre, ha affermato che il governo cinese ha sostenuto pesantemente la sua industria dell’animazione nazionale come parte della sua politica statale. Ha detto che in confronto, i politici giapponesi si comportano come se “fossero bloccati 30 o 40 anni nel passato“. E considerando il declino di progetti come l’ANime Mirai, o l’indifferenza per lo status economico dei giovani animatori, denunciato più volte dalle organizzazioni di rappresentanza del settore giapponese, a fronte di una “sbandierata” celebrazione dell’ANimazione del cosiddetto “Cool Japan” e del suo non indifferente peso economico, non possiamo dargli torto..N.D.R.)

  • C’è il pericolo che se il Giappone continua a realizzare anime con un’unica focalizzazione sul punto di vista degli affari, del businnes, allora subiremo una sconfitta totale per i ragazzi di Pechino“, ha avvertito. “Ma non ho intenzione di gettare un osso a quei ragazzi che sono venuti alla mia conferenza. Non voglio perdere. “Tuttavia, voglio che tutti sappiate che il Giappone non è più un leader nell’animazione. Nonostante questo, i media e il mondo degli affari non ne sono consapevoli”.

Forse Yoshiyuki Tomino avrebbe dovuto esser più esplicito, nel denunciare le condizioni economiche dei giovani – ed anche meno giovani- animatori giapponesi, spesso denunciate dalle organizzazioni giapponesi. Gli stipendi davvero bassi che molti ricevono per un lavoro assolutamente impegnativo. Così come del problema, molto serio, della distribuzione dei profitti nel campo dell’industria dell’animazione anche se quel “There’s a danger that if Japan keeps making anime with a single-minded focus on the business angle,….” ci pare ben chiaro…A cento e 4 anni dalla sua nascita uffiicale, dopo aver certamente contribuito al progresso dell’animazione in tutto il mondo, l’Animazione Giapponese deve ripensare al suo futuro…e forse guardare all’animazione Europea, con i suoi numeri bassi ma con i suoi progetti che uniscono tecniche 2D e 3D…non sarebbe certamente un male.

N.B. ed il declino dell’animazione nipponca, non è che parte del declino della cinematografia Giapponese, un tempo egemone in Asia, ora spesso soppiantata dalle serie TV Coreane.E dalle produzioni del resto dell’Asia.

L’intervista è più lunga di quanto riportato da AnimeNewsNetwork, nostra fonte primaria,la trovate, in versione giapponese, su questa pagina.

Aggiornato con l’inserimento di un video. ( Planeta Gundam)


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