Gundam Origini #22 - Lampi nello spazio II


Testata: Gundam Universe (47)
Numero: 22
Dimensioni: 13x18, B, 208 pagine, colori + b/n, sovracopertina
Autore: Yoshikazu Yasuhiko
Prezzo: 6,00 €
Data uscita: Novembre 2011
Storia originale: Hajime Yadate e Yoshiyuki Tomino
Mecha design originale: Kunio Okawara
Edizione giapponese: Kadokawa Shoten
Edizione Italiana: Starcomics
Trama: Giunto ad A Baoa Qu, Char si reca a colloquio con Gihren. La Cometa Rossa sostiene di non potersi più presentare davanti a lady Kycilia, dopo aver perso l’unità dei NewType, il comandante supremo lo rincuora, egli non ha mai fatto affidamento su quel reparto, poi lo avverte: sa benissimo che egli è Casval e se vorrà ostacolarlo farà una brutta fine. Char lo tranquillizza, è solo uno sconfitto ed è pronto ad appoggiarlo. Gihren è soddisfatto, se il colonnello agirà bene potrà avere un posto di rilievo nella Nuova Era che sta per iniziare, quindi accetta d’affidargli il nuovo mobile armor, lo Zeong.

La Dolos giunge, finalmente, al fronte, la flotta di Wakkein vira per affrontarla ma subisce enormi danni; nel frattempo Sayla, sbarca su A Baoa Qu, inizia ad addentrarsi nei corridoi dell’enorme fortezza ma è ben presto catturata.

Wakkein contatta la Base Bianca e la mette al corrente degli sviluppi, ma durante la comunicazione la nave ammiraglia, la Luzar, è distrutta, lo stesso comandante perisce nell’esplosione. Bright decide il tutto per tutto e, interpretando l’ultima frase di Wakkein che ammette che la Dolos è imbattibile e la flotta rischia d’essere distrutta, ordina a Mirai di far irrompere la nave sulla base nemica; il vascello parte all’attacco, seguito dal resto delle truppe federali.

All’interno della fortezza, Sayla è in balia dei soldati di Zeon, stupiti ed esaltati dall’aver catturato una soldatessa tanto bella. La situazione precipita: alcuni vorrebbero stuprarla, il tenente Macho, che l’ha presa in custodia, l’accusa di spionaggio e le paventa un’orribile fine, sta per schiaffeggiarla quando la ragazza parla per la prima volta, e ciò che dice sconvolge i presenti: “Non mi sono affatto infiltrata! In realtà sono solo tornata a casa! Artesia Som Deikun, ovvero la figlia di Zeon Deikun, è tornata nel principato di Zeon! Comunica al comandante supremo Gihren che sono ritornata!” Lo stupore si dipinge sul volto dei presenti, Sayla rinforza lo shock ordinando a gran voce di fare quanto ha appena detto; l’ufficiale, sconvolto, va ad avvertire i suoi superiori.

La Base Bianca atterra intanto su A Baoa Qu, Kai ed Hayato, che sono sbarcati da qualche tempo sul suolo nemico, capiscono che ora è loro compito difendere la nave; nel frattempo sopraggiunge il Gundam.

Vista la mossa dei Federali, Kycilia decide di entrare nella base e d’andare a colloquio con suo fratello; nel frattempo il tenente Macho fatica a farsi ricevere dal comandante supremo ed è costretto a confessare la sconvolgente notizia al comandante del presidio, il capitano Matogross. Mentre i due discutono, arriva Kycilia, con un nutrito numero di soldati della Dolos, ed entra nella sala comando; qui affronta il fratello e gli chiede che fine abbia fatto la Great Degwin. Gihren, dopo qualche insistenza, ammette, a denti stretti, la verità: la nave è andata distrutta, il loro padre è morto. Kycilia estrae un’arma e gli spara in testa, tra lo stupore dei presenti. La principessa si giustifica dicendo che nessuno può uccidere il proprio padre, poi fa avvisare tutti i reparti che da quel momento sarà lei al comando delle forze armate.

Matogross ha assistito a tutta la scena e, inorridito, ordina ai suoi di indossare la normal suit e di lasciare le proprie posizioni, quindi si fa condurre da Sayla. Giunto alla presenza della ragazza, il capitano la guarda bene e poi le fa il saluto militare: egli era legato a Ramba Ral, che s’era preso cura di lui da giovane, ed ora, in lacrime, le fa togliere le manette. Intanto le truppe della Dolos occupano i punti strategici della base, i soldati di stanza capiscono subito che non sono rinforzi ma congiurati di un colpo di Stato.

Davanti alla cella di Sayla si è creata una gran ressa di soldati del principato confusi e sbandati; Matogross prende la palla al balzo e chiede alla giovane il permesso di combattere in suo nome. La ragazza, in silenzio, con sguardo altero, esce dalla stanza e si mostra agli uomini; dopo un po’ di stupore, scoppia un boato assordante: è giunto il momento di cacciare gli Zabi in nome della figlia di Zeon.

Intanto Char esce in battaglia con lo Zeong ed apprende della morte di Gihren. Amuro è rientrato sulla Base Bianca per rifornimenti, ed ha un colloquio chiarificatore con Fraw, ma la chiacchierata è interrotta dalla sensazione che la Cometa Rossa sia in avvicinamento; il Gundam, quindi, decolla ed inizia la sua ultima lotta. I due giovani s’affrontano accusandosi a vicenda per la morte di Lalah.

Dentro la fortezza, la rivolta dei soldati di Matogross prosegue, causando caos e confusione; Macho si dimostra uno dei più valorosi nel difendere Sayla. La notizia che la sommossa è in nome di Artesia Deikun e non di Gihren, come aveva pensato, lascia Kycilia sconvolta, per la prima volta in vita sua crede d’essere stata affrettata nel suo modo d’agire. L’apprendere che il segnale dello Zeong è scomparso, indice della distruzione del mobile armor e della morte di Char, le ridona il sangue freddo: non ha motivo di temere Artesia, se fosse stato Casval sarebbe stato diverso, ma Artesia non può essere una minaccia. La principessa ordina l’evacuazione, faranno entrare i Federali nella base e poi la faranno esplodere eliminando nemici e ribelli in una volta sola. La guerra proseguirà, fino alla vittoria finale, con le truppe ed i mezzi di Granada e Zeon.

Nel frattempo il Gundam entra ad A Baoa Qu inseguendo Char che è riuscito a mettersi in salvo con la cabina di pilotaggio dello Zeong. Con un colpo diretto, la Cometa Rossa riesce a distruggere la testa del mobile suit federale, privandolo della telecamera principale. Mentre la rivolta prende una brutta piega, Amuro e Char si sparano a vicenda, le loro percezioni li salvano dalla morte ma lo Zeong è completamente distrutto, mentre il Gundam diventa totalmente inservibile.


Commenti: Questo penultimo volume è strutturato in due sezioni, gli eventi all’esterno di A Baoa Qu e quelli al suo interno.

All’esterno seguiamo una storia che è, nei suoi punti principali, la stessa della serie tv: lo scontro finale tra il Gundam e lo Zeong, la decisione di Bright di scendere sul suolo della fortezza, la difesa della Base Bianca da parte di due coraggiosissimi Hayato e Kai. Ma ci sono comunque differenze sostanziali: scopriamo che la Dolos è entrata in azione, ed è la distruzione di parte della flotta da parte sua (con la morte dello stesso comandante Wakkein, che nella serie periva a Solomon per salvare la Base Bianca) che spinge Bright ad avvicinarsi alla base nemica. Prima dello scontro finale con Char, Amuro ha un ultimo colloquio con Fraw, mentre nella serie i due non si incontrano fino alla fine della battaglia. Si nota, nel complesso, un maggior realismo con i mobile suit che rientrano a bordo per fare rifornimenti, sostituire gli armamenti e le munizioni, o ottenere riparazioni, permettendo ai loro piloti di riposare pochi minuti prima di ripartire, cosa che un anime, con i suoi tempi televisivi, non si può permettere. Ultima differenza, ma molto importante, Sayla entra ad A Baoa Qu senza incontrare suo fratello, cosa che nella serie avveniva quasi subito, questo la porta a finire prigioniera del nemico ed a rimandare l’incontro con Char ad un secondo momento.

Gli eventi dentro la fortezza sono i più innovativi del volume. Apprendiamo che Gihren è a conoscenza del segreto di Char ma è disposto a passarci sopra, nuovamente,come con Kycilia, la Cometa Rossa fa l’umile ed il dimesso ottenendo quello che vuole. La sezione con lo Zeong, che nella serie non gli era assegnato dal comandante supremo, ricalca pedissequamente l’anime, compresa la battuta sul fatto che sia privo di gambe. L’arrivo di Kycilia è molto più spettacolare; la donna entra nella sala comando protetta dai suoi fedelissimi, poi gioca a fare l’ingenua con il fratello e gli chiede della fine di suo padre, così da avere la giusta causa per la sua ultima mossa che le consegnerà il trono.

Le già ampie modifiche apportate al personaggio della principessa, qui raggiungono il culmine. Nella serie la donna è veramente all’oscuro della fine del padre, può, al massimo, averla intuita ma non ne ha la certezza, il suo gesto può quindi essere letto come un momento d’ira verso il fratello parricida, fratello che comunque lei odiava, in difesa del padre a cui voleva veramente bene. Nel manga, invece, tutta la discussione con Gihren è una sceneggiata a beneficio dei presenti: Kycilia sa che fine abbia fatto la nave di suo padre, è stata lei a convincere il principe a partire e poi ha avvisato il comandante supremo, infatti il fratello è quasi stupito delle domande che lei gli pone, non arriva a capire perché lo voglia spingere a dire chiaramente ciò che è ovvio ad entrambi. Inoltre l’ingresso nella sala comando avviene tra le sue guardie che in pratica mettono i presenti davanti alla scelta se accettare l’evento o morire con il comandante supremo (nella serie la donna entra da sola e trova subito la solidarietà dei soldati alle postazioni). Lo stesso sbarco di truppe dalla Dolos prefigura il tutto come un colpo di Stato mascherato, cosa che nella versione televisiva non era per nulla chiaro: la scomparsa di Gihren era accettata come un fatto accaduto e la storia proseguiva.

Ultima grande novità di questo volume è l’avventura di Sayla dentro A Baoa Qu. Tutti gli eventi che vedono la ragazza protagonista sono un’innovazione dell’autore che rende la situazione dentro la fortezza ancor più caotica di quanto non si vedesse nella serie (e spiegano meglio come faccia la Federazione, che partiva svantaggiata, a vincere lo scontro che, sulla carta, era perso in partenza).

La scomparsa di Gihren e l’apparizione di Artesia gettano le truppe di Zeon nel caos più totale e suscitano scontri violenti nei corridoi della base. Questo rende possibile l’ingresso dei Federali che, sebbene inferiori di numero e privi di guide, essendo Wakkein morto, riescono a mettere piede sull’asteroide fortificato ed iniziano ad entrarvi dentro. Sebbene Sayla sia spinta ad agire dal pericolo imminente d’essere violentata e possibilmente uccisa, il suo gesto le regala un momento di luce e visibilità, dopo essere stata a lungo all’ombra degli altri personaggi, in primo luogo suo fratello, ed è una bella sorpresa per chi già conosce la storia. Il tutto è presentato in modo credibile; da sempre è noto che gli Zabi non fossero amati da tutti e che molti simpatizzassero per la famiglia Ral, oltre che per lo scomparso Deikun, la fine di Gihren ed il colpo di Stato mascherato di Kycilia spingono all’esasperazione questi scontenti che, scoprendo tra loro una ragazza, che non si capisce da dove sia giunta e che sostiene d’essere Artesia, le affidano le proprie vite. Quella che prima era una spia federale, diventa, già nel rapporto presentato a Kycilia, una ragazza che indossa una divisa federale (quindi potrebbe essere chiunque, non è detto che fosse un soldato nemico); è stupefacente osservare come quei soldati seguano una sconosciuta che dovrebbe essere loro nemica solo perché un capitano riconosce in lei la figlia di Deikun; stupefacente ma molto credibile e realmente accaduto diverse volte nel corso della storia umana.

L’apparizione di Artesia ci mostra Kycilia per una volta incerta sul da farsi: prima crede che la rivolta sia in ricordo del suo fratello appena morto (e si stupisce di come ci possa essere gente che parteggi per un parricida), quando scopre che una sedicente Artesia guida i ribelli, rimane turbata e pensa d’aver commesso un’imprudenza nel regolare così presto i conti con Gihren. Poi riacquista il sangue freddo che le è caratteristico e valuta che Casval sarebbe stato una minaccia, Artesia no. Nel suo voler distruggere la base e tutti i nemici, osserviamo una lucida valutazione delle forze in campo, i Federali hanno perso i loro comandanti, Revil e Wakkein, le loro forze erano già scarse in partenza, la conquista di A Baoa Qu diverrà per loro una vittoria di Pirro. Lo stesso autore sostiene che Zeon avrebbe ancora potuto vincere la guerra: finora le forze erano state divise tra i vari fratelli ed usate come strumento di pressione per le loro lotte di potere, come il mancato aiuto a Solomon dimostrava. Essendo rimasta solo Kycilia al comando, e potendo contare sulle truppe di Granada, a lei fedelissime, e sulla guarnigione di Zeon (che si può pensare fedele al defunto Degwin quindi ostile verso il suo figlio omicida), essendo gli uomini di Gihren quelli che stavano morendo ad A Baoa Qu, la principessa, ora unica guida di Side 3, avrebbe potuto contare su meno truppe certamente, ma totalmente fedeli e che avrebbero affrontato una Federazione nettamente in difficoltà. Da qui la scelta di far saltare tutto, dopo avervi fatto penetrare il nemico. Disgustosi, ma profondamente umani, risultano gli ufficiali della sala comando che, fedelissimi di Gihren, sono pronti ora a saltare sul carro del vincitore pur di mantenere vita, posizione e prestigio.

Le ultime scene del volume, con la distruzione dello Zeong ed il danneggiamento del Gundam, riprendono la narrazione a noi nota. Le percezioni NewType di Amuro diventano sempre più forti, gli permettono di intuire che Char sta arrivando per l’ultima battaglia e gli salvano la vita durante l’ultimo assalto dello Zeong dentro A Baoa Qu. In verità, tutto lo scontro tra il mobile suit ed il mobile armor vede Amuro sempre in vantaggio, le sue capacità hanno ormai superato quelle della Cometa Rossa.


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