Gundam Origini #23 - Incontri nello spazio


Testata: Gundam Universe (49)
Numero: 23
Dimensioni: 13x18, B, 240 pagine, colori + b/n, sovracopertina
Autore: Yoshikazu Yasuhiko
Prezzo: 6,00 €
Data uscita: Maggio 2012
Storia originale: Hajime Yadate e Yoshiyuki Tomino
Mecha design originale: Kunio Okawara
Edizione giapponese: Kadokawa Shoten
Edizione Italiana: Starcomics
Trama: Mentre il Gundam e lo Zeong si distruggono a vicenda, le truppe provenienti da Granada entrano nella fortezza per domare la rivolta allentando la pressione all’esterno. Kai ed Hayato, ormai ignorati dalle truppe del Principato, ricevono l’incarico di andare a cercare Amuro e Sayla che risultano dispersi dentro A Baoa Qu. Nella sala comando della fortezza, intanto, Kycilia ha ricevuto la comunicazione che la Purple Widow ha attraccato al molo principale e che i mezzi di Amuro e Char si sono distrutti reciprocamente. La principessa è molto soddisfatta della scomparsa della Cometa Rossa ed invia i suoi MS ad attaccare i ribelli di Sayla; le truppe della ragazza si trovano in difficoltà, la giovane prende un microfono ed aizza i soldati di Zeon all’insurrezione contro gli Zabi.

Nel frattempo Amuro esce dall’abitacolo del Gundam e, percependo la presenza di Char, si addentra nei corridoi di A Baoa Qu. La sommossa prosegue, i MS dei ribelli iniziano a prendere il sopravvento, approfittando dei dubbi che la comunicazione di Sayla ha suscitato nelle truppe di Kycilia. La Zabi decide quindi di abbandonare la fortezza ed elimina seduta stante alcuni ufficiali contrari a questa linea d’azione; quindi i suoi uomini piazzano degli esplosivi in tutta la sala comando. Dopo pochi minuti Sayla irrompe sul ponte di comando alla testa dei suoi uomini e, osservando uno dei monitor ancora in funzione, scorge Amuro che si aggira per i corridoi. Mentre si decide la linea d’azione, il capitano Matogross intuisce che la sala dev’essere stata minata (Kycilia non è tipo d’abbandonare la postazione lasciando tra l’altro gli altoparlanti in funzione) e si getta su Sayla per farle da scudo con il proprio corpo: dopo pochi istanti le bombe esplodono; la giovane figlia di Deikun si salva, ma il coraggioso capitano e moltissimi dei suoi uomini perdono la vita.

Giunto agli appartamenti di Gihren, Amuro ritrova Char e, dopo un battibecco telepatico, inizia a sparagli contro, ma con scarsi risultati. La Cometa Rossa gli passa una sciabola e lo scontro continua all’arma bianca. Amuro comprende d’essere in difficoltà contro un ufficiale addestrato in Accademia ma nonostante tutto resiste ed accusa Char d’aver causato la morte di Lalah. Il suo nemico, d’altro canto, gli rinfaccia d’averlo ostacolato e di non essere divenuto suo alleato nella vera guerra, quella tra OldType e NewType. Amuro controbatte sostenendo che i NewType non dovevano divenire strumenti di morte ma dovevano comprendersi a vicenda, come lui aveva fatto con Lalah, Char lo ferma sostenendo che non ha il diritto di parlare della ragazza che doveva essere la sua seconda madre: Amuro è stato una pedina della Federazione e lo ha ostacolato, privandolo inoltre di Lalah, quindi deve morire. Durante il duello Char rivede nel suo avversario se stesso che difendeva la propria sorella nel castello di don Teablo assalito dagli uomini di Kycilia e rimane turbato dalla cosa.

Mentre prosegue lo scontro tra i ribelli e le truppe fedeli agli Zabi, Sayla lascia i suoi uomini a combattere e decide di dirigersi verso gli appartamenti del Comandante Supremo per cercare Amuro. La ragazza raggiunge i due duellanti mentre Ray trapassa il casco di Char provocandogli una profonda ferita in fronte e la Cometa Rossa lo colpisce alla spalla destra. Sayla si getta su Amuro e lo protegge con il suo corpo, suo fratello ritorna in sé, anche per le parole che gli urla contro la giovane, e le dice di abbandonare la fortezza con il suo amico, lui ha una missione da portare a compimento.

Le truppe di Zeon stanno abbandonando A Baoa Qu a seguito dell’ordine di evacuazione generale. Char si impossessa di un casco e di un bazooka, quindi si dirige al molo principale da cui sta salpando la Purple Widow con Kycilia a bordo. Sulla plancia della nave la principessa valuta che la guerra è ormai vinta: la Federazione è allo stremo mentre Zeon può contare su tutta la potenza di fuoco della Dolos, di Granada e di Side 3; in breve la Federazione sarà costretta alla resa senza condizioni. Mentre la donna fa queste considerazioni, davanti alle vetrate della plancia appare Char che, dopo aver rivolto un pensiero a Garma, spara con il bazooka. Il colpo fa saltare la testa della principessa e distrugge completamente il ponte di comando; la nave, ormai senza controllo ed avvolta dalle fiamme, si schianta nell’hangar della Dolos che esplode precipitando su A Baoa Qu che inizia a bruciare.

Bright a questo punto ordina d’abbandonare la Base Bianca; intanto, a causa degli scontri, Amuro e Sayla si separano. Il ragazzo, grazie allo spirito di Lalah che lo guida, riesce comunque a raggiungere quanto rimane del Gundam. Sul ponte di comando della Base Bianca, Bright cerca di parlare con Mirai del loro futuro ma è interrotto da un messaggio telepatico di Amuro che avvisa tutti i suoi compagni d’allontanarsi subito dalla nave; fatto ciò, spinge Sayla verso Kai ed Hayato che stanno lottando dentro la fortezza: la ragazza è salva.

Mentre le esplosioni squassano A Baoa Qu, le navette di soccorso federali si riuniscono in zona di sicurezza e Bright ed i suoi uomini possono assistere alla distruzione della Base Bianca. Tutto l’equipaggio s’è salvato ma di Amuro non c’è alcuna traccia e già lo si piange per morto. All’improvviso Kikka, Katz e Letz attirano l’attenzione di tutti iniziando un conto alla rovescia che si conclude quando il core fighter del Gundam appare tra le fiamme. Il velivolo è danneggiato, Amuro lo abbandona e si butta tra le braccia dei suoi amici.

U.C. 0080 Lo stesso giorno, dopo questa battaglia tra il Governo della Federazione terrestre ed il Principato di Zeon è firmato un trattato d’armistizio.


Commenti: Con questo numero si conclude, dopo 100 puntate, 4.883 tavole e 10 anni di lavoro, Origini. Il volume si può ben dividere in due sezioni: lo scontro tra Amuro e Char e la storia di Sayla ed i ribelli, intervallate da poche scene dedicate alla Base Bianca ed a Kycilia.

Lo scontro finale tra Amuro e Char ricalca, nel complesso, la versione televisiva, abbiamo alcuni approfondimenti, sia psicologici sia ambientali (si scopre che il duello avviene negli appartamenti di Gihren, mentre nella serie il tutto aveva luogo in un’anonima stanza), ma per il resto tutto procede come già noto (fatti salvi i ricordi legati all’aggressione nel castello dei Mass in Spagna), con i due giovani che si accusano a vicenda per la morte di Lalah e Char che critica Amuro per il suo volersi opporre ai suoi progetti. La Cometa Rossa si vanta d’aver attirato il suo nemico in uno scontro all’arma bianca perché così può far prevalere la sua maggiore esperienza di militare sul giovane talentuoso ma inesperto, ma si nota, comunque, che Amuro riesce a tenergli testa senza grandissimi problemi (forse per la maggior deconcentrazione di Aznable che è tutto preso dal suo senso di superiorità e dal ricordo di Lalah). L’arrivo di Sayla interrompe lo scontro e spinge Char a completare la sua vendetta. La fuga della ragazza dalla fortezza è diversa dalla serie, qui incontra Hayato e Kai mentre nell’anime fugge da sola, guidata a distanza da Amuro. Uguale è la fuga di quest’ultimo ed il suo “discorso” con Lalah ed i suoi amici. Unica differenza: Bright ha già deciso di lasciare la nave quando il ragazzo lo contatta, e sta inoltre cercando di confessare i propri sentimenti a Mirai, mentre nella serie la Base Bianca è sotto attacco delle truppe di Zeon ed è proprio Amuro a spingere tutti alla fuga.

La morte di Kycilia ricalca perfettamente la serie televisiva, abbiamo qui maggiori dettagli che approfondiscono il tutto ma non stravolgono quanto noto.

La parte meno esplorata è la fine della rivolta. Bloccato da un finale già scritto, Yas sembra aver voluto chiudere il discorso in modo sommario ed affrettato: quella che era la sezione più originale di questi ultimi volumi è trattata in modo sbrigativo, dopo le belle scene del numero precedente. Le truppe di Matogross entrano nella sala comando deserta, buona parte è uccisa dalle bombe di Kycilia, i superstiti finiscono abbandonati da Sayla che decide d’andare a salvare Amuro. Non sapremo mai che fine fecero quei poveretti che avevano preso le armi in nome della figlia di Deikun; non sapremo mai se il tenente Macho si sia salvato o meno, l’ultima volta che lo vediamo sta sparando per difendere Sayla che passa tra il fuoco incrociato dei suoi uomini e dei nemici.

Il comportamento di quest’ultima è, in fin dei conti, coerente con il suo carattere. Donna amante della pace, aliena da ogni ambizione politica e che crede ciecamente nell’amicizia, ha indossato la maschera della rivoluzionaria spinta dalle circostanze e per salvare la propria vita. Quando deve scegliere tra il lottare per un trono che non vuole e lasciare tutto per salvare un amico in pericolo non perde un secondo e compie la scelta che reputa più giusta, rischiando comunque la vita. Sebbene sia tutto comprensibile, rimane un po’ d’amaro nel costatare che decide in un attimo d’abbandonare a se stessi ed al proprio destino tutti quegli uomini che si sono affidati a lei. Alla fine del racconto ritorna nell’anonimato dove aveva vissuto e continuerà a vivere e della sua esperienza di principessa di Zeon per un giorno non rimane traccia negli annali della Guerra di Un Anno.

Ancora una volta traspare la convinzione, che è anche quella dell’autore, che Zeon avrebbe vinto il conflitto. La rivolta lealista è servita solamente a giustificare in modo più sensato la vittoria di un esercito che, sulla carta, avrebbe dovuto essere sconfitto.

Nelle ultime scene, che ricalcano pedissequamente la fine della serie, c’è un’unica modifica. Nell’anime il narratore avvisava che la pace era firmata dalla Repubblica di Zeon, avvisandoci che la scomparsa degli Zabi aveva spinto la fazione repubblicana a prendere l’iniziativa (evento confermato anche nel terzo film della versione cinematografica), nel manga l’armistizio è stipulato comunque a nome del Principato di Zeon, come se la repubblica fosse istaurata in un secondo tempo dalla Federazione.

Giunti a questo punto si può tracciare un bilancio complessivo di Origini. Yas si è trovato davanti ad un’opera titanica: riscrivere una delle saghe più famose dell’animazione nipponica deve essere stato un impegno da far tremare i polsi. Eppure il nostro autore ci si è dedicato in modo quasi sempre impeccabile; ci sono, è vero, sbavature, messe in luce nei commenti ai volumi precedenti: alcune scelte posso risultare azzardate, altre poco credibili, ma altre hanno reso la storia più coerente e verosimile. In alcuni punti il racconto è stato praticamente stravolto, in altri è mancato il coraggio di farlo (e la storia della rivolta di Sayla ben rappresenta questi due estremi), alcuni spunti potevano essere approfonditi meglio (tipo il rapporto tra Deikun e la vecchia Roselucia, o Zenna e Dozle). Il finale già scritto ha imbrigliato e costretto l’autore in una gabbia dalla quale era difficile uscire (nell’intervista alla fine del volume veniamo a sapere che i fan avevano chiesto in egual numero di cambiare il finale e di lasciarlo invariato e questo dimostra chiaramente in quale ginepraio si fosse andato ad infilare il maestro); Yas è riuscito, fin dove ha potuto, ad innovare nel solco della tradizione. La parte più interessante è stata senza dubbio il lungo flashback sulle origini del conflitto (l’autore rivendica a suo merito l’aver ottenuto il permesso di inventare liberamente in quella sezione della storia); abbiamo visto Deikun in vita, abbiamo scoperto tanti punti rimasti oscuri (tipo il modo in cui Artesia e Casval diventano Sayla e Char), abbiamo approfondito la conoscenza degli Zabi e dei Ral. Anche lo sviluppo dei mobile suit è stato un punto ben sviscerato, la storia tra Char e Lalah è comunque rimasta parzialmente avvolta nel buio, come il matrimonio di Dozle e Zenna. La nuova rotta della Base Bianca è risultata più sensata e meno tortuosa di quella dell’anime, anche i luoghi degli scontri e delle soste, citati in abbondanza per nome, ed a volte con l’ausilio di mappe, hanno reso più reale le avventure dei protagonisti che hanno viaggiato su una Terra ora ben riconoscibile e credibile.

Nel complesso, pertanto, al netto delle inevitabili sbavature, non si può non essere soddisfatti della rivisitazione che l’autore ha fatto di Gundam; una riscrittura che, pur sempre con alti e bassi, ha reso perfettamente omaggio ad una pietra miliare dell’animazione giapponese e le ha dato nuova linfa e longevità.


Gundam Origini #22 - Lampi nello spazio IIIndice Gundam Origini
Vuoi collaborare? Scrivici!!