Gundam Origini #16 - Odessa II


Testata: Gundam Universe (31)
Numero: 16
Dimensioni: 13x18, B, 224 pagine, colori + b/n, sovracopertina
Autore: Yoshikazu Yasuhiko
Prezzo: 6,00 €
Data uscita: Novembre 2008
Storia originale: Hajime Yadate e Yoshiyuki Tomino
Mecha design originale: Kunio Okawara
Edizione giapponese: Kadokawa Shoten
Edizione Italiana: Starcomics
Trama: Gibilterra è caduta in mano federale, ma durante la notte uno Zaku fa strage dei GM in perlustrazione. La Base Bianca arriva in città insieme ad altre due navi di classe Pegasus; durante la riunione sul ponte di comando, l’equipaggio è informato che il generale Revil ha superato il Reno con le sue truppe e punta su Odessa, la Base Bianca, con il resto della flotta, dovrà marciare verso la città ucraina superando il Caucaso e giungendo quindi da est, per circondare così il nemico.

Finita la riunione, Bright convoca Sleggar e gli affida un compito rischioso: dovrà distruggere lo Zaku che ha abbattuto sei GM durante la notte precedente. Amuro intanto apprende da Fraw che la ragazza prenderà il posto di Sayla alle comunicazioni, quest’ultima diverrà pilota di core fighter. Amuro non apprezza molto il cambiamento, quindi si reca all’hangar e poco dopo riceve l’ordine di partire. La squadra di Sleggar infatti è stata attaccata dallo Zaku misterioso ed il tenente ha chiesto aiuto; Amuro arriva nel punto dove si trova il GM del suo superiore e scopre, sul picco che sovrasta Gibilterra, lo Zaku rosso che lo attende, il colonnello Char ne è il pilota. La Cometa Rossa ha distrutto tutti quei mezzi federali prevedendo che alla fine avrebbero inviato il Gundam ad affrontarlo, infatti è ormai ossessionato dal mobile suit nemico e dalla sua imbattibilità. Dopo un breve ma cruento scontro, lo Zaku è distrutto, Char è messo in salvo dai suoi uomini e va via.

Lasciata Gibilterra, la Base Bianca fa rotta per il Caucaso, sorvolando le montagne di Cappadocia, in territorio turco; durante il viaggio Amuro fa la conoscenza del sergente maggiore Etur Beorbatcheh, il cui nonno era originario proprio di quei luoghi, e che era rimasto ferito durante lo scontro con Char a Gibilterra (era nella squadra con Sleggar, anch’egli ferito ed ora ricoverato).

Nonostante non sia in piena forma, il tenente Sleggar accetta d’andare in ricognizione e di far compiere un volo d’addestramento a Sayla. La ragazza piloterà un core fighter, il tenente il nuovo core booster. Il volo procede tranquillo, con Sleggar che fa il galante con Sayal, fin quando, giunti presso l’Ararat, non intercettano una squadriglia di Dopp. I nemici sono rapidamente distrutti, ma il core fighter di Sayla è danneggiato ed inizia a perdere quota finendo per impattare nel lago Van. L’inesperta pilota è salva, ma Sleggar torna verso la Base Bianca per chiedere aiuto; non sa che Mirai, percependo il pericolo, ha aumentato la velocità per raggiungerli il prima possibile.

Lo scontro con i Dopp ha suscitato l’interesse di una squadra di Dom, guidati dalle due Stelle Nere, Ortega e Gaia, che vogliono vendicare il loro compagno morto. I mobile suit nemici raggiungono il lago ed attendono l’arrivo dei Federali, non si accorgono di Sayla che si è nascosta; Sleggar raggiunge la corazzata e dà l’allarme, Amuro esce con il Gundam per salvare l’amica (per far prima il mobile suit è posto sopra il core booster che diventa così il suo mezzo di trasporto).

Essendosi accorti dell’arrivo dei Federali, i Dom si nascondono. Amuro atterra e trova Sayla, ma subito si accorge della presenza degli uomini di Zeon. Temendo per la vita della ragazza, il Gundam attacca i nemici e li distrugge da solo, Ortega e Gaia muoiono. La notizia della distruzione di 8 Dom da parte del mobile suit bianco lascia perplesso lo stato maggiore zeoniano ad Odessa, ma M’Quve rimane impassibile ed ordina d’avanzare contro le truppe di Revil.

La battaglia di Odessa ha inizio: alla Base Bianca è ordinato di scortare la Moltke, il mezzo su cui si trova Revil. Lo scontro è violento, il sergente Etur muore; durante la notte M’Quve ordina ad un bombardiere, armato con testate nucleari, d’attaccare la nave di Revil. Al momento di lasciare la Base Bianca, Amuro ha una premonizione e chiede a Bright se debba difendere la Moltke o la sua gemella, la Bhatan. Il comandante lo rimprovera e gli urla di proteggere la Moltke. Sull’ammiraglia di Revil, intanto, il generale Elran sta implorando il comandante supremo di farlo andare in battaglia, il suo superiore rimane stupito, essendo Elran notoriamente un codardo, e comprende che è lui la talpa che da mesi passa informazioni a Zeon.

Amuro è uscito in battaglia, ma percepisce un grave pericolo, abbandona il suo posto e porta il Gundam verso la Bhatan. In effetti è questa la vera ammiraglia con Revil a bordo e contro di essa sta dirigendo l’aereo con le testate nucleari. Arrivato il vista della Bhatan, il mezzo zeoniano sgancia i suoi ordigni ed è distrutto dal Gundam intanto sopraggiunto. Amuro poi neutralizza le due bombe e precipita sull’ammiraglia catturando, per caso, il colonnello Judock, assistente di Elran e come lui informatore di Zeon.

Ricevuta notizia del fallimento della missione, M’Quve decide d’andare personalmente in battaglia con il suo Gyan. Si rifiuta, tuttavia, di bombardare tutte le principali città della Terra con i missili balistici a sua disposizione, come ordinato da Gihren; tutti gli ideali di Zeon infatti non valgono per lui nemmeno uno dei capolavori dell’arte racchiusi sul pianeta.

La battaglia è ormai persa, la flotta federale bombarda dal mare Odessa, le truppe zeoniane decollano per tornare nello spazio; intanto il Gyan resiste da solo al nemico davanti alla famosa scalinata che collega la città alla zona portuale. M’Quve si immerge sott’acqua e si posiziona in mezzo alla flotta nemica, poi si fa esplodere causando grossi danni. La battaglia di Odessa è finita, la Federazione ha cacciato Zeon dalla Terra. I prossimi scontri avranno luogo nello spazio.


Commenti: Si conclude, con questo volume, la sezione terrestre della storia. Il racconto è diviso in tre parti, l’avventura a Gibilterra, quella nel Caucaso e la battaglia di Odessa.

La prima parte, ambientata a Gibilterra, è totalmente nuova rispetto alla serie, assistiamo ad un nuovo scontro tra Char ed Amuro e alla morte di un altro soldato della Base Bianca, il sergente Rodrigo. All’arrivo in città si vedono, oltre al vascello di Bright, altre due navi della stessa classe, probabilmente quelle di cui aveva parlato Woody a Jaburo, ossia la Garibaldi ed un’altra rimasta anonima. In questa sezione Fraw sostituisce Sayla alle comunicazioni. Si nota in Amuro un certo disappunto nel pensare che Fraw subentrerà a Sayla alla radio, evidentemente i colloqui con la bionda dottoressa non gli dispiacevano.

L’avventura sul Caucaso è anche inedita e sostituisce parte del tragitto asiatico della Base Bianca. Assistiamo alla morte delle due Stelle Nere rimaste, che nella serie rimanevano uccise poco prima di Odessa. Ampio spazio è dato in questa missione a Sayla, mentre Sleggar guida il core booster che ha sostituito, fin dalla versione cinematografica, l’inutile G-Fighter che si univa in volo al Gundam. Il core booster è invece un bellissimo, massiccio bombardiere. Facendo raggiungere Odessa dal Caucaso, Yas fa in modo che la Base Bianca percorra, alla fine del suo viaggio, il tragitto da est che invece seguiva costantemente nell’anime.

La battaglia di Odessa non era particolarmente spiegata nella serie, l’attenzione era maggiormente concentrata sulla fine di Elran e Judock, scoperti casualmente da Amuro in perlustrazione, e dalla morte di Ortega e Gaia. Della battaglia si vedeva solo la parte finale, con il Gundam che distrugge le bombe all’idrogeno. Qui c’è una grossa differenza, nel manga M’Quve invia un bombardiere con due bombe atomiche contro l’ammiraglia di Revil, mentre si rifiuta di attaccare le città terrestri. Nell’anime vuole solamente usare le bombe all’idrogeno, lanciate con missili, contro le truppe nemiche. Altra differenza è l’apparizione del Gyan ad Odessa, nella serie entra in scena più avanti, e la morte di M’Quve, che nell’anime era ucciso nella colonia Texas. Ma uscendo di scena qui il generale fa una fine molto più epica di quella della serie animata ed anche più onorevole, rifiutandosi d’eseguire l’ordine di Gihren.

Come detto, si vedono molte più scene della famosa battaglia, che è ampiamente descritta. Yas omaggia il capolavoro del cinema sovietico, La corazzata Potëmkin, di S. M. Ejzenštejn (famoso in Italia perché citato ne Il secondo tragico Fantozzi), mostrando la famosa scalinata su cui avanza il Gyan di M’Quve.

Come sempre, il maggior numero di soldati e mezzi sulla Base Bianca permette un numero superiore di morti durante gli scontri, cosa che rende più realistiche le battaglie. Amuro, come prima Mirai sul Caucaso, ha nuove percezioni NewType, che sono determinanti per salvare Revil.

Interessante la spiegazione che Yas dà per giustificare la divisa di Amuro, diversa da quella degli altri soldati. Il sergente Etur chiede ad Amuro perché continui ad usare una divisa non regolamentale, il giovane risponde che non c’è un motivo preciso, nonostante anche Bright lo rimproveri per questo. Sebbene il discorso non spieghi molto, anche perché anche altri, come Kai, Hayato, Sayla e Mirai, non rispettino il regolamento, la breve discussione ha il merito di mettere in chiaro che le loro divise sono un’eccezione e non la regola rispetto all’esercito federale.


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