ovviamente chi vuole commentare (anche sparando a zero) è benvenuto! Manco da domandare, ovviamente sul topic apposito (in effetti c'è da perdersi a trovarlo visto il numero di topic
)
Intanto un episodio senza combattimenti.
PS: errata corrige, un episodio con combattimenti che provocheranno anche dolorose (ma si spera momentanee) grosse perdite tra le fila dei protagonisti
EP 24: L'invisibile baratro del destino
Bright e Mirai uscirono dalla stanza di rappresentanza della WB dirigendosi verso le vicine macchinette del caffe; i due erano visibilmente emozionati (e preoccupati), Mirai appariva piuttosto preoccupata e continuava a muovere velocemente gli occhi alla ricerca di eventuali 'orecchie indiscrete', Bright, più diplomaticamente, sudava freddo e si sentiva soffocare dentro la divisa da ufficiale dell'USAF come dimostrava il suo continuo tentativo di allargare lo stretto colletto.
“Se l'equipaggio lo venisse a sapere...” mormorò Mirai.
“L'equipaggio non lo verrà a sapere, non deve saperlo. Abbiamo già abbastanza problemi così” sentenziò Bright.
“Già, ma Sleggar, Ray, Uraki e Kobayashi lo sanno” fece notare Mirai asciugandosi la fronte con un fazzoletto, raramente le era capitato di essere talmente tesa da cominciare a sudare.
“Loro non hanno visto, sentito ed intuito niente, credo che abbiano afferrato il concetto”.
Kay era nella vicina stanza ufficiali da solo a riposarsi quando ascoltò involontariamente la conversazione, travisandola completamente senza neanche aspettare la fine della conversazione si diresse verso uno degli interfoni della stanza per dare la 'buona novella' all'equipaggio.
Se solo fosse stato ad ascoltare un altro paio di minuti avrebbe capito che Bright e Mirai non stavano parlando di bollenti atti amorosi scoperti da alcuni poi obbligati a tacere, ma di ben altro...
La situazione, come spesso capitava sulla WB, era drammatica, ma non seria, una specie di riedizione militarmente vittoriosa dell'armata Brancaleone dotata degli equipaggiamenti più avanzati, in grado di affrontare interi battaglioni nemici, ma poi si perdeva poi sulle cose più semplici.
In fondo, anche se non pareva, nonostante i gravi lutti che avevano avuto, la situazione delle corazzate Pegasus e dei Gundam imbarcati era privilegiata, temute dai nemici (i massimi gerarchi nazisti avrebbero reso onore e gloria ad un eventuale pilota di Gundam o membro delle Pegasus che avesse defezionato) e tenute in massima considerazione dal comando centrale federale (che non lesinava pericolose missioni di rifornimento a loro favore).
Si erano sentiti abbandonati molte volte, in realtà il trattamento riservato alla WB era un trattamento dei migliori (sia da parte degli 'amici' che da parte dei nemici, quest'ultimi in fondo avevano come obiettivo quello di catturare una Pegasus, i Gundam ed i loro equipaggi interi, possibilmente), c'era chi stava peggio...
In quello stesso momento in un campo di prigionia, sotto una tormenta di neve, dopo una rapidissima sentenza diversi ufficiali partigiani catturati in Europa, gran parte ex-militari delle forze europee, ma molti erano anche semplici civili che si erano dati alla macchia e avevano cominciato a lottare, venivano fucilati.
I loro corpi vennero quindi cosparsi di benzina.
Un anonimo nazista si accese una sigaretta con un fiammifero che poi gettò sui corpi, questi cominciarono a bruciare e a ridursi in cenere e probabilmente insieme ai corpi si sarebbero presto persi i nomi di quei combattenti nei meandri della guerra.
C'era chi stava peggio, molto peggio, ma non si doveva pensare a ciò, l'unica cosa a cui i membri della WB dovevano pensare in quel momento era arrivare a Città del Capo, nelle loro condizioni guardarsi indietro, guardare le tenebre che avvolgevano il mondo non sarebbe servito a molto, anzi il morale dell'unità si sarebbe completamente sfaldato e le poche speranze svanite.
Quante volte si erano salvati per il rotto della cuffia o grazie all'intervento di qualche altra unità federale?
Sarebbe stato sempre così? Certamente no, ma nelle loro condizioni potevano solo guardare avanti e sperare che tutto proseguisse per il meglio, sembrava fossero passati solo pochi giorni da quando erano decollati da Okinawa, ma le continue avarie e gli estesi danni alla WB testimoniavano una fuga durata mesi: non potevano permettersi di vanificare tutti gli sforzi fatti fino a quel momento...
Sforzi fatti con un unico obiettivo: portare la pellaccia a casa.
Poche volte si era pensato davvero a quello che loro rappresentavano e probabilmente se avessero potuto leggere i giornali che continuavano a pubblicare informazioni (ovviamente fatte filtrare appositamente dai comandi federali) sullo stato dell'unità e se avessero potuto leggere di quanta genuina retorica venivano circondate le imprese della WB l'equipaggio si sarebbe potuto rendere conto di quanto contasse quella singola nave sul morale dell'intera Federazione.
Ma solo Bright era a conoscenza di ciò e Synapse aveva vietato ai suoi uomini di comunicare ogni informazione in tal senso all'equipaggio della WB.
C'erano stati alcuni 'innesti' nell'equipaggio della WB, ma solo quelli recentemente arrivati con i rinforzi di Matilda sapevano della cosa e anche loro erano stati obbligati a tacere.
L'unità doveva arrivare viva a Citta del Capo e se le cose erano andate bene fino a quel momento non si trovava una motivazione valida per cambiare lo stato morale in cui si trovava l'equipaggio della WB, stato che fino a quel momento aveva retto.
Mirai aspetto che il caffè si raffreddasse e poi lo bevve in un sorso, la sua mano tremava leggermente, una sagoma di un Himmelritter che si parava davanti alla WB ripassò nella sua mente: aveva un vero e proprio terrore degli attacchi aerei ravvicinati e aveva paura che la situazione in cui si trovassero avrebbe solo favorito il ripetersi di tali attacchi.
“In ogni caso non mi sento tranquilla con il vero capo della chiesa cattolica a bordo, se lo vengono a sapere i nazisti avranno un motivo in più per attaccarci, nelle nostre condizioni...”.
“Hai sentito il comando centrale, no? Visto il 'carico' ci hanno assicurato un distaccamento del quarto wing di supremazia aerea, dovremmo stare tranquilli: è lo stesso di cui fa parte quell'asso, Jung, che ci ha già aiutato un paio di volte e di cui faceva parte Ryu” disse Bright con una vena di tristezza pensando al compianto Ryu, anche Mirai si rabbuiò a tale pensiero.
La WB aveva di fronte a se ancora un paio di settimane di viaggio, ora il viaggio, ormai in territorio 'sicuro' sarebbe stato tranquillo e si sarebbero potuti permettere un lungo volo quasi in linea retta alle massime quote consentite dalle condizioni del reattore, ormai i voli a bassissima quota non erano più necessari; inoltre i nazisti prima che potessero lanciare un altro attacco sarebbero passate delle settimane e per allora loro sarebbero già arrivati a Città del Capo.
Pentagono, un paio di giorni dopo, trenta metri sotto terra, sala bunker riunioni.
Il capo di stato maggiore, generale Revil, il presidente, Sean Miller e molte altre personalità militari, economiche e politiche erano riunite per la settimanale riunione di pianificazione del supremo consiglio di difesa.
Da un grosso pannello su un lato della stanza si potevano evincere gli ordini del giorno:
1)Analisi situazione generale
2)Pianificazione futura della strategia militare, politico, sociale e delle capacità produttive
Questi due punti erano punti 'fissi', veri punti che tutti i presenti aspettavano e che avrebbero reso interessante il consiglio di quel giorno erano quelli d'approfondimento e di informazione sulle ultime novità.
3)Adattamento delle dottrine in Europa rispetto a gli ultimi sviluppi in campo religioso
4)Analisi del codice nazista 'Condor'
5)Messa a punto finale della sezione F del progetto V
6)Relazione finale dell'operazione 'Freestyle'
Ormai erano quattro ore che i presenti stavano discutendo, come al solito Revil era intervenuto piuttosto raramente, ma sempre con frasi incisive e che sembravano non avessero possibilità di replica (solo Miller era riuscito ad avere un paio di brevi scambi di battute con Revil in quella giornata).
Revil prese la parola.
“Cercherò di essere breve, perché, quanto voi, ho fame e sono piuttosto stanco, quindi vediamo di trovarci velocemente d'accordo.
Punto tre.
Appena la White Base, classe Pegasus, con a bordo il Papa giungerà in prossimità di Citta del Capo è mia intenzione dare la notizia al mondo, scusatemi il termine, sputtanando la marionetta nazista.
Dalla nostra abbiamo l'anello del Pescatore, possono farne uno falso, ma finché l'originale è saldamente sul dito di possiamo stare tranquilli...”.
“Mi scusi, ma come possiamo essere sicuri che non sia un millantatore?” domandò uno dei politici.
“Le riferisco quello che mi hanno detto gli esperti e la versione che ci ha fornito mister Sulmonte: secondo la sua versione, che reputo assolutamente attendibile, prima di essere fatto fuori da von Schiller, il precedente pontefice, avvalendosi di una vecchia clausola, precedente l'istituzione del conclave e mai abrogata, che consente al pontefice regnante di nominare il proprio successore in condizioni di estremo pericolo, gli ha consegnato l'incarico, che mi riferiscono essere uno dei più giovani dottore della Chiesa dai tempi di Tommaso d'Aquino, ho cento buoni motivi per credere che sia così, tra cui due guardie svizzere e alcune altre cosucce, in ogni caso visto che faccio parte di un'altra religione, con tutto il rispetto, la cosa da un punto di vista 'religioso' non mi tocca, ma mi tocca assai da altri punti di vista” era palese che Revil fosse irritato dalla poco fiducia di quel politico che probabilmente pensava più all'elettorato che ad altro (“e se poi esce che è falso e nel frattempo l'ho supportato?”, Revil immaginò che fosse questo il pensiero del politico), inoltre Revil non parlava mai se non era sicuro al 101% di quel che diceva, se aveva comunicato a tutti i presenti (ma molti già lo sapevano) del vero Papa era perché era sicuro che fosse vero.
“In ogni caso appena comunicheremo la notizia al mondo i nazisti in Europa intera cuoceranno a fuoco alto dappertutto e non solo in alcune zone o a fuoco basso come ora.
Punto quattro.
Vi ricordate di Coventry? Ebbene simile.
Potremo usare il codice di cui vi avevo già riferito al massimo un paio di volte prima che i nazisti intuiscano il fatto, per ora le nostre spie ci informano che Ghiren e compagni credono che quello che sia avvenuto in Kenya sia da attribuire a qualche strano guasto o ad un sabotaggio interno.
Meno gente sa cos'è successo meglio è, quindi acqua in bocca e che nessuno tiri fuori storielle su armi segrete e falle nel sistema nemico, si sa mai che i nazisti intuiscano quel che noi vogliamo che non intuiscano.
Punto cinque.
Con mio grande orgoglio posso confermare che abbiamo fatto perdere le tracce ai nazisti della sezione F del progetto V...
In Nevada possono ora dormire sonni tranquilli e i meteoriti possono anche scordarsi che esistono, in Guyana meno, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti, ma direi che è un sacrificio accettabile vista la posta in gioco...”.
“Che ci consentirà di impedire ai nazisti di lanciare altri attacchi di distruzione di massa tipo quelli di aprile dell'anno scorso” lo interruppe il generale dell'aeronautica, Enriquez Gramhil.
“Esattamente, entro poco i mezzi saranno operativi e a tal proposito vi invito a leggere i nomi dei piloti selezionati, come potete vedere è la creme de la creme”.
“Roy Jung, Pablo Tesaf, Miluenco Slovodin, Alexandra Guler, Daniel O'Grey.... si mi permette ha scelto proprio il meglio del meglio...” esclamò uno dei politici.
“Ovviamente” rispose Revil sorridendo, “Continuando vorrei anche mettere in risalto i risultati dell'operazione 'Freestyle' che ci illustrerà meglio il generale Ryan. Mi preme sottolineare le prestazioni dimostrate dai mobile suit già pan-europei del neo costituito SAS durante tale operazione. È mia intenzione, infatti, potenziare tale branca delle forze speciali equipaggiandola con un numero accettabile di ENACT che si sono rivelati eccellenti in tale ruolo”.
Ci fu ancora un'ora di discussioni in cui si avallarono, mettendo i puntini sulle i, praticamente tutte le proposte di Revil.
Il presidente Miller prima di andarsene andò da Revil offrendosi di accompagnarlo a casa, era palese l'intenzione di Miller di parlare a quattrocchi con Revil, d'altronde con la sfilza di limousine blindate ed elicotteri di cui disponevano non avevano di certo bisogno di passaggi...
Poco dopo, in auto.
“Per lei suppongo che queste riunioni sono un inutile pro-forma, dico bene?” domandò Miller, era palese il suo tentativo di arrivare alla questione che voleva porgli girandoci attorno.
“Non lo nego, ma cosa ci vuole fare... democrazia vuole...” rispose Revil accennando una risata.
“E noi eseguiamo, d'altronde questo ci differenzia da loro... comunque, cambiando discorso, non trova incredibile di come si sia formata quella voragine a Rio de Janeiro? Quanti morti? Cento dico bene?”.
“Si, ed inoltre abbiamo perso tre carri, si è aperta al passaggio di un convoglio”.
“Già sembra che pure la natura ce l'abbia con noi, non trova?”.
“Evidentemente chi è più in alto di noi ci vuole mettere alla prova per bene...”
Ci fu una leggera risata, ormai il punto stava per arrivare.
“Comunque nulla esclude che una bella voragine si formi sotto i piedi di Ghiren” si augurò Miller.
“Con l'atmosfera nevosa che tira in Europa, per quel poco che me ne intendo, in primavera potrebbero anche avere dei problemi...”.
“Senza dimenticarsi dei problemi tecnici che avranno lassù”.
“Non oso immaginare quanti problemi abbiano per mantenere in efficienza quelle colonie, quando vinceremo la prima cosa sarà studiarla a fondo non trova?” domandò Revil.
“Sicuramente, e poi pensi anche a coloro che ci vivono dentro!”.
“Non deve essere una bella vita, anche se ormai ci saranno abituati, in ogni caso avranno i loro bei problemi di malcontento”.
“Grossi problemi” confermò Miller.
“In fondo hanno le SS per quello, no?”.
I due si guardarono dritti negli occhi, il punto era infine arrivato.
“O dovrebbero avere...” mormorò Miller con fare misterioso.
“Non hanno più l'efficienza di una volta, o forse non li interessa più averla” commentò Revil ironicamente.
“Tornando al discorso iniziale... sembra che a Berlino abbiano davvero dei problemi con le infiltrazioni d'acqua...”.
“Ho sentito anch'io. Non crede che dovremmo essere abbastanza cavallereschi da spiegare a loro come fare per bloccarle? Probabilmente non sono più abituati” fece notare Revil divertito.
“Non ci daranno mai ascolto, faranno il contrario di ciò che gli diremmo...”.
“Appunto”, alla risposta di Revil Miller si mise a ridere.
“Sempre una mossa avanti, non è vero?”.
“Faccia anche due o tre...”.
“Comunque le ricordo che di persone competenti sulle 'infiltrazioni d'acqua' non ne abbiamo molte, veda di non mandarle tutte a spiegare a Ghiren...”.
“E a Cecilia” lo interruppe Revil.
“E a Cecilia cosa fare, abbiamo anche altro a cui pensare che non alle voragini a Berlino”.
“Può stare tranquillo, sono il primo a pensarlo”.
Il convoglio presidenziale si arrestò davanti all'abitazione di Revil.
“Comunque un giorno di questi deve venire a cena da noi, mia moglie l'aspetta” ricordò Revil a Miller.
“E anche la sua cucina? Lo sa che l'ultima volta che sono venuto a mangiare da lei ho messo su un bel po' di chili? Mia moglie mi ha obbligato a fare esercizi ginnici per una settimana! Con tutto quello che ho da fare... se ne rende conto?”.
“Beh, significa che la prossima volta dirò a mia moglie di fare piatti più leggeri”.
“Ci conto, arrivederci!” salutò Miller.
Revil si portò la mano sulla fronte salutando militarmente l'unico suo superiore e osservando la limousine allontanarsi.
La sua mente pensava a possibili, ulteriori, azioni per sfruttare le rivalità tra gli Zabi, poi il suo stomaco gli ricordò che c'erano problemi più urgenti e più terra a terra.
Frattanto sulla WB le notizie di Klaus o Kay per gli amici si erano diffuse molto velocemente e Bright e Mirai era da due giorni che si sentivano stranamente al centro dell'attenzione e al loro passaggio era tutta una risata soppressa e occhi alla ricerca di ulteriori particolari e dettagli (uno sguardo, un filo di rossetto sulla divisa, ect...).
Bright cominciò ad essere piuttosto stufo di quella situazione (di cui non capiva il perché) e stava già per fare una sfuriata contro alcuni membri del reparto manutenzione mobile suit (durante una sua ispezione all'hangar posteriore) quando pensò bene che per ottenere informazioni era meglio rivolgersi ad una persona che aveva già assaggiato un paio di suoi pugni e che probabilmente era implicato nella vicenda.
Bright cerco Klaus e poi lo portò nel corridoio dove c'erano le celle di detenzione della WB, posto non sorvegliato (l'equipaggio era poco per assicurare un servizio di sorveglianza e poi anche se Seyra fosse riuscita ad uscire dalla cella non sarebbe comunque riuscita ad uscire da una nave in volo a duemila metri di quota) e in cui non c'erano occhi indiscreti (ovviamente dopo che Bright aveva acconsentito all'addetto alla video sorveglianza una mezz'ora di riposo) se non gli occhi della prigioniera (ma intanto era una prigioniera...).
“Kay, dimmi un po', ultimamente vedo molta gente ridere, cos'è tutto questo buon umore?”.
Klaus si ritrovò con la sgradevole impressione di essere con le spalle al muro.
“Ecco vede... una nuova barzelletta... si, è proprio una nuova barzelletta...”.
“Su di me e Mirai per caso?”.
“Noooo, non ci permetteremmo mai...”.
Artesia sentendo discutere fuori dalla cella osservò attraverso la grata della porta cosa stava succedendo.
“E allora perché ridete al nostro passaggio?”.
“Una coincidenza...”.
“Coincidenza? Ma davvero?” domandò Bright con tono sarcastico.
“Eh si. Proprio una coincidenza, divertente non trova?”.
“Magari ci dovrei anche credere?”.
“Eh si, è la verità!” rispose Klaus leggermente spaventato.
“Lei che ne pensa signorina?” domandò Bright avendo scorto Artesia che ascoltava la conversazione.
“Che quando si fanno certe cose bisogna assicurarsi di non essere scoperti, ciò è alla base di ogni buona strategia militare e ogni buon comandante dovrebbe saperlo” esclamò una serissima Artesia.
“Cose cosa?” domandò stupito Bright, non si aspettava una risposta di Artesia e poi rivolgendosi verso Klaus: “E soprattutto perché io non sono stato messo a parte di queste cose, ma pure la prigioniera ne è stata messa a parte e soprattutto Klaus...”, disse Bright con fare molto minaccioso, “Quali cose?”.
“Ecco, non che a noi ci interessi della vostra vita privata, ma, senza volerlo, beninteso, ci è giunta all'orecchio un certo fatto...” esclamò Klaus ormai con le spalle completamente al muro.
“Immagino al tuo orecchio e quale fatto sarebbe?”.
Sala di video sorveglianza, pochi istanti dopo...
L'addetto alla video sorveglianza tornò precocemente alla propria postazione e la scena che potè seguire sui vari schermi lo lasciò senza parole: Bright, visibilmente infuriato e pieno di cattive intenzioni, che inseguiva uno spaventatissimo Klaus.
Dopo pochi minuti Klaus riuscì a barricarsi dentro la lavanderia della nave e fu solo grazie all'intervento di Amuro, Kozumi (quest'ultimo intervenne più che altro verbalmente) e di un paio di addetti della vicina sala mensa che provvidero a bloccare Bright se quest'ultimo non sfondò la porta della lavanderia.
“Lasciatemelo ammazzare! LASCIATEMELO SCORTICARE VIVO!” continuava ad urlare Bright che riuscì anche a districarsi dalla presa dei tre (tra l'altro Amuro si prese un forte calcio nei testicoli) e fu solo grazie all'intervento del comandante della sezione di fanteria e di Sleggar che Klaus non fece davvero quella fine.
Comunque un calmante a Bright non lo tolse nessuno.
“Cosa è successo?” domandò Mirai entrando trafelata in infermeria.
“Stress da iperlavoro” mentì Kozumi platealmente, certe cose era meglio che non venissero troppo a galla.
Anzi era meglio che a Mirai di tale questione non venisse all'orecchio mai niente, se già la reazione di Bright era stata di tale livello non ci si riusciva ad immaginare la reazione di Mirai, come pensava un distrutto Amuro ricoverato anch'esso in infermeria per accertamenti.
“E lui?” domandò Mirai a Kozumi indicando Amuro.
“Caduto su un attuatore di ricambio del Gundam” si intromise Sleggar mentendo anch'esso.
"Che idiota" commentò Mirai senza possibilità d'appello.
Intanto fra problemi di vita quotidiana e caccia nazisti in ricognizione la WB e l'Albion si avvicinavano alla loro agognata meta: Città del Capo.