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« il: 23 Settembre 2009, 18:41:35 » |
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Come ricordere il regista Yoshiyuki Tomino è stato fra gli ospiti d’onore della 62 edizione Locarno International Film Festival svoltosi fra il 5 al 15 agosto A Locarno, Tomino oltre ad essere festeggiato e ricevere il Pardo D’Onore,un premio ben importante considerando che questo Festival è considerato fra i più importanti in Europa dopo Cannes,Venezia e Berlino, e assistere alla proiezione dei film dedicati alla prima serie di Gundam, ha potuto partecipare,insieme al grande Isao Takahata, anche lui premiato, alla prima edizione di Manga Impact -The World Of Japanese Animation la seconda è in corso a Torino in questi giorni. - sul Manga Impact considerante anche questo speciale di Liquida - Nanoda ha pubblicato in questi giorni la I parte della conferenza stampa tenuta a Locarno da Yoshiyuki Tomino al Festival di Locarno. http://www.gundamuniverse.it/blog/?p=3799 Come ho detto prima, c’è una teorica della politica, Hannah Arendt, che ammiro profodanente. Lei ha scritto a proposito delle potenzialità del totalitarismo. Quello che vorrei fare, se mai avessi l’opportunità di creare un’altra serie tipo Gundam, è di usare questo tema: le potenzialità del totalitarismo e i suoi pericoli. Profonderei questo nell’opera e racconterei la storia del totalitarismo e dei suoi pericoli con un anime di robot o personaggi carineri.Questo è uno dei passi più interessanti di questa prima parte che ripercorre la vita di Tomino e la sua carriera e i uoi diversi passaggi attraverso l’ammirazione per il mondo della Disney,nata nell’infanzia…la consapevolezza dell’adolescenza,il lavoro da adulto nella Mushi production la casa di produzione di Hayao Miyazaki… Salve, sono Tomino. Mi hanno appena presentato.
Oggi vorrei parlarvi un po’ della mia carriera, del mio background, e vorrei parlarne nel contesto di come la cultura dei manga e degli anime è vista in Giappone.…………. Quand’ero piccolo, e ovviamentemi mi sto riferendo a un periodo dai cinquanta ai sessanta anni fa, essenzialmente i manga esistevano, ma erano una cosa che veniva letta in fretta e poi gettata via. Se ne trovavano nei cestini dei rifiuti in ogni casa. Inoltre, non c’erano anime come li conosciamo oggi. Quel che avevamo erano manga animati, ovvero cartoni, chiaramente. C’erano anche delle opere più lunghe create dalla Disney. Ma in generale il mondo dell’animazione, il mondo dei manga, non veniva considerato come un’arte elevata.
…..gli unici lungometraggi d’animazione erano tutti prodotti Disney. Infatti, ho dei bei ricordi di scuola elementare in cui avendo una sessione di visione cinematografica ci andavano con tutta la classe. Ogni classe sarebbe andata al cinema per vedere questi lungometraggi Disney. Erano l’unico genere che ci era concesso di vedere. Retrospettivamente, però, riesco a capire che forse tutto ciò era parte dell’opera di educazione diretta dal GHQ, le forse militari d’occupazione giapponese. In altre parole, sentivo che quei film, ora che ci ripenso, erano qualcosa di obbligatorio. Non obbligatorio per i giapponesi, ma dato da guardare ai giapponesi, così che i giapponesi ne avrebbero assimilato le lezioni.……… Potrà sembrare un paradosso, ma penso che la ragione per cui fui tanto attratto da ‘Tetsuwan Atom’ fu che utilizzava molte delle caratteristiche dei film Disney. In altre parole, il personaggio di Tetsuwan Atom aveva molte qualità simil-Disney. Sebbene mi riscoprii attratto da Tetsuwan Atom, provai anche un senso di grande frustrazione, poiché realizzai che mi ero innamorato di qualcosa che era stato creato dagli Stati Uniti, che erano ovviamente il paese che ci aveva portato a perdere la guerra.
Comunque, vorrei sottolineare ancora che io mi innamorai di ‘Tetsuwan Atom’, che fu senza dubbio il primo indizio che i manga avrebbero potuto essere qualcosa da celebrare, che avrebbero potuto essere parte di una cultura, essere parte della vita cittadina, essere parte della società moderna. Credo di avere imparato enormemente da ‘Tetsuwan Atom’, e credo che mi abbia fornito il fondamento dei fumetti che sono capace di produrre oggi.
Dopo la laurea all’università, entrai alla Mushi Productions, la casa di produzione che apparteneva al signor Tezuka Osamu. Vorrei chiarire che non entrai nella ditta perché fossi un grande fan del signor Tezuka, ma perché quella era la sola ditta che mi avrebbe assunto.
Ciò che imparai fu che quelle opere di Tezuka non avevano il tipo di movimento che si vedeva nelle animazioni Disney. Però, se si mostravano quelle immagini o quei manga su uno schermo televisivo, le persone che li guardavano erano immerse nel tempo reale, quindi il tempo scorreva anche se i personaggi effettivi non si muovevano. Ciò che imparai fu che se si impiegava un approccio cinematico nella costruzione delle storie, si riusciva a trasmettere un senso di movimento.
In altre parole, quel che intendo dire è che anche se non si trattava di immagini in movimento, se si costruiva le opere da un punto di vista cinematico, si otteneva una buona struttura cinematica e una buona tecnica narrativa cinematica. E allora si poteva creare un vero film dinamico.
La cosa successiva che imparai col mio lavoro fu nell’avere l’opportunità di essere per la prima volta il responsabile di una serie televisiva, il che significa che ero responsabile di decidere l’andamento della storia. Nel che vi era una tremenda responsabilità, perché per la prima volta mi veniva richiesto di utilizzare l’etere pubblico per raccontare una storia. Quindi ragionai grandemente su questo concetto, e pensai: che tipo di responsabilità comporta?
Non ho i dettagli e non ricordi i libri esatti che lessi, ma feci una gran quantità di ricerche su come scrivere letteratura per l’infanzia. Ci fu una riga che rimase impressa a fuoco nella mia memoria e che fornisce davvero il fondamento di tutto il mio lavoro, ancora oggi. La riga fondamentalmente diceva qualcosa che suonava tipo: “Se avete qualcosa di importante da dire a un bambino, metteteci tutto il vostro animo. E un giorno il bambino se ne ricorderà e capirà.”Il resto della conferenza Stampa potete leggerlo http://www.nanoda.com/it/editoriali/yoshiyuki-tomino-conferenza-stampa-a-locarno-prima-parte.htmlsu Nanoda
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Dio è ovunque ed ha mille nomi, ma non c'è foglia d'erba che non lo riconosca. Siam venuti assieme sulla terra, perchè non spartirne gioie e dolori? Un saggio Sufi. http://www.gundamuniverse.it/blog/
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« Risposta #1 il: 25 Settembre 2009, 15:32:22 » |
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La seconda parte è già on line!! Ma quando diavolo... In questa seconda parte Tomino risponde ad una serie di domande... Ancora una volta vi è un'avvertenza del traduttore,Gualtiero Cannarsi: Il testo dell'intervista è stato tradotto a partire da una trascrizione inglese. Poiché l'originale giapponese non è risultata disponibile, e quindi non verificabile, è possibile che la traduzione italiana riporti errori derivati dalla trascrizione inglese. Nanoda non consente di riportare per intero le domande che sono state poste al regista quindi citerò solo quelle che sembrano - a mio giudizio le più significative... Ma non è detto che lo siano in realtà... Questa sezione dell'intervista è in effetti molto interessante e bella.. I video sono immessi da noi Parla anche del Gundam di Odaiba.Guardate un pò chi premia Tomino nelle ultime foto di Nanoda... DOMANDA 3:Siamo al trentesimo anniversario della serie di Gundam; a cosa ne attribuisce la longevità? E se posso riferirmi a una cosa prima menzionata, Lei ha detto che apprezzava le tecnologie delle prime animazioni Disney, ma le storie erano un po' semplicistiche. Potrebbe spiegare in che modo si potrebbe vedere la storia di Gundam come più avanzata? RISPOSTA 3:In merito alla sua prima domanda, su quello che io credo essere il motivo per cui Gundam è stato popolare per trent'anni, se conoscessi la risposta non starei a lottare ogni giorno. Se conoscessi la risposta, starei già lavorando alla mia prossima opera, che verrebbe pubblicata l'anno prossimo. E' perché non conosco quella risposta che sto cercando e dubitando e interrogando e lottando e provando a trovare la risposta. Prendo semplicemente ogni giorno come viene. Cerco di accordarmi allo scorrere delle cose. Non ho una risposta perfetta.
..... quando inziai in questo campo, il campo incentrato sui robot giganti, o robot dalle sembianze umane, questi tendevano ad apparire un po' strani. Erano considerai personaggi, non persone reali, e non erano presi seriamente. Come mio unico sfoggio di brillantenzza e talento, presi questo concept e non parlai veramente di robot, o robor antropomorfi. Parlai di 'Mobile Suits'. Credo che il segreto del nostro successo risieda in questo. In altre parole, coniando questa nuova definizione, 'Mobile Suit', credo che fummo in grado di conferire alla serie di Gundam un aspetto completamente diverso, che lo differenziò dalle storie di robot che sembravano solo per bambini. Credo che fummo in grado di sviluppare una base di appasionati che vedeva questi robotici 'mobile suit' come molto diversi di quanto fosse stato proposto prima. Infatti, in Giappone, quando si pensa alla serie di Gundam, non la si pensa come una storia di robot, ma come una storia di real-robot, che viene considerata un sottogenere un po' diverso.
Prima nel mio discorso ho detto che pensavo che le storie Disney fossero troppo semplicistiche. Ciò detto, tuttavia, vorrei anche far notare che se si racconta una storia, questa deve essere fondamentalmente molto semplice.
Ma una cosa che credo sia davvero unica nella serie di Gundam è che ci sono protagonisti e ci sono antagonisti, ma sono entrambi visti come persone con i loro problemi. Sono visti entrambi equamente. Prima che iniziasssi a lavorare con questo genere, tutti i nemici erano sempre agenti alieni. Il fatto che per la prima volta noi introducemmo esseri umani sia come protagonisti che come antagonisti significa che nel tempo, col procedere della storia, talvolta delle persone avrebbero cambiato fazione. Come si vede questo fu un approccio del tutto radicale al genere. Infatti, posrtò queste storie nel regno dei normali drammi umani, e penso che questo sia un passo che persino i film Disney, a dispetto della loro grande tecnologia, non furono in grado di compiere.
Quindi non penso che cominciammo col cercare di creare una storia semplice solo perché sarebbe stata per bambini. Quello non fu affatto l'approccio che prendemmo. Quello che stavamo cercando di fare era di raccontare un storia di guerra. Come risultato, i tipi di personaggi che apparvero erano quelli. Il fatto che quei personaggi fossero un po' diversi da persone reali, e che avessero a che fare con quei mobile suit, fu solo una specie di effetto collaterale. La storia originale trattava di esseri umani.
Io vengo da un background cinematografico. Ho una semplice convinzione in merito ai film. E cioé che si tratti di immagini in movimento. Le immagini in movimento devono essere utilizzate per narrare delle storie, non importa molto se il pubblico finale sarà gente di una certa età, o bambini, o adulti, ecc. I penso che fondamentalmente, se si ha una storia da raccontare, la si dovrebbe raccontare e basta.
Se qualcuno mi vedesse come una persona che che avuto successo semplicemente perché è stato in grado di entrare nel genere giusto, considererei la mia opera un fallimento.DOMANDA 4: Forse a cominciare con Gundam, ma di certo da serie come Evangelion e Macross e molte altre, i personaggi principali tendono a trovarsi nella loro prima adolescenza, gettati nel mezzo di una guerra, sbattutti dentro a un robot gigante che d'improvviso riescono a intendere. Quali erano le ragioni culturali dietro all'essere tanto popolare di questo genere di personaggi?RISPOSTA 4: Perché i finanziatori erano produttori di giocattoli. State tutti ridendo perché avete pensato che stessi scherzando, ma in effetti quella è più del 50% della verità sulla faccenda. Su di noi sentivamo simili vincoli. Dovevamo fare qualcosa per soddisfare questi produttori di giocattoli che finanziavano, quindi dovevamo creare una storia che sarebbe stata in grado di impiegare dei robot che questi produttori di giocattoli volessero vendere.
Pensandoci in logica ipotetica, avendo da un lato questi robot alti 18, 20 metri, che possono essere manovrati e appaiono come esseri umani, non ci si può aspettare di essere in grado di muovere questi robot in un mondo come la Terra, dove c'è troppa gravità. Quindi, procedendo per esclusione, bisognava farli muovere nello spazio, dove non si hanno problemi di gravità. Avevamo bisogno di ambientare le battaglie nello spazio.
Avevamo anche un altro vincolo, e cioé che i produttori di giocattoli volevano essere in grado di rilasciare giocattolo dopo giocattolo dopo giocattolo, il che significava che ogni settimana bisognava essere in grado di introdurre un nuovo mobile suit e nuove armi. Questo significa che nel concept della storia ci doveva essere una grande dovizia di risorse finanziarie per pagare cose simili, il che significava che dovevano essere coinvolti dei governi, il che significava che degli enormi governi sarebbero stati coinvolti in un enorme conflitto spaziale.
E come ho detto, non avremmo potuto far muovere questi robot sulla Terra a causa della gravità. Persino sulla Luna c'è una grande dose di gravità, quindi volevamo usare in qualche modo lo spazio tra la Terra e la Luna. E allora sorse la domanda: "possiamo creare un qualche governo che esisterebbe in questo spazio?", e ovviamente trovammo la risposta: costruire una colonia spaziale. E ovviamente, in merito di questi ragazzi non addestrati, com'erano in grado di pilotare questi enormi e complessi mezzi equipaggiati, si trattasse di robot, carri armi o armamenti? Ecco perché dovemmo inventarci un qualche tipo di spiegazione. La spiegazione che trovammo fu che loro avevano un qualche tipo di percezione extra-sensoriale. ..... Il NeWtype. 'NewType', dotato di poteri ESP. Anche se li chiamammo NewType, fu molto difficile definire cosa 'NewType' significasse. E' stato solo di recente che siamo stati in grado di definire questo concetto. L'eterna lotta dei Newtype..
Il resto dell'intervista...davvero molto corposa,potetete leggerla su Nanoda a questo indirizzo. http://www.nanoda.com/it/editoriali/yoshiyuki-tomino-intervista-locarno-seconda-parte.html
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« Ultima modifica: 25 Settembre 2009, 16:09:27 da Debris »
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Dio è ovunque ed ha mille nomi, ma non c'è foglia d'erba che non lo riconosca. Siam venuti assieme sulla terra, perchè non spartirne gioie e dolori? Un saggio Sufi. http://www.gundamuniverse.it/blog/
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