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Autore Topic: Ultimate Century: Gato's Last Revenge  (Letto 2481 volte)
anp
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« il: 30 Novembre 2007, 12:43:43 »

ed ecco sui vostri schermi Gato's Last Revenge...



Gato's Last Revenge

30 dicembre 2018, la battaglia di Solomon/Aphofis stava volgendo al termine...
“Abbiamo perso tutti i null vier! Abbiamo bisogno di rinforzi!”.
“Tirateci fuori da qui! Tirateci fuori da qui!”.
“Qui 4° Schützpanzer! Siamo circondati! Siamo circondati!”.
“Qui è la 7a divisone del comandante Matsunaga! La 'Karl V' della Reichsfuhrer Cecilia Zabi è in fiamme! Dove diavolo sono i soccorsi?”.
I messaggi di aiuto delle unità naziste ormai non si contavano più, la 101th e le navi federali seppur inferiori di numero parevano inarrestabili ed il Neues Ziel da solo di certo non bastava a fermare il nemico.
Per il reich ormai era la fine, Ghiren e Cecilia erano morti, ma Aphofis continuò la sua corsa verso la Terra, eppure grazie al sacrificio della 101th il peggio venne evitato.
Le forze naziste superstiti si arresero, molti gerarchi ed alti comandanti, insieme ai loro fedelissimi, vennero catturati o cercarono di fuggire verso altre roccaforti da dove continuare una disperata resistenza dai connotati di guerriglia.
Molti di questi reduci giurarono vendetta alla Federazione e a coloro che li avevano traditi...

Tempo dopo incominciò quello che sarebbe passato alla storia come il 2° processo di Norimberga,  tutti gli occhi dell'umanità erano puntati verso le battute finali del processo; era una fredda e cupa giornata invernale e nell'aula del tribunale di Norimberga dove si teneva il processo le luci erano accese, eppure ciò non bastava ad illuminare a dovere quella grande stanza, un'atmosfera tetra regnava sovrana e non era solo questione di luci...
“Io, Feldmaresciallo Anavel Gato, decorato con la Medaglia Pour le Mérite in data 0082 UC dal Reichsfuhrer Gihren Zabi, non riconosco l'autorità di questo tribunale”, era il cosiddetto secondo processo di Norimberga e Gato era stato invitato a parlare in veste di principale imputato.
“Ha altro da dichiarare?” domandò il giudice che stava seguendo la sentenza, si immaginava un no, immaginava male.
“Sì... dichiaro a tutto il mondo in ascolto che il disonore con il quale quell'uomo ha macchiato le armi della Wehrmacht saranno lavate quanto prima da queste mie mani”, Gato indicò Kaswal von Deikun seduto sul banco dei testimoni e quelle parole fecero scorrere più di un brivido nella platea.

Molti altri brividi corsero nella gente quando fuggì di prigione insieme all'ammiraglio Delaz, ma d'altronde sembrava che tale mossa fosse stata orchestrata proprio dal governo federale in un tentativo di rasserenare i rapporti con gli abitanti delle colonie spaziali...
“È l'ennesimo inutile e falso comunicato che rilasciano sulla faccenda” commentò una fredda voce metallica commentando un comunicato del governo federale letto da uno dei due alti ufficiali, le parole dell'ufficiale in questione, caratterizzate da un forte accento ispanico, rimbombavano leggermente nella grande e tenebrosa stanza.  
“Che fosse tutta una fesseria c'arrivavo anch'io senza il tuo cervello; comunque immagino che tu abbia già letto il un rapporto del nostro servizio di informazioni ed assorbito interi terabyte di dati sulla faccenda... che facciamo?” domandò uno dei due alti ufficiali alzandosi svogliatamente dalla sedia.
“Il nostro compito è di osservare... per ora” li rispose la fredda voce metallica.
“Certo che in questa versione digitalizzata sei proprio freddo Amuro, comunque per un po' sarò in vacanza con mia moglie... caso mai ci fossero dei problemi avvertimi, ci vediamo!” esclamò l'alto ufficiale allontanandosi con non curanza dalla grande ed oscura stanza in cui si trovava, lasciando volutamente la TV accesa.
“Certo Kay, certo... digitalizzata... Klaus è sempre Kay non c'è niente da fare” commentò la voce metallica alias Amuro, il suo tono di voce non tradiva inflessioni di disappunto ne di divertimento, la sua voce era fredda e piatta, comunque dalle sue parole si deduceva un certo velato divertimento.
“Lo sai com'è fatto, non prendertela” commentò l'altro ufficiale, un ragazzo piuttosto basso e dai tratti tipici del Sud-America, alzandosi dalla sua scrivania e spegnendo la TV che regolarmente Kay lasciava accesa: era sua abitudine accenderla appena entrava, anche se ciò non serviva assolutamente a niente visto che il più delle volte non la seguiva neanche.
“Hayato, come potrei mai prendermela? Lo conosco ormai da una vita”.



Ep. 1 “In ricordo dei morti”

30 dicembre N.C. 5
Ed ora un caloroso applauso agli uomini e donne della 101th 'Until the end', l'unità d'elite federale! Protagonista di tutte le fasi della guerra, dagli inizi fino alla drammatica battaglia di Aphofis! Come potete vedere il mobile suit di testa della formazione sorregge una foto di uno degli eroi della 101th il grande Seigen Rowan tuttora missing in action...
Due piloti della 101th di base a Baikonur stavano guardando i loro compagni sfilare per le strade di Roma, purtroppo per i due piloti quell'anno erano stati lasciati nella pianura Kazaka ed erano stati costretti a seguire la manifestazione dalla TV, soprattutto a Chuk Keith li rodeva il fegato: a lui era sempre piaciuto essere al centro dell'attenzione e avrebbe voluto lui avere una folla scalcitante armata di macchina fotografica digitale con zoom ottico 40x fotografare il suo lucente RX-178.
“Ma guarda un po'! Ti sembra giusto? Loro a sfilare belli belli per le strade di Roma e noi dobbiamo starcene qui, dispersi nel bel mezzo del nulla, con un freddo assurdo!”.
“E dai su! Ci siamo già stati l'anno scorso e poi dobbiamo fare i collaudi sui nuovi RX-178C!” li rispose l'altro pilota, Kou Uraki, entrambi erano stati piloti della 101th fin dalla nascita di tale unità ed entrambi si potevano tranquillamente definire assi.
“Sarà... intanto con sta tempesta mi sa che di test proprio non se ne fanno”.
“Eh già! Piuttosto che ne dici di andare a vedere il Gaw arrivato ieri? Sarebbe la prima volta che vediamo uno di quei mezzi da vicino”.
“Mi dispiace, ma non mi allontano da questa stufa!”.
Bisogna dire che la tempesta di neve non era troppo forte, per lo meno era inferiore a quella che imperversava su Roma, quest'ultimo era sicuramente un fatto insolito, ma d'altronde dalla caduta dei frammenti di Aphofis c'erano stati cambiamenti climatici non indifferenti.
Comunque le varie operazione presso il cosmodromo di Baikonur proseguivano senza problemi, proprio in quei minuti un grosso C-17 atterrò presso la nuovissima pista della base in grado di accogliere anche mostri quali le Gaw (ex-Gustav nazisti) che si era deciso fossero tutti assegnati stabilmente a supporto della 101th solitamente assegnata alle navi classe Pegasus Refit (Albion e Pegasus) presenti nella base essendo la Avalon riassegnata alle basi su Marte.
Frattanto, qualche chilometro più a nord alcuni uomini si erano abbassati per non farsi vedere e poter osservare senza problemi le difese della base di Baikonur.
“Due SP cingolati all'entrata ovest, più un plotone di blindo leggere in continua perlustrazione attorno alla base”.
“Esattamente come previsto”.
“Certamente, ritroviamoci nel punto stabilito, tutto deve proseguire come tabulato”.
L'uomo, infagottato nel suo pesante cappotto federale, osservò ancora per qualche secondo la base, la tempesta era forte, ma c'era comunque una discreta visibilità, in lontananza scorse alcune luci, erano quelle del C-17 che rullava verso i giganteschi hangar della base.
Un sottile sorriso si dipinse sul volto dell'uomo mentre si girò per dirigersi al fuoristrada che lo attendeva dietro un piccolo terrapieno.
“Se nessuno tradisce o commette errori grossolani è fatta”.
“Se solo qualcuno prova a tradire...” esclamò un uomo piuttosto grasso che indossava quello che era stato un cappotto della Wehrmacht prendendo in mano la pistola e togliendo la sicura.
“Ottimo” li rispose l'altro.
Qualche ora più tardi, verso cena, Kou e Chuck si diressero verso la sala mensa pregustando già le leccornie extra che avrebbero mangiato, infatti durante le ricorrenze particolari dell'unità i cuochi si sbizzarrivano in piatti particolarmente succulenti e quel giorno  in particolare con tutto ciò che fosse carne.
“Mi dia del filetto e niente contorno grazie” domandò Kou, ma l'inserviente dietro il balcone come se nulla fosse li diede si il filetto, ma con il contorno: carote, uno degli alimenti più odiati dal ragazzo, “Ogni volta è la stessa storia! Non ne posso più!”.
“Mangia le carote che ti fanno bene!” lo incoraggiò Chuck, tutte le volte a Kou davano sempre il contorno anche se non lo chiedeva, si poteva quasi dire che facessero apposta.
“Ah ah, devo ridere? Comunque questo filetto ha un aspetto splendido”.
“Concordo”.
Intanto presso l'entrata ovest un paio di camion erano giunti presso il check point.
“Documenti prego” urlò la sentinella.
“Tenga! Brutta giornata eh?” esclamò il conducente del camion.
“Effettivamente...”, la sentinella guardò dubbiosa i documenti: qualchecosa non quadrava, nessuna unità era attesa per quel giorno, “Potreste solo aspettare un attimo?”.
“Qui al freddo? Stiamo congelando!”.
La sentinella guardò ancora il conducente, li sembrava un sottufficiale federale assolutamente rispettabile, anche molto compunto e preciso: chi era lui per farlo aspettare al freddo?
“Ma si va... tutto a posto, andate pure. Unica cosa: fate un salto dall'addetto alla presenze per segnalare il vostro arrivo”.
“Grazie! E buon capodanno!”.
“Anche a lei” lo ringraziò la sentinella.
I due camion ricominciarono a muoversi lentamente, la neve rendeva veramente pericoloso ogni movimento.
“Sicuramente per me sarà un buon capodanno, per te non ne sarei così sicuro...” mormorò in tedesco coloniale il conducente del camion di testa appena si allontanò dal check point.
“Ehi Kou! Che c'è in televisione stasera?” domandò Chuck finendo di mangiare il suo filetto e preparandosi ad avventarsi sul dolce.
“Ho dato una scorsa veloce, allora non mi ricordo i canali, ma mi sembra che diano: I cinquanta di St. Moriz, La vera storia della colonizzazione spaziale nazista, Diretta dall'altare della Federazione, Eroine sul fronte africano...”.
“Un film indubbiamente caldo”.
“...La battaglia di Solomon...”.
“Magari parlano di noi due in questo documentario”.
“...Anavel Gato vs Amuro Rey...”.
“Credo che le tv di tutto il mondo abbiano detto almeno qualche miliardo di volte il suo nome oggi”.
“...e poi cambiando genere c'è: Finché c'è guerra c'è speranza, Last blitz of Zeon, Per un pugno di dollari, Hulk V ed una miriade di altri film che neanche mi vengono in mente, d'altronde avendo la pay-tv gratis...”.
I due camion intanto accelerarono improvvisamente e sfondando le recinzioni della zona ad alta sicurezza, immediatamente dai camion scesero una ventina di uomini armati che si misero a fare fuoco contro i soldati federali presi alla sprovvista.
“Correte! Plotone 1 catturate il Gustav, voi con me!” urlò quello che appariva come il comandante, un uomo molto alto dalla caratteristica coda di cavallo: era Anavel Gato.
Le sirene di allarme della base però non si misero a suonare. Nella stanza di controllo si erano appena intrufolati una decina di uomini che avevano provveduto ad eliminare gli addetti alla sorveglianza provvedendo, tra l'altro, a togliere l'elettricità alla base.
“Che succede?” domandò Kou: la sala della mensa era al buio e con essa tutta la base.
In lontananza riecheggiarono alcuni spari provenienti dalla zona dei magazzini.
“Gli hangar?” domandò Chuck stupito.
Kou uscì di corsa dalla sala mensa, seguito a ruota da Chuck che si era immaginato una simile reazione dell'amico.
Intanto Anavel Gato ed i suoi uomini avevano eliminato tutte le sentinelle (invero poche) ed i meccanici presenti nell'hangar dove erano immagazzinati i nuovissimi RX-178C.
Gato ordinò ai suoi uomini di prenderne possesso.
Non erano normali rinnegati delle forze naziste al comando di uno dei comandanti della Wehrmacht per eccellenza: erano tutti abili piloti di SP al comando di colui che con la sua abilità era stato in grado di confrontarsi ad armi pari con Kaswal von Deikun e che fino alla sua cattura e anche oltre aveva servito il reich... e lo stava continuando a servire.
Kou arrivò velocemente presso l'hangar quando vide un HiGundam-C uscirne e sparare contro alcuni MBT M-5 Olendal con il suo beam rifle.
Per i pur pericolosi M-5 (eredi del programma FCS) non ci fu niente da fare, non fecero neanche in tempo a prendere di mira il mobile suit che saltarono in aria.
Gato allora diede piena potenza ai razzi del suo mezzo, imitato dai suoi commilitoni: i mobile suit presero quota eseguendo un lungo balzo e atterrando proprio in mezzo alla pista di atterraggio, alcuni Ka-50G, che nonostante il brutto tempo stavano tentando di decollare, vennero presi di mira dai gatling dei HiGundam e per gli equipaggi degli elicotteri non ci fu nulla da fare.
Kou e Chuck guardarono la scena attoniti, ma una violenta esplosione li risvegliò: l'hangar da cui Anavel ed i suoi erano appena usciti esplose in aria e con esso gli RX-178C che non erano riusciti a portarsi via.
I due piloti allora cominciarono a correre verso un altro hangar, alla loro sinistra, dove si trovava qualche mobile suit di riserva, per far ciò dovettero correre proprio lungo la linea di tiro di un gruppo di Stalingrad che tentò di ingaggiare il nemico.
Fu un'esperienza terribile, sopra di loro passarono alcuni raggi beam e videro gli Stalingrad, che avevano provato a sparare qualche inutile colpo da 75mm contro gli RX-178C, saltare in aria, per loro fortuna i reattori dei mezzi non vennero danneggiati.
I due assi infine riuscirono a raggiungere gli RX-178 di riserva e non fecero in tempo ad uscire dall'hangar che videro sfrecciare davanti a loro un camion a tutta velocità, stranamente i nemici che avevano rubato i mobile suit non aprirono il fuoco contro i due assi.
Chuck provò a sparare qualche colpo con il fucile da 100mm per esercitazioni di cui era dotato il mezzo, ma vennero evitati da Gato e i suoi che comunque continuarono a non rispondere al fuoco.
Tutto questo nell'arco di pochi secondi.
“Chuck! Non sparare se non vuoi farci ammazzare tutti! Il camion ha lasciato dietro di se una traccia radioattiva altissima! L'HANNO RUBATA!” urlò Kou via radio.
Un brivido corse lungo la schiena di Chuck e di tutti gli altri militari che stavano seguendo le concitate comunicazioni radio.
Improvvisamente calò un silenzio surreale sul cosmodromo di Baikonur, silenzio rotto solo dal rumore del vento e da quello di potenti turbine che venivano messe in moto...
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« Risposta #1 il: 03 Gennaio 2008, 18:26:58 »

30 dicembre, Roma, Palazzo del Quirinale, ore 08.05 P.M.
“... ed in queste ore, ore che nella storia del uomo sono sempre state di speranza e felicità, ore in cui si chiudeva un anno e se ne apriva un altro, in queste ore cinque anni fa iniziava l'ecatombe... ecatombe che ha portato morte e distruzione... ecatombe che è stata l'ultimo colpo di coda di un incubo... ecatombe che ha segnato la fine di un'epoca di divisioni ed incomprensioni e l'inizio di una nuova era di unità e comprensione...”.
Il neo-presidente Donovan Kharn, successore di Sean Miller, stava tenendo il suo primo discorso in mondovisione ed era visibilmente emozionato.
“... era che siamo stati chiamati non solo a fondare, ma a costruire e a difendere.
Uomini e donne della Federazione, ovunque voi siate, felice anno nuovo!”.
Il presidente completò il discorso e aspettò che la telecamera che lo inquadrava si spegnesse per bere avidamente il bicchiere d'acqua nascosto dalla fotografia della sua famiglia.
Due occhi da quella foto lo fulminarono: erano quelli di sua figlia che dalla foto lo guardavano freddamente, ma allo stesso tempo erano occhi in cui ci si poteva perdersi se si faceva lo sbaglio di cominciare a pensare a cosa stessero pensando.
“Mia figlia è un mostro” mormorò divertito Donovarn.
Frattanto il consigliere militare del presidente gli si avvicinò velocemente, sembrava visibilmente preoccupato: con un fazzolletto continuava ad asciugarsi la fronte.
Il presidente intuì che non portava buone notizie, in ogni caso si mise in piedi per accoglierlo.
“Presidente! Abbiamo un problema!” esclamò il generale Sanchez.
“Non era Houston?” ribattè Donovarn ironicamente.
“Gato”.
“Prego?”: Donovarn non era stupito, ma era preoccupato, il nome di Gato non era mai stato di buon auspicio.
“Ha rubato alcuni Hi-Gundam C in fase di test presso la 101th e soprattutto ha rubato Mishta”.
“Mi state dicendo che ha assaltato Baikonur? La sede della 101th?”.
“Si, e ha rubato pure un Gaw”.
Il presidente crollò sulla sedia, non era di certo una buona notizia.
“Recuperate Mishta, costi quel che costi e se necessario distruggete pure i mezzi che ha rubato” ordinò il presidente, “Vi raggiungo nella stanza blu tra due minuti”.
Intanto il Gaw rubato da Gato stava volando a bassa quota sulla steppa nel tentativo di eludere i radar e seminare i due caccia decollati da Baikonur nel tentativo di intercettare il grosso velivolo.
“Ce li abbiamo ad ore 7 a 74 chilometri di distanza” urlò uno degli uomini di Gato addetto al radar del Gaw.
“Grumm! Come stiamo ad armamenti” domandò Anavel Gato al suo assistente e uomo di fiducia.
“Ah, uno schifo!” esclamò Grumm toccandosi la cicatrice sul collo, “I sistemi di artiglieria difensiva sono senza munizioni, i 76 pure, abbiamo solo i PATRIOT, i missili AA a corto raggio e quelli aria-terra”.
“Si stanno avvicinando! Ci hanno intercettato! 68 chilometri! Pochi minuti e saranno su di noi!” urlò il radarista.
“Grumm, abbatta quei due caccia! Spari due PATRIOT!” ordinò Gato.
Due missili partirono dalle celle poste nel ventre della fusoliera, immediatamente gli allarmi dei due caccia si attivarono e subito i due caccia (due F-35B, versione a decollo verticale per la precisione) attivarono tutte le contromisure elettroniche e lanciarono tutti i chaff a loro disposizione, cominciando le manovra evasive.
Nonostante ciò il capoformazione venne colpito in pieno ed il pilota non riuscì neanche ad eiettarsi, l'altro F-35, invece, volando a bassissima quota alla massima velocità possibile e compiendo un paio di strette virate riuscì per un soffio ad evitare il missile.
“Qui India 2! India 1 è stato abbattuto! Il Gaw oppone resistenza!”.
“India 2 ritorna alla base! Invieremo altri caccia ad intercettare il Gaw”.
L'aereo volando basso sulla steppa riuscì a tornare alla base e quel che il pilota vide atterando fu una Baikonur in preda al caos, dal comando centrale era appena giunto l'ordine di mobilitazione della 101th e delle unità ad esso aggregate (le corazzate d'assalto Albion, Pegasus, Dreadnought e la 4a Squadriglia Supporto Spaziale su Pubblic B di stanza a Baikonur).
Appena il pilota dell'F-35B mise i piedi a terra gli si avvicinò di corsa uno dei comandanti della 101th, Kou Uraki.
Di Kou, di quell'occasione, si può dire di tutto, fuorchè che fosse prolisso: “Sergente Lien Halka? Prenda la sua roba e si imbarchi sull'Albion”.
“Eh!?”: il sergente era incredulo.
“Faccia come le ho detto! Dovrà pilotare uno dei caccia della nave, diversi piloti con quel compito sono morti durante l'assalto e se non erro lei dovrebbe avere l'abilitazione per il decollo e atteraggio sulle Pegasus”.
“Si...”, Lien voleva ribattere, ma Kou non gliene lasciò il tempo.
“Perfetto, tra mezz'ora la voglio vedere sull'Albion”.
“Qualche minuto dopo Kou era nella sala briefring della 101th insieme a Chuck, quest'ultimo si era occupato di radunare tutti i membri ed i mezzi della 101th disponibili su due delle tre corazzate, un'altra, la Dreadnought, era già decollata alla volta dell'Italia, come richiesto in un breve messaggio radio dal comandante della 101th, Amuro Ray, con il compito di prelevare gli elementi della 101th che avevano partecipato alla parata.
“Di quanti mezzi disponiamo?” domandò Kou all'amico.
“13 Hi-Gundam A block 38, il mio Beamdam, 6 F-35B e 6 US-101”.
“È poco... in ogni caso dobbiamo decollare e alla svelta se vogliamo star dietro a quel Gaw. Si hanno novità?”.
“Nessuna, da quando ha reagito è scomparso dai radar, comunque sembra che volasse in direzione della zona araba”.
“Che vogliano far esplodere la bomba su Gerusalemme?” si interroggò Kou guardando preoccupato una mappa del mondo appesa al muro.
“Può essere, però guarda il lato positivo...”.
“Quale?”.
“Nelle mense delle navi spaziali dopo i primi giorni di navigazione la verdura fresca scompare, quindi niente carote”.
Chuck detto ciò si allontanò (“La stupidata del giorno” come spesso definivano i commilitoni di Chuck le sue battute) per fare velocemente le valigie ed imbarcarsi sull'Albion, dove lo aspettava il suo Beamdam o Hi-Gundam A block 40.
Questo mezzo era caratterizzato dalla presenza di un beam rifle fisso montato nella testa completamente ridisegnata, di un reattore leggermente più potente e grosso degli Hi-Gundam A block 38 (per soddisfare la richiesta di energia del beam rifle fisso).
Oltre al beam rifle fisso il beam disponeva anche di un paio di cannoncini automatici da 20mm nelle braccia e di corazzature aggiuntive presso le giunture e altri punti critici.
Per contro questo mezzo era più pesante, cosa che lo rendeva meno agile in ambiente gravitazionale e che ne penalizzava leggermente l'accelerazzione in ambiente spaziale.
Il Beamdam era solo un prototipo che nonostante le buone caratteristiche era stato scartato a causa dei suoi maggiori costi di produzione che però non erano compensati da prestazioni nettamente superiori, come invece era per gli Hi-Gundam C, ed era rimasto per valutazioni e studi operativi al 101th, questo mezzo in breve tempo era diventato il mezzo favorito di Chuck che preferiva avere sempre un maggiore armamento anche a costo di perdere qualcosa in agilità.
Intanto, mentre i mobile suit della 101th disponibili a Baikonur venivano caricati sulle corazzate spaziali, nel Q.G. Federale sulla Luna, Bright Noah, comandante delle forze d'attacco spaziali,  veniva bruscamente svegliato da un ufficiale che lo chiamò via telefono.
“Generale? Serve la sua presenza nella sala di controllo, credo che debba venire a vedere”.
“È così urgente?” chiese Bright che non aveva gradito di essere svegliato nel pieno della notte artificiale di Granada.
“Una classe K e diversi vascelli minori”: l'ufficiale riuscì a dare una sintetica, ma completa spiegazione del problema.
“Ok, è urgente, cinque minuti e sono li” replicò Bright abbassando la cornetta.
Bright osservò Mirai che si era svegliata e che lo stava guardando senza dire una parola, un piccolo cenno del capo di Mirai fece capire a Bright di non perdere tempo e andare.
Il generale rispose con un cenno affermativo e sceso dal letto cominciò ad indossare svogliatamente la divisa.
E la indossava svogliatamente non solo per l'ora, ma anche per un altro motivo... l'unica altra volta che Mirai li aveva fatto un cenno affermativo con la testa durante una situazione difficile era durante la battaglia del Venezuela quando la donna con quello stesso gesto spinse Bright a far entrare in azione la corazzata nonostante la minaccia dei mobile armor nazisti, scelta che si rivelò vittoriosa per i federali, ma che fece passare un brutto quarto d'ora all'equipaggio della White Base (non che non ci fossero abituati).
In breve: si preannunciavano guai.
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