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Autore Topic: Operazione Athena Reloaded: gli Spin Off  (Letto 5777 volte)
npa
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« il: 19 Ottobre 2007, 16:46:14 »

e come promesso cominciano gli spin-off dei nostri (?) amati (????????) personaggi di operazione athena, spin-off che nelle mie intenzioni non saranno solo fini a se stessi, ma rivelaranno dettagli di quegli anni a cavallo della caduta della Federazione e la nascita dei casati...

Ed ecco gli spin off che vi troverete davanti

Ultimate Gundam Tournament, attenti a quei due!

Sola in un mondo stupido.

Born to fight, un giorno nelle forze speciali.

Semper fi! I giorni della fine e dell'onore.

La vendetta di un giusto.


Questa è la prima parte del primo spin-off.

Nota dell'autore: ho cercato di mettere in salsa futuristica i classici eventi che devono accadere in tornei del genere (segreto da rivelare solo vincendo, anziano insegnante, contrasti tra i due amici, ect.. alcune di queste cose le vedrete solo però con le parti successive).
Spin off liberamente ispirato a G-Gundam

Ultimate Gundam Tournament...
Attenti a quei due!

Quelli erano gli ultimi giorni all'accademia per quelli del terzo anno, i risultati erano già usciti e tutti erano passati (chi bene, chi meno), eppure una certa tensione si percepiva nell'aria.
I giovani cadetti si guardavano continuatamente fra loro, si squadravano, si analizzavano: ognuno cercava di capire il più possibile degli altri, cercava di fare quello che non aveva fatto in tre anni di accademia... ma la cosa era limitata solo a coloro che avevano scelto la specializzazione in pilota di mobile suit.
E se i piloti si squadravano e si scambiavano occhiatacce, i meccanici venivano ricercati e rincorsi, ma purtroppo per loro non venivano rincorsi da gentili donzelle in abiti succinti bisognose d'affetto (per eventuali meccaniche il problema non si poneva più di tanto visto che essere rincorsi dai ragazzi dell'accademia era cosa normale già tutto l'anno), cosa sognata, sperata e agognata dai giovani meccanici poco più che ventenni, ma sempre irrealizzata, ma bensì erano inseguiti da una mandria di neo-piloti bisognosi di capaci mani che sapessero come mettere in sesto e potenziare vecchi o nuovi WS loro assegnati (l'assegnazione dipendeva, teoricamente, dal voto finale che uno aveva avuto, ma praticamente dipendeva dalle simpatie che uno riusciva ad instaurare con i professori) in vista del G-Tournament.
“Carlo stammi a sentire... e se ci provassi con quella ragazza? Fatima mi pare che si chiama, ci sono stato assieme per qualche giorno già un annetto fa se non sbaglio, non è per niente male ed è una brava meccanica da quel che so...”.
“Sven...” disse Carlo come per zittire l'amico.
“...lo sai che ci metto poco! Mi devi lasciare solo libera la camera per stasera, poi io con il mio fascino penso al resto...”.
“Sven! Basta! La mia risposta è una sola, categorica e imperativa: NO! E poi sarebbe la quinta volta nelle ultime tre settimane che dormo fuori dalla nostra camera!”.
“Solo quattro questo mese? Evidentemente la questione del G-Tournament mi ha fatto perdere di vista i miei doveri verso la parte femminile dell'umanità” spiegò Sven con una vena di serietà, Carlo lo guardò male: se fosse stato un altro a dire quella frase l'avrebbe presa come una battuta, ma detta da Sven...
“Senti lascia perdere. Ai WS ci penso io e quel mio amico, Drouset hai presente? È un abile meccanico. Tu devi dirci solo che caratteristiche di punta desideri e aiutarci a dipingerli”.
“Che simbolo mettiamo per la nostra squadra?”.
“Non saprei... idee?” domandò Carlo pentendosi subito di aver fatto quella domanda.
Sven in fondo era un bravo ragazzo, era solo un po' fissato con “la parte femminile dell'umanità” ed essendo che riusciva anche ad avere un quasi incontrastato successo... si può dire che come gli uomini cambiano il piatto in cui mangiano lui cambiava ragazza; “È malato per certe cose” pensava Carlo.
“Io pensavo ad una bella immagine di qualche modella nuda” suggerì Sven, come aveva temuto Carlo.
“Vabbè ho capito...” esclamò Carlo con tono leggermente sprezzante.
“Cosa c'è di male? Fin dalla seconda guerra mondiale sono state usate immagini di donne nude come simbolo dei reparti e degli equipaggi degli aerei...” ribatté Sven facendo notare le sue ragioni.
“Senti... per il simbolo ne parliamo dopo, adesso andiamo a mangiare. Intanto l'importante è combattere e vincere” esclamò Carlo entrando nella sala mensa.
Ed in effetti l'importante era vincere, a ogni membro del team vincente veniva aumentata la valutazione finale di otto punti.
Non che a Carlo e Sven servisse più di tanto essendo usciti dal corso con il massimo del punteggio (cento tondo tondo), ma Carlo non si accontentava di un misero cento! Voleva anche la lode! E per averla doveva vincere il torneo, quelle erano le regole!
E Sven? Sven era uscito con novantacinque (e di questo doveva solo rendere grazie a Carlo, infatti nella teoria Sven normalmente non avrebbe raggiunto la sufficienza, pur avendo pieni voti nella pratica), ma non era uno che ci tenesse particolarmente al voto: lui voleva solo pilotare, ciò per due motivi.
Uno era perché fin da bambino era rimasto affascinato da un film sui mobile suit, 'Top Beam', film profondamente vituperato da Carlo per il suo irrealismo, il secondo era legato all'idea che con i mobile suit avrebbe avuto una carta in più da giocare per far colpo sulle ragazze (come se non lo facesse già abbastanza...).
“Hai ragione, saremo talmente bravi da offuscare la leggenda del Gundam Meltemi e anche noi avremo la foto nella galleria dei vittoriosi!” affermò Sven baldanzoso.
Era tradizione che i cadetti piloti di MS alla fine dei tre anni di accademia si scontrassero nel Gundam-Tournament; a ogni cadetto veniva affidato un WS (che per tradizione e in onore ai primi MS federali veniva soprannominato Gundam), di solito i cadetti si dividevano in team di due o più piloti (fino ad un massimo di quattro) e poi i team dovevano quindi scontrarsi in un torneo ad eliminazione.
Durante le gare ogni tema poteva schierare al massimo due WS contemporaneamente (e senza possibilità di effettuare sostituzioni, motivo per il quale si trovavano pochi team formati da più di due piloti), eppure c'erano alcuni che nella storia dell'accademia avevano combattuto da soli, tra questi c'era la pilotessa del Gundam Meltemi.
Ma seppur avesse partecipato al torneo pochi anni prima il suo nome non veniva mai nominato perché nessuno studente lo sapeva, ciò era determinato dal due fattori:
1 nella foto non appariva la pilotessa (si sapeva solo che era una ragazza) e neanche il suo nome
2 gli allievi che avevano assistito al G-Tournament in cui questa pilotessa militò rimasero talmente spaventati da aver timore a dire il suo nome e inizialmente per dirlo vennero usati talmente tanti sinonimi che col tempo nessuno si ricordò più qual'era il nome della pilotessa.
“Dobbiamo tentarci... e poi il Meltemi è avvolto da un'aurea  di leggenda, son passati pochi anni, ma il suo nome non ci è stato tramandato...” spiegò Carlo, per lui se non si sapeva il nome della pilotessa era una valida motivazione per vincere il torneo in modo talmente strepitoso da offuscarne la leggenda.
“Stai dicendo che potrebbe essere tutto inventato?” domandò Sven dubbioso.
“No, per carità!” esclamò un professore che si era avvicinato ai due senza farsi notare.
“Professore Vairetti!” esclamarono all'unisono Carlo e Sven alzandosi in piedi.
“Seduti, prego! No, la storia non è inventata e vi prometto che quella pilotessa un giorno ve la farò incontrare, ma a una condizione”.
“Quale?” mormorarono all'unisono i due ragazzi.
“Dovete vincere il G-Tournament...”.
“Ci può dire almeno come si chiama?” chiese Carlo con una certa curiosità.
“Non ve lo dico! Eh eh! Le leggende devono avere un alone di mistero se no non sono più tali... ed il Gundam Meltemi, o meglio la sua pilotessa, deve rimanere tale perché lo è... capperi rifiutarsi di far comparire il suo nome nell'albo d'oro perché schifata... è una grande donna non c'è che dire” esclamò Vairetti sovrappensiero.
“È vero che aveva partorito pochi giorni prima di partecipare al torneo? Se fosse vero date le condizioni fisiche non ottimali in cui si trovava...” fece notare un incredulo Carlo che si era informato su tutti i dettagli della vicenda che li era stato possibile.
“È una gran donna, ne rimarrò sempre dell'idea, se è diventata una leggenda in questa accademia un motivo c'è...” rispose Vairetti con fare sornione, “Piuttosto vi hanno già assegnato i WS? Ho provato a farvi arrivare dei WS dalla Mo.Su.Fa., ma hanno fatto in tempo a prepararne solo uno, per l'altro ho dovuto ripiegare su quelli forniteci dalle Ronah Industries purtroppo...”.
“Si, li abbiamo ricevuti... ma perché dice purtroppo per il WS-7 delle Kobayashi Industries? È una macchina pari al JS-120/WS-6 della Mo.Su.Fa, anzi in velocità ne è superiore!”.
“Capirete in futuro, non è problema della macchina... comunque sono già felice di avervi evitato gli RWS-53 delle Ronah Industries”.
“Ma... ma...”: Carlo non voleva crederci, li cascavano le braccia: loro avrebbero potuto pilotare i superbi RWS-53 e Vairetti stesso gli aveva evitato quella 'piacevole' possibilità, “Vairetti è impazzito” pensò Carlo.
“Non guardarmi con quella faccia... capirai non preoccuparti... piuttosto se vi può far felici la Mo.Su.Fa mi ha fatto arrivare diversi pezzi extra come regalo personale, ve li ho già fatti mettere vicino ai vostri WS, con quelli potrete farli dei potenziamenti da paura... pensate che ci sono alcuni strumenti presi da dei vecchi Jegan I! Poi non è che sia molto pratico di queste cose... sapete come la penso sui mobile suit: inutile ferraglia, però credo che con quei pezzi dovreste riuscire ad acquisire qualche serio vantaggio in combattimento”.
Carlo si riprese lentamente, non avevano avuto gli RWS-53, però avevano qualche pezzo tratto da mezzi da combattimento, sarebbe dovuto bastare; intanto guardava il suo brodino con malcelato disgusto, la sua fame bramava ben altro.
“Ah Carlo! Mi ha contatto mia sorella ieri, mi ha detto di salutarti” informò Sven, nei suoi occhi c'era una strana luce.
“Benissimo! Salutamela appena la risenti” rispose Carlo che non riuscì a trattenere un sorriso di pura felicità, era quello che Sven aspettava; quest'ultimo da una settimana aspettava il momento giusto per mettere al palo, di fronte al fatto compiuto il suo amico: quello era il momento giusto, Carlo non poteva fuggirli ora, non ora che il primo tassello del suo ardito piano era andato a compimento, non ora che che Carlo li avrebbe dovuto confermare che frequentava sua sorella.
“Di un po' ultimamente mia sorella mi ha chiesto diverse volte di salutarti e mi ha chiesto diverse volte come stavi...”.
“Ah si? Non l'avevo notato...” rispose Carlo, sulla sua schiena passo un brivido freddo, si rese conto che le cose non erano andate come Caroline, la sorella di Sven, e Carlo avevano prospettato: qualche d'uno sapeva; in cima alla lista delle persone che non dovevano sapere della loro relazione c'erano due persone a parimerito: Sven e Paulhaner, il padre di Sven e Caroline.
Ma Sven sapeva.
“Dimmi un po', mi sono sempre domandato come mai quel giorno di una settimana fa, quando venisti a casa mia come ospite, fosti così gentile da accompagnare mia sorella a fare la spesa, ci metteste anche molto eh? Traffico?”.
“Cosa stai cercando di insinuare?” domandò Carlo, se c'era una persona di cui faceva ancora fatica a comprendere la psiche quella era Sven, come avrebbe reagito? Si domandava Carlo tremando come una foglia.
“Lo sai benissimo che io so quel che tu e mia sorella vorreste che io non sappia, ma io lo so... devo fare come con i bambini piccoli o i bandi già li sai?” chiese Sven con un pizzico di arroganza.
“Non so di cosa tu stia parlando”.
“E io so benissimo tutto... per me può anche andare bene che tu frequenti mia sorella, ma alle mie condizioni e alle mie regole”.
“Dobbiamo andare a mettere le mani sui WS, non perdiamo altro tempo e finiamo di mangiare” esclamò Carlo cercando di usare una voce decisa, ma in realtà era sbiancato e ora stava solo aspettando che Sven li rifilasse il colpo finale.
“Credo che tu abbia capito, mi fa piacere che mia sorella abbia scelto di frequentare un tipo che io possa sempre controllare” e poi aggiungendo sottovoce: “e minacciare, qualsiasi cosa tu voglia fare con mia sorella, anche prendere un gelato, avrà bisogno della mia approvazione, se no ci pensa qualcun'altro a farti cambiare idea”, quel “qualcun'altro” venne particolarmente sottolineato dalla voce di Sven... e Carlo sapeva a chi si riferiva.
“Sono pieno, vado a mettere le mani sui WS” disse Carlo alzandosi dal tavolo, era leggermente sconvolto: come faceva a sapere? Avevano preso tutte le precauzioni ed era stato solo un bacio, un bacio appassionato, si, ma era durato anche solo pochi secondi! Come poteva Sven saperlo? Li era bastato fare 2+2? Probabile. Bleffava? No, impossibile, era troppo sicuro di quel che diceva: Carlo capì solo che Sven lo mise nel sacco, ora era in suo completo potere.
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« Risposta #1 il: 23 Ottobre 2007, 12:14:26 »

Causa assemblea dei professori (alè!)...

“Emile! Attento con quel sensore di inclinazione laterale!” gridò Carlo vedendo inciampare il suo amico meccanico in un filo elettrico.
“Tutto bene, sta tranquillo! Piuttosto stai attento tu a dove metti le mani, questi cosi sono molto più avanzati di quel che immaginassimo” li rispose Emile Drouset leggermente preoccupato, per Emile, figuratevi quindi per Carlo, era la prima volta che metteva le mani su macchine del genere, di solito nelle ore di pratica mettevano le mani su dei vecchi WS, addirittura dei WS-1, WS risalenti alla 2a guerra coloniale.
Emile Drouset e Carlo Battipaglia erano già da un ora al lavoro sui due WS per modificarli adeguatamente e ormai si erano accorti che quei WS erano molto più avanzati di quel che avevano pensato, sembravano più WS per compiti di polizia militare che WS da lavoro, ma non era solo per i loro MS, anzi i loro MS li sembravano quelli meno avanzati, gli RWS-53 assegnati ad un altro team si presentavano con modifiche ancora più spinte: “Li mancano solo i reattori...” commentò Drouset.
“Ehi Carlo allora per il simbolo?” domandò Sven, dal suo tono sembrava che la tirata conversazione di prima non fosse mai avvenuta.
“Che ne diresti di usare i simboli delle carte da gioco?”.
“Uhm... non male... io mi scelgo cuori, re di cuori... non so se capisci l'allusione...”.
“Purtroppo si” rispose Carlo distrattamente mentre apriva alcuni sportelli del WS-7.
“E tu?”.
“Jolly Joker, in fondo mi hanno assegnato un grado superiore al tuo. Piuttosto il WS-7 ti va bene come macchina?”.
“No, per niente... insomma guardala! È una brutta macchina con quell'aspetto da soldato antico! Dammi il JS-120, quello lo dipingo un attimo e viene un gioiellino” esclamò Sven indicando il JS-120.
“Fai come vuoi! Settaggio? Velocità, agilità, leggerezza, capacità difensiva, offensiva o cosa?” domandò Carlo sbarcando un grosso attuatore idraulico dal WS-7 con l'aiuto di un argano.
“Il massimo in tutto!”.
“è più facile da dirsi che da farsi, comunque vedrò di settarti la macchina in modo che dia buone prestazioni generali senza troppo sbilanciarsi a favore di una o dell'altra”.
“Ottimo, posso mettermi a dipingerlo?”.
“La c'è qualche barattolo di vernice” disse Carlo indicando un'ala dell'hangar dove erano accatastati pezzi di ricambio, sacchi dell'immondizia e diversi grossi scatoloni, “Vedi solo di non intralciare Drouset e di non usare troppa vernice, non ce n'è molta, mi raccomando”.
Ma come Icaro non ascoltò gli avvertimenti di Dedalo, Sven se ne infischiò degli avvertimenti di Carlo.
Sven infatti si mise alacremente al lavoro, per prima cosa decise di dipingere gli arti e poi il busto di un improbabile colore verdognolo fosforescente e quindi dipingere il simbolo che aveva immaginato (semplicemente la carta del re di cuori) sul busto.
O questo è quello che era nelle sue intenzioni, infatti non soddisfatto della prima mano di colore applicata sulle due mani del WS decise di darci una seconda mano, ancora non contento ne diede una terza e poi per sicurezza ancora una quarta.
Morale della favola: Carlo li sequestrò la vernice verde fosforescente (che serviva anche lui per dipingere alcune particolari del suo WS come i copri giuntura) ed il JS-120 rimase li con la colorazione incompleta.
“Però li luccicano le mani” commentò Sven tristemente come per rincuorarsi guardando il JS-120, lui lo voleva fare tutto 'luccicoso'.
“Dita lucenti” suggerì Drouset avvicinandosi a Sven.
“Come?” chiese Sven perplesso.
“Dita lucenti, Shining Finger così dovresti chiamarlo. Piuttosto dammi una mano con questo accumulatore”.
“Cos'è?”.
“é uno dei pezzi che ci ha dato Vairetti, è uno degli accumulatori del Jegan I, lo voglio montare sul JS-120 in modo da darli maggiore autonomia o maggiore spunto in caso di necessità. Adesso lo monto, però ho bisogno che tu faccia qualche prova per vedere che non dia incompatibilità”.
“Subito”.
Dopo circa un'ora tutti pezzi che erano stati consegnati da Vairetti ai due ragazzi erano stati montati e Carlo finì cominciò il settaggio fine delle macchine, il lavoro richiese ben quattro ore, ormai era ora di cena quando Carlo finì.
“Fatto!” esclamò il ragazzo uscendo dalla cabina del WS-7.
“...che succede?” domandò Sven svegliandosi, quest'ultimo insieme a Drouset, infatti, si erano addormentati nell'attesa che Carlo finisse.
“Ho finito! Adesso andiamo a mangiare li proviamo poi dopo cena”.
Ma i ragazzi si bloccarono e si misero immediatamente sull'attenti appena videro il preside dell'accademia, tal generale Thur Sandler, entrare dentro all'hangar accompagnato da un paio di distinti signori.
“Ecco quelli sono due ragazzi migliori del corso, Carlo Battipaglia e Sven Orkaf, sono anche coloro che hanno dimostrato capacità migliori nel pilotaggio” disse il generale ai due uomini in giacca e cravatta avvicinandosi a Sven e a Carlo.
“Piacere” esclamò uno dei due uomini stringendo frettolosamente la mano ai due ragazzi, facendo capire al generale che non voleva perdere tempo.
Sandler allora si rimise in cammino accompagnando i due dall'altra parte dell'hangar dove c'era il team a cui erano stati assegnati i due RWS-53.
“Dobbiamo stare attenti a quel team” mormorò Carlo.
“Ma dai su! Li hai visti durante le esercitazioni... noi eravamo una spanna avanti... e la ragazza a letto non è che fosse neanche un gran che... quindi non avremo problemi a batterli” ribatté Sven sbuffando, faceva sempre fatica a sopportare le troppe preoccupazioni che si poneva l'amico.
“Non è un metro di giudizio valido e accettabile l'ultima cosa che hai detto, ed intanto loro hanno delle vere e proprie macchine da guerra... ed il supporto delle Ronah alle spalle, scommetto che non avranno problemi per i pezzi di ricambio, cosa di cui noi soffriremo terribilmente invece”.
“Ripeto quel che ho detto...”, ma Sven venne interrotto da Carlo ed Emile che lo zittirono senza tanti complimenti, intanto avrebbe ripetuto la sua stupidata.
Carlo, in quel dì del 20 giugno dell'NC 237, alle 7.46 P.M, a seguito del parametro usato da Sven per determinare la bravura di una donna in combattimento, perse definitivamente ogni speranza sulla maturità mentale del suo amico.
Però Carlo pochi anni dopo dovette ricredersi e quando vide il suo amico diventare una delle colonne portanti (e poi la colonna) del casato dei Garren poté tranquillamente affermare che tra lo Sven del giugno del NC 237 e quello del NC 268 correva un abisso, abisso che fu scavato in quegli ultimi cinque mesi del NC 240.
Sven non lo ammise mai a causa del suo orgoglio, ma l'influenza di Jessica, il sentore di poter morire da un momento all'altro ed i quattro lunghi mesi di prigionia (insieme proprio a Jessica) in mano ai terroristi lo fecero maturare velocemente, facendogli recuperare gli anni persi con tanto di interessi.
Dopo aver cenato i due piloti cadetti cominciarono a provare i loro WS modificati, ma non sapevano cosa li attendeva...
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« Risposta #2 il: 25 Ottobre 2007, 19:13:20 »

“Attento Sven! Ti stai inclinando troppo all'indietro! E alza quella guardia!” urlò Sven via radio all'amico, i due infatti stavano mimando le mosse per il combattimento all'arma bianca da usare con i MS.
“Pensa per te! Sei di sette gradi troppo inclinato sulla destra!” replicò Sven indispettito: lui era il migliore nel pilotaggio dei mobile suit o dei work suit, pure di Carlo che era considerato come uno dei migliori piloti di quel corso e ciò li era stato riconosciuto anche dai professori.
“Tu!” urlò via radio una voce femminile, “Ti sfido!”.
“Sfido chi? Cosa? Quando? Come e, soprattutto... chi diamine è che sta interferendo con le nostre comunicazioni radio?” replicò Carlo stupito.
“Taci!”.
“No, aspetti un attimo! Taccia lei, anzi no! Mi dica chi diamine è, dové  e perché sta interferendo con le nostre comunicazioni radio!” replicò Carlo un filo arrabbiato per essere stato zittito.
Intanto Sven si stava sforzando di ricordare: “Laura? No, ha la voce più acuta. Elizabeth? Non direi... Lhamira? Neanche, ha un accento più marcato. Amaia? Neanche, ha la voce più morbida. Segolene? Manco lei... Lydie, Kristine, Astrid, Helga, Alessia, Jade... no, proprio no... eppure questa voce l'ho già sentita...”.
“Priscilla! Priscilla deficiente che non sei altro! Ma te la farò pagare” sbraitò la ragazza.
“Priscilla calmati! Non ora!” ordinò via radio una voce maschile.
“Subito!” rispose Priscilla con tono deciso, ma improvvisamente calmo.
“Queste sono le nostre frequenze! Voi del team Bravo usate le vostre!” gridò via radio Carlo, che aveva capito di chi si trattava, per farsi sentire.
“Tu, Carlo! Fetente che non sei altro! Viene a dire a me cosa devo fare?” domandò il ragazzo con una risata di superbia.
“Dimitri... io capisco che ti bruci...”.
“L'ano” aggiunse Sven interrompendo Carlo.
“Esattamente Sven, l'ano... comunque io capisco che ti bruci perché sia io che Sven ci siamo posizionati davanti a te all'esame...”.
“Io ho preso 95 e tu 94. Beccati questa Dimitri!” urlò Sven via radio interrompendo di nuovo Carlo.
“Starei parlando io... comunque il fatto che ti bruci non è buon motivo perché tu venga a rompere durante le nostre esercitazioni... inoltre tu devi sapere che se sotto il culo avete quei RWS-53 è, per così dire, merito nostro”.
“Adesso devo anche ringraziarti?” domandò Dimitri ironicamente.
“Ma no! Figurati! È solo che se noi battiamo, con i nostri logori WS, i vostri fiammanti WS militarizzati la vittoria ci darà maggiori soddisfazioni” rispose Carlo, ma in cuor suo malediceva Vairetti perché avrebbe voluto averli lui quel paio di “fiammanti WS militarizzati”, ma prima regola della guerra: evitare che il nemico raccolga informazioni sulle proprie forze e morale di esse e anzi darli informazioni completamente sbagliate.
“Sarà quel che sarà... comunque c'era Priscilla che voleva sfidare Sven in una gara... siamo nel poligono di manovra n°2, sui colli a cinque chilometri da qui... vi aspettiamo, per le autorizzazioni non preoccupatevi abbiamo pensato già a tutto noi... firme vostre comprese”.
La comunicazione radio si interruppe, dopo essere stato sfidato così apertamente non era neanche da chiedere se Sven avesse accettato o meno la sfida di Priscilla ed infatti Carlo ordinò a Sven di cominciarsi a muovere verso il poligono di manovra n°2 (in lontananza si scorgeva la traccia termica di un paio di WS, segno che il team Bravo non stesse mentendo), ma non passò neanche un minuto che arrivò la sfuriata di Carlo.
“Tu... tu...”.
“C'è il telefono occupato?” chiese Sven sentendo Carlo.
“TU MALEDETTO! TI RENDI CONTO CHE SE TU FOSSI UNA PERSONA MATURA NON SAREMMO IN QUESTA CONDIZIONE?”.
“Non vedo il problema: Priscilla mi ha sfidato e allora?”.
“Allora, si certamente scusa se ti ho urlato era solo per rammentarti che... SIAMO A CORTO DI PEZZI DI RICAMBIO E CHE SE TU EVITASSI DI METTERTI PER POI PORTARE A LETTO TUTTE LE RAGAZZE CHE INCONTRI PER POI MOLLARLE UN'ORA DOPO CHE HAI FATTO QUEL CHE DOVEVI FARE, FORSE E DICO FORSE, PRISCILLA ORA NON TI AVREBBE SFIDATO PER VENDETTA!”.
“Possiamo sempre dire che abbiamo di meglio da fare...”.
“NO! È una sfida! Non accettarla ci farebbe passare come degli stupidi, paurosi ed inetti!” spiegò Carlo.
“Fa come vuoi, per me se si tratta di gareggiare un po' con le suit non ci vedo nulla di male” ribatté Sven.
“Sappi che per questo tuo comportamento mi dovrai risarcire a caro prezzo...”  sussurrò Carlo con fare misterioso.
“Non sperarci...” ribatté Sven.
“In cosa non dovrei sperare?”.
“Nel modo in cui tu credi che io dovrei risarciti nonostante tu sai benissimo che ciò non te lo concederò probabilmente mai”.
“Ovvero?”.
“Ovvero in quello che tu sai che io non voglio, ma che tu vuoi”.
“Lasciamo perdere...” disse Carlo con le idee piuttosto confuse dalle parole del suo amico.
“Esatto lascia perdere” concluse Sven.
I due WS salirono lungo la strada collinare che portava all'area di addestramento, una volta arrivati in essa videro che non c'erano solo i due WS, ma anche una marea di studenti e anche alcuni professori, tra cui, ovviamente, Vairetti.
“Ho scommesso su di te! Non deludermi ora! Finora non hai mai fallito nelle altre scommesse che ho fatto su di te!” urlò Vairetti, la sua voce venne captata dai sistemi del WS.
“Scommesse? Quali altre scommesse?” domandò Sven curioso e perplesso.
“È molto meglio che tu non lo sappia fidati” spiegò Carlo, ma ciò non fece che aumentare la curiosità di Sven.
Però ora doveva pensare alla gara (e non sapeva ancora di che tipo) avrebbe rimandato quelle discussioni a dopo.
Una bella ragazza del pubblico si fece avanti con un megafono: “Ok! Ecco le regole”.
“Ehi baby! Non ci siamo già visti da qualche parte?” domandò Sven aprendo il cockpit del WS.
“Taci!” urlò Priscilla con l'altoparlante del suo mezzo, ma nessuno la degnò di un orecchio.
“Credo proprio di si! Sono Evita, ti ricordi?” rispose la ragazza a Sven.
“Urca! Che serata fantastica, come potrei dimenticarmene! Ti aspetto dopo la gara!” urlò Sven.
“Ok! Come stavo per dire questa sarà una gara di velocità! I concorrenti dovranno percorrere il percorso ad ostacoli segnalato dai fuochi nel minor tempo possibile e soprattutto prima che arrivi il preside a vedere cosa sta succedendo” spiegò Evita.
“Non preoccupatevi se arriva ci penso io a tenerlo a bada per un po'” gridò Vairetti dalla folla.
“Ok! Perfetto! I concorrenti dovranno percorrere due giri su questo percorso, sono vietati i combattimenti, ma ciò non vuol dire che sarà vietato fare sgambetti e sbilanciare l'avversario. Ok? Allora Priscilla Froundein e Sven Orkaf si posizionino sulla linea di partenza”.
I Froundein erano allora dei piccoli industriali e anni dopo sarebbero diventati un casato d'argento, non bisogna avere una fervida immaginazione per capire come mai, anni dopo, sarebbero diventati uno dei principali alleati dei Ronah in Europa... la politica conta, ma le offese personali nelle questioni tra casati contavano ancora di più...
Qualcuno tra la folla aveva portato anche delle mega casse audio (con l'aiuto di alcuni ragazzi che abitavano li vicino?) e di sottofondo (eufemisticamente parlando, il volume era così alto che lo sentivano pure a quindici chilometri di distanza) venne 'sparata' della musica gundarium-rock (era una specie di fusione tra la musica metal e l'hard rock, il gundarium rendeva di più l'idea di durezza) intervallata da brani di musica classica (strani abbinamenti che andavano di moda all'epoca).
Perchè i WS si posizionassero ci vollero circa quindici minuti, infatti Carlo decise di fare gli ultimi controlli sulla macchina di Sven tra gli insulti generali per quella perdita di tempo, anche di Sven.
“Porco cane! Io proprio non capisco cosa mia sorella ci trovi in te!”.
Per non parlare di Vairetti.
“Dio cane! Ti venisse un po' di bene! Era proprio necessario perdere tempo per settare una merda di WS? Intanto merda molle è e rimane!”.
Ma Carlo proseguì stoicamente il suo lavoro, voleva essere sicuro che Sven vincesse, aveva un motivo particolare: un vecchio screzio tra lui e Dimitri niente di particolare... era iniziato tutto con una battuta leggermente cattiva di Dimitri, Carlo li rispose, Dimitri replicò e così via... non si arrivò alle mani solo perché Carlo si trattenne, ma da quel momento i due non poterono più vedersi e se proprio dovevano parlare tra di loro infarcivano il loro discorso con molti commenti sarcastici e cattivi sull'interlocutore.
E visto che Dimitri sembrava frequentare Priscilla se Sven avesse battuto Priscilla avrebbe battuto anche Dimitri: vendetta per interposta persona?
“Ok? Tutti pronti?” gridò la ragazza che aveva il megafono, “Al mio Cinque! Tutti insieme!”.
La folla cominciò a contare, la musica venne alzata al massimo, l'unico modo per Priscilla e Sven di  capire quando sarebbe stato dato il via era attraverso la bandiera a scacchi in mano ad Evita.
“CINQUE! ...QUATTRO! ...TRE! ...DUE! ...UNO! ...VIA!”, la bandiera a scacchi sventolò e i WS si misero in movimento.
C'erano diversi ostacoli sul percorso: terrapieni, buche, muri, laghetti artificiali...
Al primo giro Priscilla conduceva la gara per un secondo di vantaggio, infatti, nonostante il WS migliore, non riusciva a distaccare Sven che, seppur faticosamente, le continuava a stare dietro.
E se il primo giro fu definito dai presenti uno spettacolo, il secondo.. beh... il secondo passò informalmente negli annali dell'accademia...
Una piccola sorpresa era stata organizzata ai due concorrenti all'inizio del percorso: razzi pirotecnici ad alzo zero.
Se colpiti non esplodevano per carità, però erano caricati con la vernice ed il concorrente rischiava di non vedere dove andava per qualche secondo e fu proprio questo 'scherzo' a far passare in vantaggio Sven.
Infatti il ragazzo, anche a costo di rallentare riuscì ad evitarli tutti, cosa che non riuscì a Priscilla, che 'accecata' dovette rallentare ed in quel frangente venne sorpassata da Sven.
“MALEDETTO!” urlò la ragazza accelerando al massimo delle prestazione del RWS-53.
Erano circa a metà tracciato e Sven era ancora in testa, ma la maggior velocità e accelerazione del RWS-53 si faceva sentire, quest'ultimo ormai era solo a poco più che dieci secondi dal JS-120 di Sven e presto l'avrebbe sorpassato, ma Sven tenne duro.
I due WS arrivarono affiancati sul rettilineo finale, era un testa a testa ormai ed in quelle condizioni Sven non aveva speranze, ma riuscì ad ostruire l'avversario simulando di attaccarlo, bastò per tenere il RWS-53 allo stesso livello del JS-120.
Mancavano 10 metri, lo RWS-53 era avanti di due metri, ma...
“Shining finger!”, quest'urlo spaccò i già provati timpani di Carlo (a causa della musica), Sven aveva allungato il braccio del suo WS, li bastò quello per tagliare per primo il traguardo.
E fu così che il JS-120 'Re di cuori' o anche 'Shining finger' vinse la gara, ma Carlo impedì a Sven di divertirsi come aveva programmato ('Target Lock-on!' Sembrava che dicessero questo gli occhi di Sven adocchiando alcune ragazze tra il pubblico): il giorno dopo sarebbe cominciato il G-Tournament e Sven doveva essere riposato.
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« Risposta #3 il: 28 Ottobre 2007, 18:10:21 »

cominciano gli scontri...

“Ricorda Sven! Calma e sangue freddo! Abbiamo pochi pezzi di ricambio e dobbiamo farceli bastare fino alla finale! Evita i colpi degli avversari e colpisci solo quando sei sicuro di mettere KO l'avversario! I punti deboli dei WS già li sai, ora dobbiamo solo combattere!”, Carlo era gasatissimo! Un senso di potenza li scorreva nelle vene: quello a cui stava per partecipare era un vero combattimento, niente più roba simulata al computer.
“Roger!” li rispose Sven.
“Carlo! Sven! Un attimo! Prima che saliate sulle vostre suit!” urlò Vairetti ai due.
“Cosa succede?” domandò Carlo.
“Niente! Vi volevo solo augurare buona fortuna!.
I due cadetti ringraziarono il loro professore e salirono sui loro WS, la gara si sarebbe svolta nel grande campo per le parate di cui disponeva l'accademia, campo che era circondato dalle tribune, tribune che erano piene.
Quella competizione era aperta al pubblico che accorreva in massa per assistervi, addirittura qualche TV sportiva europea lo trasmetteva in diretta, cosa che faceva andare su di giri i cadetti e che li spingeva a dare il meglio di se, ma allo stesso tempo li rendeva nervosi.
Il WS-7 ed il JS-120 percorsero lentamente il corridoio sotterraneo che portava allo stadio, per accedere allo stadio (nonché per motivi scenici) bisognava usare gli elevatori posti agli estremi del campo, quattro elevatori per quattro partecipanti.
Ecco! Signori e signore! Bambini e bambine! Studenti e studentesse! I WS dei due team stanno entrando in campo! Dal lato sud stanno entrando il WS-7 'Jolly Joker' di Carlo Battipaglia ed il JS-120 'Re di cuori' di Sven Orkaf! Un bell'applauso per i due piloti del team Charlie, che tra l'altro sono i due cadetti classificati con il punteggio migliore alla fine del corso!
Dal lato nord invece stanno entrando gli XWS-72'Napoleon' e 'Bismark' del team Kilo! Salutate con un caloroso applauso George de Sand e Schwarz Bruder!
Le regole sono sempre le solite! Non si può distruggere la testa e chi tocca il terreno oltre la linea rossa che delimita il campo di gioco viene squalificato!
E ora se è tutto chiaro possiamo dare il via al G-Tournament del 237 N.C! Pronti? VIA!

“Sven! Come da piano! Io li tengo impegnati e tu li attacchi alle spalle!”.
“Roger!”.
I WS cominciarono a convergere verso il centro dello stadio, sembrava quasi che i due del gruppo Kilo avessero deciso di concentrarsi inizialmente solo su Carlo e appena quest'ultimo lo notò si disegnò un sottile sorriso di soddisfazione sulle sue labbra.
“Non è il migliore ad essere il più pericoloso” mormorò Carlo bloccando il braccio del WS di George de Sand che lo stava per colpire.
“Prendi questo!” urlò Schwarz, ma Carlo si disimpegnò prontamente da George de Sand evitando il colpo.
“Schwarz a ore 4!” gridò George, il WS di Sven si era portato dietro a quello di George, il ragazzo non potè evitare di essere afferrato dal JS-120.
Schwarz provò ad andare ad aiutare il suo compagno, ma Carlo intervenne bloccando il teutonico con il quale incominciò un violento scontro, i pugni Schwarz non li risparmiava, ma pochi riuscivano a colpire il WS di Carlo e quei pochi colpirono solo parti della scocca senza far danni ai sistemi al WS-7: l'obiettivo di Carlo non era attaccare Schwarz, ma solo impedirli di andare ad aiutare George.
George che nonostante la resistenza che opponeva non riuscì a contrastare il WS di Sven che l'aveva bloccato, lentamente il 'Napoleon' venne sospinto oltre la linea rossa.
Che gara incredibile! In neanche due minuti George de Sand è stato eliminato!
Dalla folla si alzò un urlo di approvazione appena fu chiaro che lo XWS-72 (modello sperimentale della Kazinky Motors) di George finì fuori dal rettangolo di gara.
Per Schwarz le cose si mettevano male: Carlo continuava ad evitare i suoi colpi e da dietro il WS-7 si avvicinava il JS-120.
Carlo sapeva come usare la forza dell'avversario a suo favore: il 'Bismark' si piegò in avanti con l'intento di colpire il WS-7, ma in quel momento Carlo al posto di parare il colpo si arrischiò (infatti fu solo per pochi centimetri che il suo WS non venne colpito) ad evitarlo scartando di colpo sulla destra.
Il 'Bismark' avanzò a causa della forza che non riuscì a scaricare, forza che si ritorse contro, infatti da dietro il WS-7 spuntò di corsa il JS-120.
"Shining Finger!" urlò Sven (quella frase era ormai diventata il suo grido di battaglia per il torneo) che colpì violentemente lo XWS-72 sbilanciato in avanti e senza possibilità di difesa.
Il colpo fu violentissimo e fu sferrato da Sven alla spalla destra del WS di Schwarz... pochi secondi dopo si staccò il braccio destro, infatti le giunture sulla spalla del 'Bismark' non ressero al colpo.
Lo XWS-72 rimase fermo in mezzo al campo, era sbilanciato ed una mossa falsa e sarebbe caduto, però Schwarz, nonostante la domanda dell'arbitro si rifiutò ad arrendersi, Carlo per tutta risposta fece fare un balzo al suo WS che si portò proprio a fianco di Schwarz, quest'ultimo provò a reagire, ma il suo WS era troppo sbilanciato e Carlo li afferrò senza troppi problemi il braccio sinistro, fatto ciò li ci volle niente per atterrarlo.
Ed il team Charlie vince! Hanno completamente dominato la gara!Dopo che il cronista ebbe urlato ciò dalla folla si alzarono alcuni urli di felicità, in particolare da un piccolo gruppo di supporter del team Charlie organizzato da Vairetti (“Ora devo andare a riscuotere!” mormorò il professore felice dopo aver urlato al gruppo di supporter di fare più rumore per farsi sentire).
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« Risposta #4 il: 06 Novembre 2007, 15:32:18 »

Le gare della giornata proseguirono incessantemente, il giorno dopo si doveva già tenere i quarti.
Grazie alla bravura di Carlo e Sven i loro WS non avevano subito troppi danni e quei pochi erano superficiali, bastò un'ora di lavoro per rimettere in sesto le macchine.
Dopo cena i piloti ancora in gara si riunirono nella sala attività alternative (svago) dell'accademia, era un modo come un'altro per squadrarsi a vicenda, eppure mancavano diversi piloti all'appello, otto piloti di quattro team che sembra avessero avuto qualche problema con le loro macchine.
“Per me ci temono troppo!” commentò Sven mandando la palla n°6 in buca, i due amici infatti stavano giocando a biliardo per far passare il tempo.
“Come ci hai scoperti?” domandò Carlo.
“Come prego?”.
“Come hai scoperto di me e tua sorella?”.
“Intuito” rispose Sven, ma in realtà più che l'intuito doveva ringraziare un paio di bambini che avevano avuto voglia di guadagnare qualche dollaro.
“Ti stai comportando male con noi due, non siamo cani nelle tue mani”.
“Come? Un attacco così diretto? Senza neanche un giro di parole?”.
“Mi prendi per il culo? Sappi che ne pagherai le conseguenze” esclamò Carlo mandando due palle in buca.
“Non prendo per il culo nessuno, semplicemente ci tengo a mia sorella e se la vorrai dovrai meritartela”.
“Caroline è libera di fare ciò che vuole, non è un oggetto nelle tue mani”.
“è pur sempre la mia sorellina non dimenticartelo” ribatté Sven con tutta calma.
“Si può sapere cosa vuoi?”.
“Te l'ho appena detto, è mia sorella e ci tengo a lei”.
“Ciò non mi vieterà di frequentarla”.
“Vero, ma mio padre...” replicò Sven, la parola magica era stata infine tirata fuori.
“Cosa vuoi, dimmi cosa vuoi. Ti prego, basta che la fai finita. Non ho voglia di litigare con te”, ormai Carlo era disperato.
Sven fece buca, ormai rimaneva solo una palla in campo: Sven aveva la partita in pugno.
“Ti ho in pugno”.
“L'avevo capito” rispose Carlo mettendosi una mano nei capelli.
“Mi riferivo alla partita, comunque devo dire che quando sei arrabbiato non sei proprio una schiappa a biliardo” esclamò Sven mettendo fine alla partita, “Senti parliamo da uomo a uomo, a me se stendi su un letto cento altre ragazze non me ne frega niente...”.
“Ti stai confondendo con te stesso mi sa” lo interruppe Carlo.
“Quel che è e poi la mia è una missione, in ogni caso tu puoi fare quello che vuoi, ma se tocchi mia sorella non va bene, già mi hai fatto arrabbiare per esserti messo con lei senza neanche dirmi niente, anzi avete cercato di mantenermi nascosta la cosa. Cosa che non mi piace. Mi spieghi come posso io fidarmi del mio migliore amico se neanche mi dice delle cose basilari come queste?”.
“Abbiamo deciso io e Caroline assieme di non dirtelo”.
“Io invece voglio credere che tu abbia spinto mia sorella a prendere quella decisione” ribattè Sven sorridendo malvagiamente.
“Comportamento infantile” sussurrò Carlo.
“Amen, in ogni caso se tu vuoi stare con mia sorella dovrai dirmi tutto quello che fate insieme, fare te e avete intenzioni di fare, nonché tutto quello che ti passa per la testa, per esempio adesso se pensi a mia sorella a cosa stai pensando?”.
“La frase è sconclusionata”.
“Rispondi!” ordinò Sven a bassa voce, alcuni altri piloti si erano accorti della discussione e stavano seguendo la discussione senza darlo a vedere.
“Che la amo”.
“No, no. Non mentirmi! Non stai pensando solo a quello”.
“Fottiti”.
“Magari un altro giorno. Dai su rispondi!”, Sven stava ridendo al pensiero di aver messo Carlo sotto torchio.
“Taci”.
“Vabbè dai! Intanto so che stai pensando ad abbracciarla sperando che lei ti consoli, sei troppo buono per pensare ad altro nonostante quel tuo aspetto da duro e truce” esclamò Sven dando una pacca sulla spalla dell'amico che stava tremando come una foglia.
“La cosa ti da fastidio?” li domandò Carlo con un sentimento misto di rabbia e sfida.
“Molto! Speravo in questi anni di averti insegnato qualche cosa, ma anche con il pensiero non riesci a commettere peccato. Non vorrei mai che un giorno il tuo corpo si stufasse di seguire la tua mente, sai com'è... Comunque, come ti ho già fatto intendere ieri: fino a decisione contraria scordatelo di toccare Caroline ”.
“Poi c'è chi ha il corpo che pensa anche al posto della mente!” urlò Priscilla dall'altro lato della stanza lanciando un vassoio contro Sven che lo evitò per un soffio.
I due ragazzi non si erano accorti che, da qualche minuto, nella stanza era sceso un silenzio di tomba essendo tutti intenti a seguire la loro discussione, ma la rissa che stava per scoppiare (Priscilla si stava già apprestando a lanciare un altro oggetto contundente contro Sven) venne interrotta dalle urla concitate di un ragazzo che entrò nella sala di corsa: era il meccanico in forza al team Charlie, Emile, da come urlava sembrava che fosse successo qualche cosa di inaspettato ed importante.
“CARLO! SVEN!”.
“Che c'è Emile?” domandò Carlo preoccupato.
“Eco, Jaguar, India e Lion sono stati squalificati”.
Se prima c'era il silenzio di tomba per seguire la discussione tra i 'Due cavalieri dell'apocalisse' (soprannome con cui veniva identificata l'accoppiata Carlo e Sven) in quel momento sceso un silenzio come neanche in assenza di aria è possibile: tutti (eccetto Dimitri) rimasero a bocca aperta.
“Ah... bene. Visto il tabellone direi che noi passiamo direttamente alle finali, infatti dovevamo scontrarci contro il team Jaguar e poi contro la vincente tra team Eco ed India, mentre voi del team Valiant dovevate scontrarvi contro il team Lion. Bah, chissà cosa hanno combinato. Priscilla possiamo anche prenderci un paio di giorni di riposo” spiegò Dimitri che detto ciò uscì dalla sala accompagnato da Priscilla.
Appena il ragazzo ebbe messo fuori dalla sala (momento che coincise con il momento nel quale gli altri piloti capirono ciò che era successo) partì una bordata di irripetibili insulti e auguri in direzione del team Oscar, il team di Dimitri e Priscilla.
“CALMA PER UN MOMENTO!” ordinò Carlo facendo scendere il silenzio nella sala, “Emile! Spiegaci cosa è successo!”.
“I mobile suit di quei quattro team erano troppo danneggiati per poter partecipare...”, altro gelo calò sul gruppo di piloti, ciò che aveva detto Emile era in netto contrasto con la regola n°5 del torneo.
Regola n°5: i team, dopo le gare, hanno tempo per riparare il WS fino a cinque minuti prima dell'inizio della gara successiva. Se il WS in questione risulterà non in grado di combattere, a detta insindacabile della giuria formata dal preside, dal professore di 'Pilotaggio Suit' e dal professore di 'Logistica', il WS in questione sarà automaticamente escluso dalla gara.
“Ma c'è tempo per ripararli fino a domani. Le ho viste quelle suit! Solo cinque avevano si gravi danni, ma niente di irreparabile! E le altre erano danneggiate solo lievemente!” ribatté Garcia, uno dei piloti, con una certa rabbia.
“Ecco, hanno...”, ma il timoroso Emile (timoroso per via della probabile reazione dei piloti) venne interrotto da Vairetti che fece la sua apparizione nella sala.
“Il baro è tale solo se va contro le regole del gioco, il giorno che vengono cambiare le regole il baro non è più tale”.
“HANNO CAMBIATO LE REGOLE SENZA AVVERTIRCI?” urlò Garcia infuriato.
“Calma Garcia, sei sempre troppo esuberante. Comunque la risposta è si, oggi il preside a deciso che per l'incolumità degli allievi è meglio cambiare le regole... un vostro amico li aveva fatto notare le pessime condizioni in cui versavano i WS di alcuni team e i rischi per l'incolumità di coloro che lo usavano”, le parole di Vairetti furono un fulmine a ciel sereno: Dimitri aveva fatto cambiare le regole e non solo... aveva fatto in modo di cambiarle in suo vantaggio in modo che potesse direttamente balzare in finale... finale che probabilmente avrebbe vinto a tavolino.
“Resta il fatto che alcuni di quei WS non erano così danneggiati...” ribattè Sven.
“A detta insindacabile della giuria... rammenti?”.
“Ragazzi così non ha senso continuare, alla fine comunque vada Dimitri vince... forse dovremmo metterci daccordo su quale dei nostri team, gli unici rimasti in gara debba affrontare la finale” propose Barket del team Hotel.
“E come decidiamo quale sia il team che dovrebbe partecipare alla finale?” chiese Garcia con tono di sfida.
“Calma, calma!” ordinò Vairetti intuendo cosa stava per succedere, “C'è una soluzione a tutto. Ai simulatori!”.
Poco dopo nella sala dei simulatori.
“Siete tutti pronti? Accendete i simulatori, ho settato come luogo della missione la fascia degli asteroidi. I team saranno sempre gli stessi e si affronteranno tutti contemporaneamente, quello che vince accederà alla finale”, le parole di Vairetti risuonarono nelle cuffie dei piloti e tra quest'ultimi si diffuse una certa preoccupazione: erano tutti originari della Terra e a parte qualche breve viaggio di piacere nello spazio e le lezioni teoriche non aveva forti conoscenze di ciò che voleva dire muoversi nello spazio, era anche la prima volta che ai simulatori si cimentavano in uno scenario problematico come quello.
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« Risposta #5 il: 09 Novembre 2007, 20:12:00 »

Questo si può leggere come un piccolo appunto per la prossima parte dove si vedrà una simulazione di combattimento spaziale.

Dal palmare per gli appunti e commenti finali di Carlo... lezione del giorno 143 n°2....
...viene altresì dimostrato che nel combattimento spaziale arrivare ad un uso 'ragionato' delle beam saber in tale scenario diventa quasi impossibile, ciò è stato anche dimostrato anche nei pochi scontri corpo a corpo tra MS avvenuti nello spazio, scontri avvenuti tra assi e svolti più secondo un recondito senso di spirito cavalleresco e di affermazione della propria persona Principalmente ciò che impedisce di poter effettuare efficaci combattimenti mediante beam saber nello spazio è l'alta velocità che tengono i mezzi, in media si parla di: SM 2.5-3.0 in volo di crociera, di SM 1.3 in velocità di approccio al combattimento e solo in combattimento le velocità scendono a valori prossimi a SM 0.05-0.1 e sotto a queste velocità si scende solo per i rari combattimenti manovrati (come quello dell'ultima battaglia della 1a G.C.)! (Space Mach, uno space mach vale 30000 Km/h, NdR)
Basti ricordare che quando si parla di bassissime velocità nello spazio si parla comunque di velocità prossime ai seicento chilometri orari e solo raramente prossime a quelle consuete sulla Terra (in genere ciò avviene durante le fasi di decollo, già durante le fasi di attracco ad un altro mezzo in movimento nello spazio ciò può anche non avvenire).
È bene che ricordi quindi come gli scontri all'arma bianca nello spazio siano più una eccezione che la regola e aggiungerei che se devono avvenire tra piloti 'normali' si può supporre che si risolvano in incroci ad alta velocità tendenti a colpire con la beam saber il MS nemico senza pretese di precisione e da escludere sono gli scontri prolungati e a velocità prossime allo 0, infatti anche volendo tentare un corpo a corpo spaziale la cosa risulterà impossibile: basterà anche una piccola forza applicata al MS (un piccolo urto tra i due MS per esempio) per far allontanare tra loro i mobile suit di diverse centinaia di metri senza neanche che i piloti facciano in tempo ad accorgersene.
La condizione generalmente preferita è quella del combattimento a medio-basse velocità, non superiori a SM 0.02 infatti a causa delle insite capacità di resistenza ai G del corpo umano rararamente si riesce ad effettuare brusche virate ed altre manovre di combattimento efficacemente a velocità, per l'appunto, superiori a SM 0.02.
Si può quindi affermare che scontri all'arma bianca nello spazio siano fattibili e da ricercare solo in casi prettamente disperati viste le possibilità che tali scontri si risolvano in collisioni frontali ad altissime velocità con conseguente distruzione e perdita dei MS coinvolti, oltre che molto probabilmente dei piloti.


Dal palmare per gli appunti e commenti finali di Sven... lezione del giorno 143 n°2...
...i combattimenti all'arma bianca nello spazio sono fighissimi, ma se non si è capaci è come essere schiacciati da un tir di donne cannone. Ricordarsi di copiare gli appunti di Carlo.
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« Risposta #6 il: 10 Novembre 2007, 18:42:01 »

“Lo scenario è quello che fece da sfondo alla battaglia delle 'Colonne d'Ercole' contro i 'Profeti', in particolare vi ritroverete nella porzione di spazio attorno alla base L8. In questo modo avrete varie opzioni su dove ingaggiare il combattimento: spazio aperto o scenario chiuso, in ogni caso ci saranno varie problematiche esterne da affrontare.
Nello spazio aperto dovrete stare molto attenti agli asteroidi e ai frammenti vaganti, nella base dovrete stare attenti perché una mossa sbagliata e potreste ritrovarvi intrappolati tra le macerie.
Scegliete i vostri MS ed il luogo di partenza. E vinca il migliore!”, con queste parole di Vairetti lo scontro poteva dirsi aperto.
“Allora che prendiamo? Abbiamo a disposizione: MS-08, RX-179 ed MSR-7” elencò Sven.
“I migliori sono l'RX-179 ed l'MS-08, su questo non ci piove, eppure l'SP-07 aggiornato con le tecnologie federali e adattato alla ricognizione spaziale forse potrebbe rivelarsi il migliore con un po' di perizia” spiegò Carlo.
“Dici?”.
“Dico”.
“Allora è aggiudicato, hai un piano?”.
“Ovvio, tu devi pensare solo a eseguire i miei ordini”.
“Come vuoi, però se non mi fai vincere per te sono guai”.
“Stai tranquillo” lo rassicurò Carlo, “Qui è il team Charlie, mobile suit selezionato MSR-07, aerea di partenza selezionata settore NE-4”.
Mobile suit e settore NE-4 confermati, in attesa degli altri team
Immediatamente sulle pareti del guscio di simulazione comparve la riproduzione del cockpit del MSR-07 e gli strumenti del simulatore riadattarono la loro posizione per simularne  fedelmente la strumentazione.
Altri team pronti al combattimento, in attesa di conferma
“Qui Charlie 1, roger!”.
“Qui Charlie 2, roger!”.
Team Charlie pronto al combattimento, inizio simulazione tra cinque secondi... simulazione avviata
Lo scontro aveva inizio, immediatamente tutti e tre i team cominciarono le loro manovre: il team Valiant e Hotel si diressero immediatamente verso la base, ovviamente non fu così per il team Charlie.
Due mobile suit individuati a ore 10, a 300 chilometri di distanza
“Perfetto!” urlò Carlo, “Sven aumenta la velocità e dirigiti verso il settore E-16 e tieniti pronto”.
“Roger!”.
Carlo osservava con attenzione i  dati telemetrici a sua disposizione, aveva un passaggio solo da effettuare ad altissima velocità (SM 1.6 velocità assoluta, SM 0.4 velocità relativa rispetto agli altri due MS), poi si sarebbe dovuto disimpegnare rallentando fino a SM 0.02 per poter manovrare, a quel punto avrebbe dovuto accelerare al massimo per allontanarsi in direzione opposta al settore E-16.
L'MSR-07 impugnò la beam saber, ancora dieci secondi e avrebbe incrociato i MS nemici che ancora non si erano accorti di niente.
Come un lampo Carlo si fiondò in mezzo alla formazione avversaria riuscendo a tranciare la gamba di un RX-179, Carlo non vide neanche i MS nemici durante la fase di avvicinamento, vide solo le luci generate dal reattore e dalle beam saber ed usò proprio quelle nel tentativo di prendere la mira.
Come da piano Carlo cominciò le manovre per allontanarsi.
“Inseguiamolo! È da solo!” urlò via radio il pilota del team Valiant attaccato al suo gregario, Garcia.
“No! È una trappola sicuramente! Secondo te chi sono quei pazzi che potrebbero mai usare dei MS da ricognizione in un'azione come questa?”
“Carlo e Sven?”.
“Esatto, proseguiamo verso la base L8, sicuramente li saremo noi in vantaggio”.
Ma era quello che voleva Carlo, infatti per andare ad L8 i due del team dovevano passare per il settore E-15, adiacente all'E-16 dove Sven aspettava tranquillo che qualche preda li capitasse a tiro.
Mobile suit in avvicinamento a ore 3 in basso informò la voce sintetica del sistema di simulazione di Sven.
Sven allora diede massima potenza ai motori, per Garcia del team Valiant non ci fu nulla da fare: venne eliminato dalla competizione dalla beam saber di Sven che li produsse un grosso squarciò nello chassis del mezzo.
Pochi secondi dopo il MS di Carlo e Sven si incrociarono, Carlo si era rimesso all'inseguimento del team nemico recuperando il terreno perduto in poco tempo grazie alle prestazioni della macchina: l'MSR-07 era per l'appunto una macchina da ricognizione e i suoi spunti di velocità e accelerazione non ce li aveva nessun'altra macchina, certamente l'MSR-07 soffriva per contro di una certa fragilità in combattimento a causa della rimozione di tutte le corazzature, ma non essendoci il problema dei proiettili in quel combattimento simulato (si potevano usare solo le beam saber)...
Il mobile suit del team Valiant rimasto provò a distanziare il MS di Carlo, ma non ci fu nulla da fare e anche lui venne eliminato da un preciso fendente di Carlo che tranciò in due il mobile suit (per fortuna del pilota del team Valiant era tutta una simulazione virtuale).
Sven dopo circa un minuto si rimise in formazione con Carlo che stava continuando il suo volo verso la base L8, probabilmente Barket ed il suo gregario avrebbero tentato di ingaggiare combattimento in quel luogo: solitamente Barket dimostrava una certa capacità nel tendere trappole.
I due MS del team Charlie cominciarono a volare attorno alla base nel tentativo di individuare i MS del team Hotel, ma non individuarono nessuno nonostante la potenza dei loro sistemi di ricerca.
“Dobbiamo proprio entrarci?” chiese Sven perplesso, non ci voleva un genio per capire che Barket li stesse tendendo una trappola.
“No, in fondo la simulazione finisce solo quando uno dei nostri due team viene eliminato... vediamo chi regge di più l'attesa” replicò Carlo andando a posare il suo MS su un piccolo asteroide li vicino e ordinando poco dopo a Sven di ruotare il MS di 180° in modo che in caso di pericolo sarebbero 'schizzati via' in direzione opposta.
“Mi sta venendo un po' di mal testa a stare a testa in giu” fece notare Sven dopo qualche minuto.
“Non sei a testa in giù” replicò Carlo divertito.
“Lo so, però vedere il tuo MS al contrario mi da fastidio”.
“è solo una questione di prospettiva”.
“Sarà, ma ciò mi da fastidio... dici che riusciremo a vincere il torneo?”.
“Prima dobbiamo accedere alla finale” rispose Carlo.
“Fai conto di essere già in finale... riusciremo a vincere?”.
“Ti dirò che tutto sommato non è che me ne importi più di tanto”.
“Ma come? Fino a ieri...” replicò Sven stupito.
“Secondo te ha senso tutto ciò? Insomma per uno stupido torneo...”.
“No! Ma io voglio avere cento!”.
“Potevi studiare di più invece che perdere tempo dietro tutte le ragazze anche minimamente carine che incontravi” ribattè Carlo.
“E allora tu...”.
“Allora io cosa?”.
“...che sei andato dietro a mia sorella per più di due anni con gli occhi?”.
“E cosa vuol dire? Almeno ho continuato a studiare!”.
“Certo! Perché volevi fare bella figura con mia sorella!”.
“Primo: non è vero che ho studiato duramente solo per fare bella figura con tua sorella è già da prima che la conoscevo che studiavo duramente. Secondo: e se anche fosse?”.
“E se anche fosse? Appunto! Ti sembra questo il momento di mollare? I miei verranno a vedere la finale...”.
“E quindi?”, Carlo temeva quel che Sven li stava per dire dopo tutto quell'insensato giro di parole.
“Ci sarà anche mia sorella”, Carlo alle parole di Sven quasi svenì sul seggiolino: tremava al solo pensiero di fare una brutta figura davanti a Caroline.
“Davvero?” mormorò Carlo.
“Davvero... e tu non vuoi fare brutta figura davanti a Caroline vero?”.
“S...Si”.
“Anche perché nel caso non te l'abbia già detto ci sono molti altri ragazzi che fanno la corte a mia sorella...”.
“No si devono azzardare, non si devono azzardare...” cominciò a mormorare Carlo, una strana luce li balenava negli occhi.
Era quello che Sven voleva: portare Carlo ad uno stato mentale tale da renderlo una furia, una furia fredda e calcolatrice, la furia perfetta... com'era stato quella volta che stava studiando come far male a Dimitri senza essere accusato, se non fosse stato per Sven Dimitri probabilmente sarebbe stato rimandato a casa perché fisicamente impossibilitato a frequentare l'accademia.
“E sai cosa vorrebbero fare quei ragazzi con mia sorella?”.
“Non ci devono neanche pensare, non ci devono neanche pensare...”.
“E forse ti sei dimenticato chi è stato ha far si che quei quattro team venissero ingiustamente espulsi dal torneo?”.
“Dimitri deve pagare, Dimitri deve pagare...”.
“E non eri forse tu a odiare le ingiustizie! Non eri forse tu che hai sempre odiato il modo di fare mafioso di Dimitri?”.
Carlo non si mise neanche più a parlare, ma il suo respiro tradiva la sua rabbia.
“E sappi che i ragazzi che hanno messo gli occhi su Caroline sono tanto quanto Dimitri, vuoi forse che a causa di un tuo stupido senso di inferiorità e di inutilità lei cada in mano a gente come quella solo perché hai perso uno stupido torneo?”.
“No...”.
“E non vuoi forse coronare i tuoi sforzi ricevendo la lode e aiutando in questo anche il tuo miglior amico, nonché fratello di Caroline, facendo in modo che esca con 100 con relativo premio da parte dei genitori di quel tuo amico? E lo sai che se tu farai in modo che quel tuo amico raggiunga 100 quel tuo amico ti consentirà un filo di libertà con Caroline? O forse preferisci che Dimitri esca con 100 e con in più la lode e abbia lui delle libertà con Caroline?”
“DIMITRI! DIMITRI DEVE!...” cominciò ad urlare Carlo.
“E allora dobbiamo prima accedere alla finale! Dobbiamo battere quei bastardi del team Hotel che si frappongono tra noi e Dimitri! Tu vuoi cominciare a mettere a posto il mondo? Allora comincia a distruggere il WS di quel bastardo di un nazista lecca culo degli Zabi che è Dimitri! Distruggi Dimitri moralmente! Non vuoi metterlo di fronte alla tua bravura e farli implorare pietà a causa dello smacco subito? Non vuoi godere nel vederti alzare la coppa? Nel vedere Dimitri che scappa dalla vergogna di aver perso? Nel vedere Caroline felice perché tu hai vinto?”, il volto di Carlo alle parole di Sven divenne un misto di rabbia, odio... ormai Carlo non ragionava più: Sven l'aveva trasformato nella furia omicida di cui aveva bisogno per vincere il torneo, per vincere ed avere quell'agognato 100, ma non agognato per il voto in se, agognato perché con il 100 i genitori di Sven avrebbero regalato a quest'ultimo quella fiammante spider da lui sempre sognata.
Sven già pregustava le conquiste che avrebbe fatto con quella fiammante spider.
“Andiamo a stanare quei coglioni del team Hotel, non ho tempo da perdere con loro!” ordinò Carlo con una voce bassa carica di odio e piena di determinazione.
“E la sai una cosa? Più di una volta Dimitri mi ha detto che se mettesse le mani addosso a mia sorella... io non ho reagito perché quel bastardo me lo diceva quando c'era qualche professore nelle vicinanze... ha continuato a dire cose terribili su cosa avrebbe fatto a mia sorella...”, Sven stava inventando di sana pianta, ma se ciò serviva a far imbestialire Carlo...
“Se lo pesco, se lo pesco... GIURO CHE TI FACCIO PATIRE LE PENE DELL'INFERNO! DIMITRI!”, il cervello di Carlo era completamente partito per la tangente, al solo pensiero che Dimitri si avvicinasse a Caroline perse ogni sorta di capacità di ragionamento (non ci voleva un genio per capire che Sven stesse mentendo); il MS di Carlo accelerò improvvisamente, puntava dritto verso l'entrata principale della base.
“Ehi Carlo! ASPETTA!” urlò Sven, che si rese conto di aver, forse, un filo esagerato.
“AHHHH!”, Carlo si mise ad urlare all'impazzata, il suo MS entrò dentro alla base ad altissima velocità.
I MS del team Hotel si erano piazzati proprio presso il molo d'attracco dell'entrata principale, fecero appena in tempo a vedere un MSR-07 entrare dentro il porto che Barket si ritrovò eliminato a causa della beam saber di Carlo che era penetrata nel cockpit del MS-08 (virtualmente, meglio ricordarlo Ndr) e sorte simile toccò al gregario di Barket che tentò una disperata difesa contro il MS di Carlo, ma non potè far nulla.
Il braccio che impugnava la beam saber venne bloccato da Carlo che scaraventò lo MS-08 contro una parete, il pilota di quest'ultimo non fece neanche in tempo ad accorgersi di quel che stava succedendo e ad attivare i sistemi di spinta del suo mezzo per contrastare il meno potente MSR-07 che si ritrovò il MS tranciato in due dalla beam saber dal primo pilota del team Charlie 1.
Team Charlie vince, team Valiant ed Hotel eliminati informò la voce sintetica del sistema di simulazione che subito dopo si spense.
Vairetti, che aveva osservato la scena da alcuni monitor, commentò soddisfatto da un lato, ma insoddisfatto dall'altro.
“Carlo, quando vuoi sei un asso... ma non puoi farti manovrare così da Sven! Da Sven dico io!” mormorò Vairetti tra se e se.
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« Risposta #7 il: 14 Novembre 2007, 19:36:07 »

Ore 8.00 A.M...
La sala mensa per quella mattina era riservata solo a piloti finalisti e alle loro famiglie, i primi ad arrivare furono Priscilla e Dimitri seguiti a ruota da Sven e Carlo che provvidero immediatamente a disporsi ai due lati estremi della grande sala... la tensione era alta, la situazione rischiava di degenerare da un momento all'altro, la battaglia stava per cominciare, ma come disse Revil: “Ma prima mangiamo”.
Uno che condivideva quell'affermazione era Sven.
Ma se uno si trova davanti ad un buffet pregustando già il primo pasto della giornata, assaporando i dolci profumi di prelibate, quanto semplici, pietanze, sentendo il calore delle bevande calde salire dal contenitore di vetro (vero e indiscutibile lusso al tempo) dove sono state versate e sfiorare dolcemente la pelle diffondendo un piacevole calore in tutto il corpo, se nel contempo osservate le splendide fette di salumi disposte con precisione svizzera su un magnifico vassoio d'argento e al loro fianco vedete alcune splendide crostate e torte al cioccolato appena sfornate e se come ciò non bastasse arrivasse anche la cameriera a portare il pane appena arrivato dalla panetteria e addirittura ancora caldo... bene, sappiate che è tutto troppo bello per durare, cosa che Sven avrebbe dovuto immaginare.
“NO! FERMA!” gridò Carlo a Sven che stava prendendo la roba del buffet per i piloti.
“Che succede?” chiese Sven preoccupato credendo che stesse per succedere chissà che.
“Niente robe strane!”.
“Ma non è roba strana! Sono solo delle uova, del pane, del prosciutto cotto e un po' di latte! Ah, ed un pezzo di torta”.
“Argh! Devi stare leggero prima della gara!”.
“Ma...”
“Niente ma!” esclamò Carlo 'riempiendo' personalmente il vassoio di Sven, quest'ultimo guardò tristemente ciò che l'amico li aveva messo: mezza tazza di tè, un quarto di pane integrale e, per completare la 'lauta' colazione (“Mi vuole far morire di fame” pensò Sven guardando sconsolato il suo vassoio), una mezza mela; “Magna che è tutta roba buona!” lo rincuorò Carlo trascinando l'amico ad un vicino tavolo.
Nella mente di Sven passarono alcuni pensieri omicidi, ma teneva troppo a quel 100 (meglio: a quella spider) per contraddire l'amico e soprattutto vide entrare dentro la sala mensa i genitori di Carlo seguiti a ruota dai suoi, il gruppetto vedendo i due piloti subito si diressero verso il loro tavolo, solo in occasioni speciali come quelle del torneo le famiglie potevano stare accanto ai loro figli.
La scena è degna di essere raccontata perché ben rappresenta la recondita ostilità di Paulhaner, il padre di Sven, nei confronti di Carlo, ostilità dovuta anche ad un fatto: Paulhaner sospettava che sua figlia si fosse presa una cotta per Carlo, ma al contrario di Sven non sapeva che il giovane e sua figlia si erano messi insieme.
La madre di Carlo, Sandra, e la madre di Sven, Ivanne, stavano discorrendo tranquillamente e cosa simile sembrava avvenire anche tra il padre di Carlo, Gianni, e Paulhaner... sembrava...
“Allora suo figlio ha preso 92?” domandò Gianni a denti stretti a Paulhaner: i due non si potevano vedere.
“95” li rispose Paulhaner cercando di apparire non irritato, ma sottovoce si lasciò sfuggire un insulto nel dialetto delle sue parti.
“Ah... non l'avrei mai detto. Invece Carlo ha preso 100”.
“Ma davvero?” replicò Paulhaner che nello stesso momento pensò tutto il male possibile di Carlo e di suo padre.
“Si, assolutamente. È da quando ha perso il fratello che le sue medie scolastiche non scendono sotto l'eccellenza”, il volto di Gianni si incupì per un attimo rivedendo Fabrizio, il suo primogenito morto qualche anno prima, riverso a terra nel sangue dopo essersi ritrovato in mezzo ad un conflitto tra clan.
Paulhaner pensò un attimo a cosa rispondere, doveva portare un esempio nella sua famiglia che fosse almeno pari a Carlo, “Davvero? Non l'avrei mai detto... comunque anche mia figlia non è mai scesa sotto l'eccellenza fin dalle elementari”.
“Sul serio? Avrà preso dalla madre... comunque Carlo e Caroline formerebbero un'ottima coppia”, Gianni fu malefico in quel commento: sapeva che al solo pensiero di ciò Paulhaner si sarebbe infuriato, non ci voleva un genio per capirlo.
“Sicuramente” rispose Paulhaner in inglese, “Piuttosto ammazzò tuo figlio con le mie stesse mani” aggiunse in tedesco.
“Come prego?” li chiese Gianni facendo finta di non aver intuito cosa voleva dirli.
“Niente, niente... stavo dicendo di sederci”, in effetti solo loro due erano ancora in piedi.
Caroline si sedette di fronte a Carlo facendo l'indifferente, cosa che fece anche il ragazzo: meglio evitare tutto ciò che potesse essere solo vagamente compromettente, già il sorriso che si erano scambiati quando Caroline era entrata in sala mensa sarebbe bastato a far insospettire Paulhaner.
La colazione durò ancora a lungo, la combriccola, infatti, si mise a parlare del più e del meno: lunghi discorsi vennero spesi a parlare sulle unità a cui sarebbero stati inviati i novelli piloti e sulle ultime novità del torneo.
Ad un certo punto nella sala mensa entrò il comandante dell'accademia, con fare plateale, venendo accompagnato da Vairetti e da un altro professore.
Tutti i presenti, anche i genitori di Dimitri (mancavano quelli di Priscilla impegnati in faccende lavorative) appena arrivati, si voltarono e si misero immediatamente in piedi.
Il preside strinse la mano a tutti i genitori e augurò buona fortuna ai piloti finalisti, ricordando che alle 10.50 i piloti si sarebbero dovuti presentare presso l'arena, detto ciò si voltò e se ne andò, mentre Vairetti rimase ancora un po' di tempo a discorrere con i due suoi prediletti ed i loro familiari.
Intanto i lavori sul WS di Carlo e Sven proseguivano frebbilmente sotto la direzione di Emile, infatti i piloti e relativi meccanici sconfitti ai simulatori decisero di aiutare il team Charlie a vincere, cosa che fecero anche i team buttati ingiustamente fuori dal torneo e non solo loro, alla notizia delle trame del team Oscar molti meccanici e piloti decisero di dare una mano anch'essi.
Emile si rivelò un ottimo organizzatore, organizzando ritmi serrati e facendo smontare gli altri WS ormai non più in gara riuscì in una nottata non solo a riparare completamente i WS del suo team, ma addirittura riuscì a migliorarle.
In particolare Emile applicò due interessanti potenziamenti: sul WS di Sven venne montato un sistema per la creazione di cortine fumogene (che ben si adattava alle tattiche stile 'mordi e fuggi'  imposte da Carlo all'amico) trovato chissà dove e su quello di Carlo vennero sostituiti completamenti i vetusti attuatori meccanici montati sul mezzo con alcuni attuatori nuovi di zecca, in quel modo Carlo avrebbe avuto una agilità e prontezza ai comandi del mezzo aumentati.
“Andiamo! Dobbiamo prepararci” ordinò Carlo a Sven con tono degno di un generale, “Con permesso!” e dicendo ciò il ragazzo si alzò in piedi facendo un leggero inchino verso i suoi famigliari e quelli di Sven per accomiatarsi.
I due ragazzi uscirono dalla sala a testa alta lanciando uno sguardo di sfida a Priscilla e Dimitri (a quest'ultimo in particolare Carlo lanciò uno sguardo omicida): era la quiete prima della battaglia.
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« Risposta #8 il: 27 Novembre 2007, 14:25:19 »

Carlo e Sven erano nello spogliatoio in attesa che l'ora di inizio del torneo si avvicinasse, Carlo si continuava ad aggiustare nervosamente il colletto della tuta mentre Sven si leggeva tranquillamente l'ultimo numero di Playboy sul suo visore portatile.
“Sven hai capito tutto?” domandò Carlo osservando fuori dalla finestra.
“E se non dovesse funzionare? Chi te lo dice che Priscilla attaccherà proprio me?”.
“Tu la provocherai... sono stato chiaro?”.
“Si, e se tu dovessi soccombere nel combattimento con Dimitri? In fondo loro hanno una macchina assolutamente migliori delle nostre”.
“Non soccomberò, stai tranquillo! Dovessi trascinare il suo WS fuori dal ring insieme al mio!”.
“Mah... piuttosto e se io mi trovassi in difficoltà?”.
“Vedrò di aiutarti”.
“Non vedrò. Devi aiutarmi! Ti devo ricordare che a seconda di come va la gara potrei anche concederti...”.
“Grazie, me lo ricordo già da solo” lo interruppe Carlo rimettendosi a posto per l'ennesima volta il colletto, “In ogni caso tu devi impegnare in combattimento Priscilla e fare in modo che Dimitri sia costretto ad aiutarla, il piano è simile a quello dell'altra volta e quindi lo potrebbero intuire, ma se li mettiamo con le spalle al muro saranno costretti a muoversi come vogliamo noi”.
“Ok, ma io ti ridomando: e se non dovesse funzionare?”.
“Allora in quel caso abbiamo due carte da giocare. La prima è che Priscilla non è molto brava nelle manovra ad alta velocità come dimostrato nella gara tra te e lei, la seconda è distruggerli la batterie o comunque distruggerli il sistema di alimentazione”.
“Ovvero?”.
“Guarda!” e dicendo ciò Carlo tirò fuori uno schema del RWS-53, “Lo vedi? Questo WS ha quelle che comunemente chiamiamo 'batterie' piuttosto esposte, come vedi sono esterne alla struttura portante principale del WS... le hai viste?”.
“Si che le ho viste! Sarò stupido, ma le vedo anch'io quelle batterie montate all'altezza del bacino! Certo che per danneggiarle bisognerebbe tirarli un pugno tale che si rischia ancora di fare dei danni alla propria suit...”.
“Vero! Ma abbiamo un'altra possibilità, il sistema di alimentazione! Guarda! Non vedi quei due grossi tubi che partono dal backpack e passando sopra ile spalle entrano nella struttura? Ebbene quelli sono i cavi di collegamento tra il backpack e i sistemi elettro-meccanici, distruggendo quelli l'autonomia dei RWS-53 diminuisce dell'80% dovendo fare affidamento solo sulle 'batterie'... chiaro?” domandò Carlo.
“Chiarissimo, in pratica ci basterebbe prolungare il combattimento di circa trenta minuti...”, ma Sven venne interrotto da Carlo.
“Dieci, in un combattimento anche di questo tipo l'energia richiesta è molto maggiore soprattutto se li faremo molto muovere...”.
“Diabolico...”.
“Non per altro sono un 'Cavaliere dell'Apocalisse'” spiegò Carlo accennando un sorriso.
“E io per altri motivi sono il secondo... tutto bene?” domandò Sven vedendo l'amico tossire.
“Si, si... mi deve essere andato qualche cosa di traverso”.
Intanto sulla tribuna centrale...
“Si può sapere che hai da guardarmi in quel modo?” domandò Caroline a suo padre.
“Tu mi nascondi qualche cosa...”.
“Come?”.
“Sei diventata improvvisamente fredda sedendoti al tavolo prima... strano molto strano”.
“Ehm... cosa stai dicendo? Spiegati meglio”.
“Che tutto ciò non mi quadra... per niente... tu non ti sei mai comportata così in presenza di quel Carlo... tu mi nascondi qualcosa...”.
“Ecco, ora che il novello Sherlock ha tentato di dedurre è pregato di andare a prendere da bere” ordinò Ivanne a suo marito.
“Ma...”
“Niente ma! Vai! Ho sete, prendimi una bottiglietta d'acqua!”.
Paulhaner si alzò di malavoglia ed imprecò cercando il portafogli nel suo marsupio.
“Allora dimmi...” esclamò Ivanne rivolgendosi a sua figlia appena Paulhaner si allontanò-
“Dire cosa?” replicò Caroline, si sentiva sotto assedio.
“Com'è?”.
“Com'è cosa?”.
“Dai che lo sai a cosa mi riferisco...” ribatté Ivanne.
“Riferire a cosa?”.
“A come bacia!”.
“Chi?” replicò Caroline, ma le sue guance divennero di un rosso acceso, ora non solo Sven sapeva (come aveva scoperto da una telefonata fatta dal fratello), ma anche sua madre sapeva.
“Lo sai chi...”.
“Non credi che dovrebbero entrare in campo? Ormai è l'ora...”, tentò Caroline di cambiare discorso, ma uno sguardo di Ivanne fece capire alla figlia che la ricerca delle notizie di gossip casalingo da parte di sua madre era solo all'inizio.
Le tribune si erano intanto riempite, in particolare la tribuna delle autorità (dove tra l'altro avevano preso posto le famiglie dei piloti finalisti) era piena ed oltre alle autorità c'erano anche molti delegati da varie industrie che avevano sperato di vedere le loro macchine in finale: solo l'inviato dei Ronah e dei Kobayashi si potevano reputare soddisfatti.
Più che soddisfatto invece era il presidente della Mo.Su.Fa e del gruppo Garren, Carl Garren in persona, che più che per vedere le sue macchine era andato li ad incontrare una sua vecchia conoscenza, un certo professore che si era assentato un attimo per andare a salutare i due del team Charlie.
Intanto Carlo e Sven erano usciti dallo spogliatoio e si stavano dirigendo verso la piazzola esterna dove erano stati portati i WS.
“Ha fatto proprio un bel lavoro. Avrà un futuro nel suo campo!” esclamò Carlo osservando i loro WS e riferendosi ad Emile che stava facendo gli ultimi controlli e dai suoi gesti si capiva che era tutto perfetto.
“Credo che sia ora che andiate! Non vorrete arrivare in ritardo?” esclamò Vairetti giungendo alle spalle dei due piloti.
“Lei ci vuol far venire un infarto!” ribatté Sven preso di sorpresa da quell'apparizione.
“Eh eh... nella mia vita stai tranquillo che di infarti non ne ho fatti venire, ma i cimiteri li ho riempiti, quindi finché ti spavento dovresti stare tranquillo...”.
“Magra consolazione, comunque ha proprio ragione! Sven andiamo!” esclamò Carlo.
“Mi raccomando vincete! Solo allora vi rivelerò tutti dettagli su quella spettacolosa finale di qualche anno fa!”.
“Si riferisce al Meltemi?”.
“E a chi se no?” replicò Vairetti allontanandosi.
I due piloti presero possesso dei loro WS e cominciarono a percorrere il grosso corridoio che dava l'accesso all'ascensore per MS dello stadio (che spesso veniva usato per piccole parate).
Benvenuti a tutti gli spettatori! Ci sono state diverse novità ieri pomeriggio ed oggi al posto di farvi la cronaca delle semifinali... dovrò farvi la cronaca della finale a causa di alcuni ritiri ed espulsioni dal torneo a causa delle condizioni dei WS.
Al mio fianco avrò il generale Thur Sandler, preside dell'accademia; ci vuole dire qualche cosa sui partecipanti?
Sicuramente! I finalisti di quest'anno sono i migliori del corso, abbiamo Carlo Battipaglia che per ora è uscito con 100, Sven Orkaf che a sorpresa è uscito con 95...

“Come 'a sorpresa'? Ma io li spacco la faccia e lo rendo edotto che sua figlia è una ninfomane che è andata con il 99% di noi aspiranti piloti (l'1% mancante si può immaginare chi fosse, NdR)!” esclamò Sven arrabbiato dalle parole del preside.
...Due ottimi elementi direi signor preside e aggiungo che militano entrambi nel team Charlie....
Esattamente...

“Edotto? Da quand'è che usi termini di tale levatura?” chiese Carlo divertito.
“Da quando mi hai detto che usare termini dotti può servire per fare scena durante una discussione”.
...poi abbiamo il team Oscar...
“E quando è che glielo avrei detto?” pensò Carlo stranito.
...formato da Dimitri Pugachev, uscito con 94 a pari merito con l'altro componente del team, Priscilla Froundein, due ottimi elementi che hanno sempre dimostrato spirito civico ed estrema applicazione delle regole...
“Eh? Chi? Dimitri? Ma diamo i numeri? E io cosa sarei un delinquente? É da quando avevo undici anni che non commetto il benché minimo reato o violazione delle regole e mi pento pure di essere stato così stupido da farlo al tempo!” esclamò Carlo indispettito, effettivamente fino ad undici anni Carlo non era proprio quello che si poteva definire come una persona rispettosa delle regole, ma poi dopo la morte cambiò completamente e manco una carta di caramella per terra gettava.
Grazie generale, si preannuncia uno scontro acceso tra il team Oscar ed il team Charlie, ma ecco che stanno entrando! Un bell'applauso di incoraggiamento ai due team!
I quattro WS entrarono in campo, i piloti dai loro schermi guardavano con attenzione i WS avversari per capire se li fossero state apportate delle modifiche, la conoscenza dell'avversario è basilare per la buona riuscita di ogni scontro.
I WS si portino nella rispettiva parte di campo.
Signori e signori! Alla destra della tribuna d'onore potete osservare i due WS del team Charlie: il WS-7 'Jolly Joker' di Carlo Battipaglia ed il JS-120 'Re di Cuori' pilotato da Sven Orkaf.
Alla sinistra della tribuna potete vedere i due RWS-53 del team Oscar, quello verso la tribuna d'onore è il WS di Dimitri Pugachev, mentre quello dall'altro lato del campo è quello di Priscilla Froundein.
Ricordiamo che alla gara assistono alte autorità quali il sindaco Antonio Battista, il vescovo di Roma Ju Gaou, il prefetto di Roma James Paolini, il comandante delle forze di difesa della capitale Generale Ali Umnunt,il viceministro della difesa Zenuy Barer ed ovviamente il preside dell'accademia; inoltre tale gara sarà trasmessa in diretta dalle reti Eurasian Sport 6 e dal canale regionale Roma International 1.
Signor generale crede che questo possa in un qualche modo innervosire i piloti?
Visto l'addestramento impartitogli credo proprio di no.
Ottimo allora possiamo dare il via! Tutti insieme!
TRE!
DUE!
UNO!
VIA!
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« Risposta #9 il: 11 Dicembre 2007, 18:30:07 »

I work suit modificati per il combattimento cominciarono ad avvicinarsi, i piloti guardavano frementi gli avversari davanti a loro nell'attesa che uno facesse la prima mossa.
Fu Priscilla.
Lo RWS-53 di Priscilla accelerò improvvisamente, ma non contro il mobile suit di Sven, ma bensì contro quello di Carlo.
“Sven! Provocala! Usa le frequenze radio aperte! Ma provocala!” ordinò Carlo preparandosi a evitare il colpo di Priscilla.
Priscilla tento di colpire la spalla destra del WS di Carlo, ma Carlo abbassò leggermente il WS evitando il colpo, comunque non riuscì ad evitare che i due WS si toccassero, infatti quello di Priscilla divelse completamente la prima paratia di protezione della cabina di Carlo.
La paratia danneggiata si staccò dal WS-7 volando alcuni metri in aria e la folla trattenne il fiato pensando subito al peggio; Caroline rimase terrorizzata a guardare la protezione del WS volare, la gola li si era come bloccata, non riusciva neanche ad aprire bocca.
In effetti il colpo era stato molto violento e probabilmente Carlo aveva rischiato la perdita completa del work suit in caso di colpo diretto, invece così il suo mezzo, a parte la perdita di una delle protezioni per la cabina, era ancora completamente in efficienza.
Nel frattempo il combattimento pareva essersi fermato, ai due lati del campo c'erano i WS del team Oscar, mentre al centro c'erano i due del team Charlie, sembrava quasi che quello di Priscilla fosse stata più una manovra per saggiare le capacità dei WS di Carlo e Sven.
“Ehi Priscilla! Cos'è? Hai paura ad attaccarmi?” domandò Sven via radio mettendosi ad eseguire gli ordini di Carlo.
“Non farmi ridere! Lo sappiamo benissimo qual'è il vostro piano!” ribatté Priscilla.
“Eh eh! Siete degli sciocchi se credevate che fossimo caduti nel vostro stupido piano, Priscilla non sarà così stupida da attaccare Sven, ne io da attaccare Carlo... per una volta ci sostituiremo gli obiettivi...”, Dimitri non fece in tempo a finire la frase che il suo WS si mise in movimento verso Carlo, il team Charlie ora era circondato e si trovava in una posizione svantaggiosa
Eppure...
Caroline guardò i due WS delle due persone a lei care sul campo che venivano lentamente avvicinati e messi con le 'spalle al muro' dai RWS-53, sembrava che il team Charlie stesse tremando di paura di fronte agli avversari da come si muoveva.
“Carlo arrenditi ti prego” mormorò la ragazza.
Eppure...
Sven vide nei suoi occhi la sconfitta e vide sfumare la sua spider.
“Carlo! Cosa facciamo” urlò via radio non senza una certa disperazione.
Eppure...
Vairetti guardò costernato la scena: che Carlo avesse perso le sua capacità tattiche così?
Eppure... Carlo sorrise.
“Dimitri... quanto sei stupido Dimitri” mormorò il ragazzo via radio (sulla frequenza aperta) esplodendo in una sonora risata.
“Intanto sei con le spalle al muro” ribattè Dimitri perplesso da tale reazione.
“Non direi proprio... sei proprio un fesso lo sai?”.
“Eh?”
“Guarda! Apri gli occhi!”.
“Cosa?”.
“Vedi? Sei proprio un fesso... non c'è niente da fare!”.
“Non sperare che io caschi nelle tue provocazioni...”.
“E chi ti vuole far cascare? Fossi in te guarderei il mobile suit di Priscilla... guardalo attentamente”.
“Si così mi attacchi alle spalle! Mica sono scemo!”.
“Priscilla? Potresti essere così gentile da guardare la tua riserva d'energia?”.
La ragazza guardò gli strumenti e capì, Carlo dopo Sven era uno dei migliori piloti dell'accademia, ma c'erano delle particolari manovre dove Carlo si era rivelato imbattibile: quelle di combattimento volte a non far danni.
I cavi di trasmissione dell'energia dal backpack al resto del WS erano tranciati: li rimanevano pochi minuti di autonomia.
Dimitri capì che quelli con le spalle al muro ora erano lui e Priscilla: il tempo era il loro muro.
“Dobbiamo attaccare Priscilla! Non ci rimane molto tempo!” urlò Dimitri lanciandosi all'attacco di Carlo, seguito da Priscilla che attaccò Sven, tutto sommato alla fine era tutto ritornato sui binari che Carlo aveva prospettato prima del match.
La folla intanto aveva seguito attonita quei venti-trenta secondi di discussione, lo speaker aveva infatti fatto in modo di far ascoltare le comunicazioni radio sul canale aperto a tutto il pubblico.
Carlo si ritrovò impegnato in un violento corpo a corpo con Priscilla, ormai la ragazza avendo visto di avere i minuti contati aveva completamente perso ogni briciola di sangue freddo: colpi forti, ma imprecisi, continuava a essere lanciati dalla ragazza.
Al contrario Dimitri si stava battendo bene e aveva messo in difficoltà Sven che stava lentamente arretrando nel tentativo di evitare i pugni e anche un paio di calci del RWS-53.
“Sven!” urlò Carlo nel tentativo di incitare l'amico.
“Dimmi cosa devo fare!”.
“Colpiscilo appena sposta il suo baricentro all'indietro!”.
Ma il consiglio di Carlo non fece in tempo a giungere che la bolla di sensori superiore del WS venne colpita in pieno da Dimitri: ora a Sven rimanevano solo le telecamere secondarie.
Dimitri si preparò a tirare un altro pugno con il braccio del suo WS, ma Sven capì che quello era il momento di attaccare, improvvisamente il JS-120 si slanciò in avanti afferrando per la cintola l'avversario, lentamente lo RWS-53 venne staccato dal suolo.
Le braccia del WS di Dimitri erano ancora libere, ma essendo i due WS attaccati il ragazzo non riuscì a lanciare attacchi degni di questo nome contro le spalle del JS-120.
Lentamente Sven cominciò a portare il WS avversario fuori dal ring di gioco, la macchina era sforzata al massimo e non poteva permettersi errori.
Improvvisamente Priscilla si sganciò dal combattimento con Carlo, li rimanevano solo 30 secondi di autonomia, li furono appena sufficienti per gettarsi addosso al WS di Sven che finì a terra e fu costretto a mollare la presa sul WS di Dimitri.
Ora rimanevano solo Dimitri, Carlo e Sven sul campo di gioco.
Intanto sulle tribune Caroline non solo si era ripresa dallo spavento iniziale, ma si era messa in piedi cominciando a fare ad urlare a squarciagola frasi di incitamento al team Charlie e epiteti all'indirizzo del team Oscar, inutili furono i tentativi del padre di rifarla sedere, che anzi in tali tentativi si prese ancora una pedata in faccia dalla figlia con buona pace per il padre di Carlo che cominciò a ridere non riuscendo più a fermarsi ricevendo come risposta da Paulhaner una occhiata omicida.
Comunque Caroline non era la sola ad incitare il team Charlie (più che altro Carlo, ma cerco di non darlo troppo a vedere), anche Vairetti ci metteva del suo dato che durante i venti-trenta secondi di 'discussione' tra i piloti si alzò in piedi (tra l'altro calpestando i piedi del vice-ministro) correndo verso la tribuna per 'ordinare' (si ricordi che Vairetti, nonostante l'età, era famoso in accademia per essere un uomo estremamente pericoloso) a diversi gruppi di studenti dell'accademia di incitare il team Charlie.
Fatto sta che Dimitri si trovò circondato, ma aveva un'ultima carta da giocare.
Appena Carlo si avvicinò per attaccarlo dalla mano del suo WS partirono un paio di fili verso il WS-7 dell'avversario.
Sistema Operativo Caduto, Sistema d'emergenza Caduto, il sistema è sotto attacco da parte di un virus, rundl.164 introvabile, config parameter.conf introvabile, siste...
Carlo rimase di sasso: il suo WS era fermo, li in mezzo al campo, con il sistema di controllo della macchina letteralmente azzerato.
Dimitri attaccò il WS di Carlo gettandolo a terra, a lui ci avrebbe pensato dopo: ora avrebbe pensato a gettare fuori dal ring quello di Sven che ancora poteva opporsi.
Per sfortuna di Dimitri lo 'sporco' trucchetto usato contro Carlo (trucchetto che non era espressamente vietato dal regolamento, ma che nessuno si sarebbe mai sognato di usare) poteva essere usato solo una volta: infatti i WS del team Charlie (come quelli degli altri team) condividevano un collegamento di trasmissione dati indipendente dal sistema operativo che però lo controllava inviando all'altro WS eventuali informazioni su manomissione e generando in automatico un metodo efficacie per controbattere l'attacco, tale sistema era valido anche tra WS dissimili come modello, ma con sistema operativo di base uguale (proprio come per il JS-120 ed il WS-7).
In ogni caso il WS di Sven era molto danneggiato e non sarebbe stato difficile batterlo.
Il combattimento tra Sven e Dimitri si accese subito, Sven dimostrò di essere in grado di combattere in modo efficace anche con un WS nelle condizioni in cui si trovava, ma era chiaro che sarebbe stato sconfitto.
Eppure...
La folla trattenne il fiato, lo speaker aveva appena dichiarato Carlo impossibilitato a continuare il combattimento, parole che dovettero essere subito ritrattate: il WS di Carlo sorprendentemente si rialzò.
“Ma che diamine?”: Dimitri era basito, aveva appena atterrato il WS di Sven e si stava per apprestare a tirarli il colpo di grazia quando vide anche lui il WS di Carlo rialzarsi.
Via radio si sentì solo una lunga risata: era Carlo.
“Ottimo! Ma bravo! E così ti hanno fornito anche di questi sistemi! Peccato che...”.
“PECCATO COSA?” urlò Dimitri che cominciava ad essere spaventato.
“Che io porti sempre con me una copia di back-up del sistema operativo!”.
Lo RWS-53 diede le spalle al JS-120 cominciando ad avvicinarsi al WS-7 di Carlo che ormai era di nuovo in piedi: fu il più grande errore di Dimitri.
“Shining Finger!” urlò Sven non era ancora KO e con un ultimo, disperato, glorioso, coraggioso, attacco colpì in pieno una delle parti vitali di ogni WS: l'attacco bacino-gambe.
In breve lo RWS-53 cadde a terra, incapace di muovere le gambe: Dimitri aveva perso e Sven avrebbe avuto finalmente la sua spider.
...Dopo la premiazione...
Il generale Thur Sandler bussò alla porta dello spogliatoio di Carlo e Sven, alle sue spalle aveva i due inviati delle Ronah Industries.
“Avanti!” urlò Sven intento a mettersi l'uniforme di gala, ci sarebbe stata un grande pranzo di addio per tutti i cadetti e le loro famiglie.
Il generale ed i due entrarono dentro lo spogliatoio, Sven e Carlo si fecero improvvisamente seri, così come sembrava fosse la cosa.
“Questi due signori vorrebbero parlarvi” esclamò il generale lasciando spazi ai due delle Ronah.
“Signor Fend Yo”.
“...e Giacobbe Franceschini” dissero i due stringendo la mano ai due piloti, “Innanzitutto volevano complimentarci con voi per la splendida vittoria di oggi, avete dimostrato un'abilità fuori dal normale, per seconda cosa volevamo farvi questa proposta”, il manager porse ai due piloti una cartellina con alcuni documenti a carattere pubblicitario e generale sulle Ronah Industries.
“Che proposta?” lo interruppe Carlo sfogliando i vari depliant e fogli presenti nella cartellina.
“Vorremo che diventaste nostri piloti collaudatori, frequentereste la nostra prestigiosa scuola di perfezionamento per piloti su Hamarn City su Marte e quindi poi potreste diventare nostri piloti collaudatori, inoltre vi vorremo per una nostra campagna pubblicitaria per i nostri WS...”.
“E lo stipendio?” domandò Sven.
“All'inizio si potrebbe ragionare su ventimila dollari...”.
“Annui?”.
“Lei ha senso dell'umorismo! Ovviamente mensili, inoltre avreste diritto a tutti i vari rimborsi spese ed il costo per la frequentazione della nostra scuola sarebbe ovviamente a carico nostro. Per la campagna pubblicitaria penso che ci si potrebbe accordare su una cifra di ottantamila dollari cadauno...”.
Sven era letteralmente in brodo di giuggiole, erano più soldi di quel che avesse mai immaginato, ma Carlo non sembrava d'accordo.
“E ditemi da quando è che le industrie hanno bisogno di piloti inesperti per fare i collaudi?” domandò Carlo, sembrava che volesse dire ben altro.
“Noi preferiamo crescerli i nostri piloti ci sembra un approccio molto più remunerativo sul lungo periodo”.
“Ma certo... e ditemi da quand'è che voi fornite sistemi come il PSDW-13 agli studenti per le gare come quelle di oggi? Credevo che tali sistemi fossero a malapena a disposizione della polizia...”.
“Credo di non capire...”.
“Invece capisco benissimo! Questo torneo non è altro che una farsa! In effetti se si va a vedere che lavoro svolgono coloro che si sono classificati nelle posizioni più alte negli ultimi dieci anni si vedrà che la maggior parte sono stati assoldati dalle industrie come la vostra... dite la verità! Orsù! Questo torneo serve solo ed esclusivamente ai vostri interessi, probabilmente è nato proprio per questo e di tradizione ha ben poco... dico bene generale?”, Sven rimase di stucco: Carlo non si sarebbe mai rivolto con quel tono ad un suo superiore, ma soprattutto dove voleva arrivare Carlo?
“Credo di non capire...” rispose il generale, il suo volto era diventato leggermente imbarazzato, come colto in fallo.
“Se non sbaglio le Ronah Industries hanno qualche cosa come 1300 piloti collaudatori... non sono un po' troppi signor Franceschini”.
“Considerando le dimensioni della nostra azienda e che non possono essere presenti tutti contemporaneamente...” anche il volto di Franceschini era tipico di chi era stato colto in fallo.
“Ehm... potresti scusarci un attimo?” domandò Sven prendendo da parte Carlo, “Cosa ti sta saltando in mente? È un'occasione d'oro! Dobbiamo accettare!”.
“Sven, ti fidi di me?”.
“Si, però...”.
“Allora fai quel che ti dico, ovvero di questa proposta non si fa niente” rispose Carlo sottovoce.
“Ma...”.
“Niente ma! Un giorno mi ringrazierai di cuore, fidati!”.
“Allora avete deciso?” domandò Yo che sembrava avere una certa fretta.
“Certo, no” rispose Carlo.
“Come? Certo, no? Nel senso certamente che domande?”.
“No, nel senso che abbiamo deciso e la risposta è no. E ora se potreste gentilmente andarvene...”
...
Al grande pranzo di gala i due vincitori del torneo sedettero nella tavola d'onore alla destra del preside insieme ad un paio di elementi per famiglia.
Formazione: Sven, Paulhaner, Caroline (sua madre molto gentilmente rinunciò al suo posto, in realtà Caroline barattò il posto in cambio di 'informazioni'), Carlo, Gianni, Sandra, Vairetti, Sandler e poi tutti gli altri professori di una certa importanza (da notare come Vairetti fosse de facto il vicepreside, anche se tale figura ufficialmente non esisteva).
La 'formazione' diceva già molto da se e si può star certi che Paulhaner lanciò velatamente più di un epiteto nei confronti di Carlo e Gianni.
Un'ultima cosa non va dimenticata, una quasi rissa scoppiò nella tavolata femminile dove si era andata a sedere la madre di Sven. Motivo del contendere? Sven. Semplicemente più di una ragazza pensava di essere 'l'unica' di Sven e tutte quelle provvidero a rendere edotto di ciò Ivanne (probabilmente Sven in certi campi era un mago della 'contro informazione e disinformazione'), ovviamente tutte credevano di essere la 'sola' di Sven e accuse di 'bugiardia' e invidia cominciarono a volare quasi subito.
Unica nota positiva per Paulhaner fu l'interesse mostrato da Vairetti per la sua Whalter storica, arma che per Paulhaner era un vanto possedere e che portava sempre con se (intanto era demilitarizzata, almeno...).
La madre di Sven ebbe di che da vendicarsi per il dissenato comportamento del figlio, al posto della fiammante spider... una General Motors Kilimanjaro, ovvero la 500 del secondo secolo N.C...
Piu tardi, verso sera...
Le promesse sono promesse diceva spesso Vairetti e Sven non poteva non mantenerle, tanto più visto che Carlo li aveva letteralmente salvato il culo in quella giornata (anche se ancora non capiva perché aveva rifiutato quell'allettante proposta della Ronah Industries) e se adesso gli sarebbe giunta la fiammante spider era proprio solo grazie all'amico (ma intanto la spider Sven ancora non lo sapeva, ma non li sarebbe mai arrivata), motivo per il quale aveva dovuto concedere particolari libertà a Carlo.
“Solo per oggi pomeriggio, non prenderci gusto. A distrarli ci penso io” gli raccomandò Sven.
Quel pomeriggio Sven tenne impegnati i suoi genitori e quelli di Carlo cercando di non far troppo notare l'assenza di Caroline e dell'amico...
Ma si ricordi che Sven aveva un piano, piano talmente articolato da poter far rabbrividire Revil in persona ed impensierire Hamarn Khan...
“BRUTTO FIGLIO DI...”, la voce di Paulhaner rimbombò dalla camera dei due ragazzi per tutto il dormitorio, Sven era appoggiato ad una colonna vicino alla porta della sua stanza, intento ad ascoltare i vari urli, bisticci, implorazioni e simili che giungevano dalla camera.
“PAPÀ METTI VIA LA PISTOLA TI PREGO!” la voce di Caroline, dal suo tono, sembrava molto spaventata.
Dall'ingresso del dormitorio si sentivano alcune persone giungere di corsa, dal rumore sembrava che indossassero gli spessi stivali degli addetti alla guardia dell'accademia: poteva anche andarsene, il suo piano si era completato con successo.
“Certo avere come parente Carlo non sarà il massimo, ma almeno tratterà bene Caroline” esclamò Sven allontanandosi e cominciando a fischiettare una vecchia marcia ottocentesca.
Nei lunghi corridoi di quel vecchio palazzo la marcia di Radtezky risuonò solitaria, sullo sfondo urla di vario genere...
Eppure...
Come avrebbe detto Carlo, che in quel momento non era disponibile (con una Whalter di dubbia demilitarizzazione puntata addosso...): “Sven, la marcia di Radtezky non porta molta fortuna, infatti seppur Radtezky vinse a Custoza alcuni anni dopo a causa del suo fallimento politico l'imperatore lo considerò poco più di un rimbambito”.
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